Venerabile Mons. Luigi Novarese - Scritti editi:
L’Ancora: n. 12 - dicembre 1979 - pag. n. 1-2
I NOSTRI SOFFERENTI CON MARIA SANTISSIMA
É così bello meditare il mistero del Natale e sentirsi una cosa sola col
Cristo che nasce nella Grotta di Betlemme.
Ci sentiamo una cosa sola con lui, non frutto di un affetto esterno, basato sul
sentimento, ma del nostro inserimento In Cristo come il tralcio unito alla vite.
Tale nostro Inserimento che ci porta ed unisce a Lui ci porta altresì dinanzi a
Maria Santissima e ci fa scoprire in Lei la nostra vera Madre spirituale, che
veglia su di noi dalla nostra nascita alla vita del Cristo, fino al nostro
ingresso - vero giorno del nostro natale - in Paradiso.
Raramente si pensa che con l’Immacolata, Madre nostra celeste, abbiamo dei
diritti e del doveri, fondati nell’ordine di grazia dal Padre celeste stabiliti.
Paolo VI, il 15 agosto 1968, in una felice e filiale intuizione descrive i
diritti ed i doveri che esistono tra Maria SS.ma e i Suoi figli. Così dice il
Santo Padre:
“Il primo dei doveri è quello di conoscerla, di avere cioè una notizia pro
tonda, teologica, della sua persona, dei suoi privilegi, dell’ufficio di grazia
con feritole nel mistero della salvezza. Non si può comprendere il mistero di
Cristo se non si conosce il mistero di Maria, la sua prerogativa di essere Madre
del Cristo e la sua con seguente fedeltà riconoscente per Dio che ricolmò la sua
anima e che è espressa nelle parole del Magnificat. Ciò ricorda e compendia
felicemente il Concilio nella “Lumen Gentium”.
Il secondo dovere è quello di diventare devoti di Maria: entrare, cioè nel
rapporto di venerazione, anzi di familiarità, con Lei, con sentimenti
ragionevoli, perché Ella è Madre del Corpo mistico.
Vi sono poi anche i diritti filiali da parte di ciascun cristiano. E cioè: la
fortuna di avere a portata di mano i suoi esempi, di fruire della sua
misericordia e grazia di attingere dalle sue virtù, dei suoi insegnamenti
appropriati al vero rapporto che ci unisce a Cristo; insomma l’apprendere da
Maria a generare Cristo nelle sue anime; questo è il vero apostolato che
abbiamo, la possibilità di apprendere dalla scuola di Maria, insieme con il
diritto di poterle parlare, di sapere che ci ascolta, di essere convinti che
possiamo ricorrere a Lei con la confidenza di figli, specialmente nelle prove
della vita”.
Pensare a questi diritti e doveri nel Santo Natale, capirli ed assaporarli
significa partecipare, sia pure in parte, alla pace di Gesù, e vivere con Lui,
nella Sua imitazione, il nostro abbandono alla sollecitudine che la Vergine
Santa ha per ciascuno di noi.
L. Novarese
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