Venerabile Mons. Luigi Novarese - Scritti editi:
L’Ancora: n. 1 - gennaio 1979 - pag. n. 1-4
PROGRAMMA 1979
L’anno nuovo si apre con una direttiva precisa e quanto mai costruttiva, data
da Giovanni Paolo II, circa “la grande verità sull’uomo”.
La direttiva del Pontefice sta nell’invito a voler accettare la verità e le
conseguenze che il Natale porta nell’umanità: Gesù porta il fermento della vita
divina che trasforma, completa ed eleva l’uomo. Ecco la grande verità.
L’uomo tende essenzialmente a Dio!
“In questo mistero del Natale - dice il Papa - si trova la forza dell’umanità,
la forza che si irradia su tutto ciò che è umano. Non rendete difficile questa
irradiazione; non la distruggete. Tutto ciò che è umano cresce da questa forza;
senza di essa deperisce; senza di essa va in rovina”.
Applichiamo tale invito alla categoria dei sofferenti, a cui il Papa anche
espressamente si rivolge in questa circostanza e, in sincerità di animo,
chiediamoci a che vale la vita di un ammalato chiuso in se stesso, privo della
forza della verità trasfigurante e complementare che il Natale ci ha portato?
Collaborare alla crescita dell’uomo totale, alla sua formazione, al suo
inserimento sociale è rispondere all’appello dei Papa, è cogliere il valore
dell’annuncio di pace che Gesù ci ha portato.
Il senso della pace donataci dal Cristo è prima di tutto donazione all’uomo
della possibilità di vivere una vita piena, una vita di grazia che completa la
vita presente, che la ristabilizza nelle sue primitive dimensioni, perdute col
peccato. É la partecipazione alla vita divina: il Padre ha riconciliato a Sè
l’umanità nel sacrificio del Suo divin Figlio.
Senza tale dimensione divina, la vita dell’uomo è mutilata, è inferma di
gravissima malattia che la porta all’eterna morte.
Chi non afferra l’estrema importanza costruttiva ditale verità vuoi dire che
vive in superficialità, incurante di comprendere lo scopo per cui vive e
dimostra inoltre l’egoismo di cui è ripieno con grave incuria verso i fratelli,
a cui è naturalmente legato.
- o vivendo assieme la dinamica della carità che Gesù ci ha dato,
- o lasciandoli ai margini della vita se privi della conoscenza ditale verità
Nel mistero del Natale “si trova la forza dell’umanità. La forza che irradia su
tutto ciò che è umano”.
Favoriamo questa irradiazione con l’entusiasmo e la dedizione cui la Vergine
Santa ha donato il Cristo, luce e vita del mondo.
Meditiamo in cuor nostro il desiderio del Cuore di Cristo e della Sua divina
Madre che tale verità trasformante e complementare della vita dell’uomo sia
conosciuta e vissuta.
Più ci interiorizzeremo, pienamente vivendo le nuove dimensioni umane, poste a
nostra disposizione dal Cristo, più eleviamo la nostra statura personale e più
aiutiamo i fratelli, rendendo loro un servizio di primo ordine.
Non lasciamoci materializzare subendo gli effetti di un costante martellamento
materialista e chiudendoci in noi stessi senza tenere in prima e profonda
considerazione quanto Gesù Bambino ci ha donato.
Il consumismo, ossia le enormi spese fatte nel Santo Natale, non facciano
passare in secondo piano il dono profondo e rivoluzionante i destini dell’uomo
che Gesù ci ha offerto.
Non permettiamo che l’oppio del materialismo, del benessere cercato a dismisura
e del sensualismo oscurino i valori trascendentali della vita dell’uomo redento.
Usciamo dal nostro isolamento; guardiamoci attorno e sentiamoci responsabili
della vita dei fratelli.
Viviamo il desiderio dell’Immacolata manifestato nel Natale e diamoLe la gioia
di incontrare, specialmente in questo periodo natalizio, un figlio, magari da
Lei lontano affinché lo ricongiunga col Suo Gesù.
Non comprendiamo che edificando il Corpo Mistico di Cristo, completiamo anche
noi stessi?
Noi abbiamo l’intima esigenza di unire il più gran numero possibile di anime al
Capo del Corpo Mistico, perché il Corpo Mistico, che è la Chiesa, sia completo
nel numero e nella qualità dei suoi membri.
Perché non facciamo allora un proposito?
Per l’ 11 febbraio, festività della Madonna di Lourdes offriamole un nuovo
iscritto al Centro, o un “Volontario”, o un “Fratello degli ammalati”.
Il mondo va salvato e questa salvezza va attuata da chi soffre, venendo la
salvezza dalla completezza della Croce, quella del Cristo unita alla nostra
personale sofferenza.
Caratteristica del nostro apostolato è l’azione svolta da chi soffre. E’
l’attività dell’ammalato; la conquista di chi soffre per mezzo di chi vive nel
dolore.
Non siamo tanto soli da non poter ripetere attorno a noi le richieste rivolte
dalla Vergine Santa a Lourdes ed a Fatima.
Non possiamo sentirci paghi della nostra adesione.
Non possiamo avvistarci alla nostra Madre spirituale col disinteressamento verso
i fratelli lontani.
Non diciamo che l’apostolato è difficile e costoso. Per chi ama esso non è né
difficile, né costoso, ma proprio perché grandemente impegnativo va attuato
quale prova del nostro attaccamento e del nostro amore.
Smembriamo i gruppi di avanguardia e decisamente poniamoci in attività.
Sia gioia di tutti e di ciascuno presentare al più presto alla Vergine Santa un
nuovo iscritto, su cui Ella possa contare.
Questo vi augura di cuore assieme a Sorella Myriam il sottoscritto.
Sac. Luigi Novarese
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