Venerabile Mons. Luigi Novarese - Scritti editi:
L’Ancora: n. 10/11 - ottobre/novembre 1976 - pag. n. 3-64
“EVANGELIZZAZIONE E PROMOZIONE UMANA
NEL MONDO DEL DOLORE”
I PARTE
“ Situazioni ed aspetti fondamentali dei problema “.
II PARTE
“ Inchiesta svolta tra 6.000 malati dei Centro Volontari della Sofferenza sul
tema: Evangelizzazione e promozione umana nel mondo del dolore “.
* * *
FRATELLI DEGLI AMMALATI
il costo della Rivista “ L’Ancora “ è triplicato
ugualmente le spese per io sviluppo dell’apostolato
considerato poi lo scopo di sostegno che lega i Fratelli degli Ammalati ai “
Volontari della Sofferenza “ ed al loro impegno apostolico
siamo nella necessità di portare la quota di iscrizione o di rinnovamento a Lire
5.000 annue.
Anche questo è un modo per dimostrare amore e solidarietà con coloro che
soffrono e pregano anche per noi!
* * *
I N D I C E
- Lettera di Monsignor Novarese
I Parte
- Situazioni ed aspetti fondamentali del problema:
1 L’evangelizzazione non può prescindere dal mistero della Croce.
2 L’evangelizzazione oggi sembra ignorare questo aspetto.
3 Soluzioni inefficienti al problema.
4 Riflessi di tali inefficienze sulla Pastorale dei Dolore, compresa la non
applicazione della Legge Ospedaliera relativa al Ministro dei Culto.
II Parte
- Inchiesta svolta tra 6.000 malati dei Centro Volontari della Sofferenza sul
tema: Evangelizzazione e promozione umana nel mondo del dolore.
1 Situazione degli ammalati in genere sul piano della fede.
2 Errori e peccati correnti più gravi e più comuni, individuali, familiari e
sociali visti in se stessi:
a - Errori che si oppongono direttamente alla vita del Corpo Mistico.
b - Errori che si oppongono allo sviluppo dei Corpo Mistico.
c - Riflessi di tali errori negli individui, nelle famiglie, nella società.
3 Le cause di tali errori.
4 Indicazioni positive presentate dagli ammalati.
* * *
Sorelle e Fratelli carissimi,
in continuazione alla circolare precedente vi concretizzo in uno slogan il
lavoro che tutti assieme, con propositi nuovi e profondo amore filiale verso
l’Immacolata, vogliamo attuare nel dischiudersi del nuovo ventennio: “ Non
novità di apostolato ma approfondimento vero di quanto si sta facendo “.
Con l’anno che sta per iniziare ci proponiamo di combattere il superficialismo
sul programma, presentato dalla Vergine Santa a Lourdes ed a Fatima.
Nella meditazione sulle richieste della Madonna vogliamo trovare argomenti forti
per ricevere grande arricchimento per le nostre anime e conseguente senso di
responsabilità di evangelizzazione nel mondo dei sofferenti, perché tutti
sperimentino la prima e massima promozione umana, che dalla infinita
misericordia di Dio è stata posta dinanzi ad ogni creatura, attraverso la
passione, morte e risurrezione di Nostro Signor Gesù Cristo.
Proprio in vista di un piano di evangelizzazione, che non può prescindere da una
vera e prioristica personale evangelizzazione, l’Immacolata denunciò
apertamente, con chiarezza gli errori del secolo scorso e di quello che stiamo
vivendo.
Una azione di evangelizzazione e di conseguente annuncio della verità non poteva
prescindere dalla conoscenza degli errori e da una conseguente metodologia,
basata sulla parola del Cristo.
Per questo approfondire il programma dell’immacolata vuoi dire analizzare i
tempi che viviamo per opporvi, con vigore ed aggiornamento, le Richieste della
Vergine Santa, scegliendo i mezzi più adatti.
Inutile affermare che una fredda e calcolata presentazione di mezzi che non
siano prima di tutto testimonianza personale sarebbe vana ostentazione.
Vi presento, quindi, i punti dell’inchiesta, che è stata svolta a Re, a
Valleluogo, a Montichiari ed a Moncrivello, durante l’estate scorsa, per dare
inizio ad un vero piano di evangelizzazione che, se genuinamente tale, deve
avere quale frutto la promozione umana in tutte le sue componenti e dimensioni
in Dio, che ci ha riuniti a Sé mediante il vincolo della grazia, e nella
società.
Ho fatto precedere l’inchiesta da alcuni punti fondamentali, relativi al mondo
dei sofferenti, che devono essere tenuti presenti se vogliamo concretamente
agire.
Anche questa circolare, come la precedente, sia oggetto di studio, perché sono
basilari per condurre il Centro alla genuinità, freschezza e necessità dei suoi
programmi.
Volentieri attendo comunicazioni di esperienze, che saranno trattate e
sviluppate in quaderni a parte, che avranno per titolo: “ L’Ancora nell’unità di
salute “.
Dopo tanti anni di lavoro era pur necessario che il Centro psicopedagogico, che
segue e sviluppa nell’interno della vita del Centro tutto l’apostolato, si
estrinsecasse con una pubblicazione tutta sua, che mira ad offrire a quanti si
interessano dei problemi del dolore i frutti della propria metodologia e delle
proprie esperienze.
Con Sorella Myriam vi saluto cordialmente, mentre di cuore invoco su ciascuno di
voi la benedizione ed il sorriso della Vergine Santa.
Sac. Luigi Novarese
* * *
I Parte
SITUAZIONI ED ASPETTI FONDAMENTALI DEL PROBLEMA
1) L’EVANGELIZZAZIONE NON PUO’ PRESCINDERE DAL MISTERO DELLA CROCE:
- perché l’annuncio della salvezza lo implica, in quanto la Redenzione
scaturisce dalla Croce di Cristo;
- perché l’amore di Dio Padre, di Dio Figlio e di Dio Spirito, che viene
annunciato agli uomini, ha la sua manifestazione più forte nella Croce di Gesù,
- perché la nostra risposta all’amore di Dio, come il “ Fiat “ dell’Immacolata,
si concretizza nell’abbracciare la via della Croce dietro Cristo;
- perché la speranza della Risurrezione, che anima tutto il Messaggio della
Salvezza, si alimenta attraverso la nostra assimilazione a Cristo che si
sacrifica per amore del Padre e dei fratelli: dobbiamo inserirci nella Sua
Passione per essere partecipi della Sua Resurrezione.
2) L’EVANGELIZZAZIONE OGGI SEMBRA IGNORARE QUESTO ASPETTO.
L’evangelizzazione che oggi viene compiuta nella Chiesa, sembra ignorare
questo aspetto essenziale della Croce. Infatti:
a) Nel Catechismo dei Fanciulli, finora pubblicato, viene ignorato il tema della
sofferenza, ed i bambini ammalati oggi sono più numerosi di ieri in conseguenza
dei mezzi anticoncezionali e dell’immoralità dilagante, specialmente della
droga, che debilitano l’organismo.
b) Lo stesso Mistero Pasquale che oggi viene proclamato, prescinde molto spesso
dalla realtà dei dolore che, insieme all’amore, ne è una delle due componenti
essenziali: si passa dall’Ultima Cena al mattino di Pasqua ignorando il Venerdì
Santo.
c) La esaltazione che viene oggi fatta dei valori temporali, sembra dimenticare
la realtà del “ peccato “, di cui si parla troppo poco, e delle sue conseguenze
personali e sociali, e pertanto, non si parla più di “ riparazione “,
d) La “ riconciliazione “ con Dio e con la Chiesa, viene sovente posta sul piano
di una carità più sentimentale che reale in Cristo: “ L’amore ai fratelli “,
oggi molto proclamato, rischia di essere un fatto più sentimentale che
espressione di sacrificio personale e di vera carità.
e) L’idea di “ liberazione “ in cui alcuni vorrebbero compendiare tutto il
messaggio cristiano svuota il mistero della Croce dei suo valore redentivo
perché pone il dolore solo in piano orizzontale, quale realtà da eliminare.
La mancanza di una catechesi adeguata che identifichi l’impegno dei battezzato
con l’impegno della croce, rischia di svuotare e sovente svuota lo stesso
Battesimo.
Parliamo d’impegno della croce, non di un dolorismo fine a se stesso, ma della
croce trasfigurata dalla risurrezione, che va dall’osservanza dei dieci
Comandamenti, all’impegno dei lavoro e dei l’accettazione dei dolore per amore.
Il singolo fedele, infatti, di fronte all’inevitabile presentarsi della
sofferenza, se non altro alla conclusione della sua vita, non riesce da solo a
comprendere l’azione di un Dio Padre che ha trasformato la pena in mezzo di
conquista, ma impreca, non accetta, rimane nei suo enigma, se non cade
addirittura nella disperazione.
Non si può pretendere che normalmente scatti la Grazia dei Battesimo quando è
venuta meno la necessaria catechesi e magari la vita viene trascorsa in mezzo ad
errori scaturiti da inclinazioni personali e dalla strumentalizzazione dei male
stesso fatta dai responsabili della società.
Inutile sottolineare l’enormità delle conseguenze che derivano:
sul piano individuale, perché si frustra l’opera della Redenzione,
sul piano ecclesiale e sociale, perché si priva l’umanità di un apporto
positivo, previsto e necessario, per il completamento del Corpo di Cristo.
3) SOLUZIONI INEFFICIENTI AL PROBLEMA.
Il problema dei dolore oggi è molto sentito soprattutto per le
insoddisfazioni procurate dalla società dei consumi (“ l’angoscia “), per la
coscientizzazione delle differenze sociali che dividono gli uomini fra di loro,
per l’impatto che avviene tra le esigenze di vita e di benessere che il
progresso ed i mass-media esasperano al massimo, con la realtà dei limiti
fisici, intellettuali e sociali della propria esistenza. Mai infatti la gente ha
avuto tanti beni, quanti ne ha ora (cibo, vestiario, medicine, assistenza
sociale, soldi...) e mai è stata insoddisfatta come adesso.
La soluzione di questo problema tanto scottante però, saggio Evangelico, viene
ricercata in quella stessa Società invece di essere ricercata nel nucleo
essenziale del Meslaicizzata che l’ha acuito,
- in un umanesimo che pretende trarre dal Vangelo le ragioni della sua
autosufficienza,
- in una liberazione utopistica di carattere socio-culturale e di ispirazione
laica che pretende di trovare nel Vangelo il suo avallo e che culmina nel
rigetto della croce stessa, qualificandola oppio dei popoli e speranza degli
illusi.
Assistiamo così a fenomeni tanto più preoccupanti quanto più comuni fra gli
stessi cristiani:
- “ il divorzio “, visto come mezzo di liberazione dalla croce di una famiglia
fallita,
- “ l’aborto “, visto come mezzo di promozione della donna nelle sue scelte e
anche come mezzo eugenetico: la salute della madre e la eliminazione di
eventuali figli handicappati,
- l’ ” eutanasia “, per la liberazione dal dolore che accompagna l’uomo al
tramonto della vita e nella morte,
- “ una socio-ludo-ergoterapia “ proposta agli handicappati fisici e mentali
come unica soluzione ai loro problemi,
- superamento dei “ tabù “ che potrebbero derivare da una morale considerata
troppo rigorista, per aprire la strada ad ogni forma di promiscuità, di
esperienze sentimentali e sessuali quale compensazione a sacrifici imposti dalla
natura.
Va denunciato l’equivoco per gli ammalati, provocato da quelle Istituzioni o
Associazioni che si qualificano ecclesiali, ma che confondono enormemente le
idee perché, mettendo in secondo ordine l’impegno di un’autentica
evangelizzazione, fondano il proprio sistema educativo unicamente sul piano
umano ed orizzontale, attingendo idee e metodi da fonti di sinistra ben
qualificate le quali finiscono per condizionarle e strumentalizzarle per i loro
interessi di parte ed i loro disegni laicisti.
Ritornano così l’ateismo, il materialismo, il marxismo, il razionalismo, il
positivismo, il razzismo, l’edonismo etc., che si sarebbero voluti eliminare
perché negazione della dignità, della libertà, della spiritualità dell’uomo e
dei suo destino eterno di gloria in Cristo.
4) RIFLESSI DI TALI INEFFICIENZE SULLA PASTORALE DEL DOLORE, COMPRESA LA NON
APPLICAZIONE DELLA LEGGE OSPEDALIERA RELATIVA AL MINISTRO DEL CULTO.
a) Si fa volentieri il discorso di una promozione umana, intesa come
liberazione dalla sofferenza fisica, dalla povertà e dalla emarginazione
sociale, prescindendo dal discorso di fede.
b) C’è una forte allergia al discorso sulla valorizzazione della sofferenza,
e ancor più sulla “ vocazione specifica dell’ammalato a portare la croce con
Cristo “, che è insita nella stessa vocazione cristiana.
c) Si insiste sui seguenti temi:
- l’amicizia e l’integrazione affettiva,
- la parità fra sano ed ammalato,
- i diritti dell’ammalato,
- le giuste rivendicazioni e le conquiste sociali dell’ammalato,
- l’ammalato e la cultura, e il lavoro, e la famiglia, e il matrimonio...
TEMI NATURALMENTE DI GRANDE INTERESSE, MA CHE VENGONO POSTI SU UNA DIMENSIONE
ESCLUSIVAMENTE ORIZZONTALE CON IL RISCHIO DELLO SFRUTTAMENTO DELL’AMMALATO SUL
PIANO SOCIALE, SINDACALE E POLITICO E DELLA SUA STRUMENTALIZZAZIONE PER
INTERESSI DI PARTE.
d) Tutti i riflessi esterni delle ideologie laiche, attraverso i mezzi di
comunicazione sociale, si ripercuotono in forma più acuta nei sofferenti per i
seguenti motivi:
1) Gli ammalati hanno un problema forte di liberazione dal proprio handicap e
non sanno dove appoggiarsi.
2) Vedono strumentalizzate le loro esigenze più naturali per fini di parte o
dall’egoismo sociale e si ribellano interiormente.
3) Inoltre, per scarsità di cultura o per mancanza di mezzi di esatta
informazione, non hanno elementi sufficienti per farsi un’idea giusta sulla
portata di quelle ideologie e sulle loro conseguenze.
In conclusione avviene che o si lasciano strumentalizzare, oppure si chiudono in
se stessi in una frustrazione totale.
e) Si inquadra in tale prospettiva anche il voluto ritardo dell’applicazione
della Legge Ospedaliera che prevede l’inserimento dei Cappellano in pianta
organica e la via proferita della Convenzione che pone il Cappellano nella
precaria condizione di essere allontanato dall’Ospedale, come sta avvenendo in
tutta Italia per le Suore. La Convenzione infatti è di natura sua temporanea ed
il suo rinnovo è lasciato alla libera volontà dell’Amministrazione Ospedaliera.
Anche questo atteggiamento, certamente sostenuto da interessi di parte
laicista-massonica, è motivato da una presunta istanza evangelica: il servizio
religioso non deve essere stipendiato.
II Parte
INCHIESTA SVOLTA TRA 6.000 MALATI
DEL CENTRO VOLONTARI DELLA SOFFERENZA SUL TEMA:
“ EVANGELIZZAZIONE E PROMOZIONE UMANA NEL MONDO DEL DOLORE “.
A controprova di quanto affermato nella Prima Parte si presenta la sintesi di
quanto circa sei mila ammalati dei Centro Volontari della Sofferenza, hanno
detto durante i 40 Corsi degli Esercizi Spirituali svoltisi nell’estate 1976,
appena trascorsa, nelle Case dei “Silenziosi Operai della Croce “: a Re di
Novara, a Valleluogo di Ariano Irpino (Avellino), a Moncrivello di Vercelli ed a
Montichiari di Brescia.
Durante le varie giornate, sono stati proposti agli ammalati per i loro gruppi
di studio e di revisione di vita comunitaria, i seguenti temi:
1) La Chiesa è il Corpo Mistico di Cristo, Gesù è il Capo ed i cristiani ne sono
le membra; per accettare e vivere questa verità occorre la fede e la coscienza
del proprio battesimo:
- Qual’è la situazione in genere degli ammalati circa il problema della fede e
dei l’accettazione della propria sofferenza? Perché?
- Quali impegni derivano per la nostra vita cristiana dall’essere inseriti nel
Corpo Mistico di Cristo?
2) Vari errori e peccati individuali, familiari e sociali, alcuni denunciati
dalla Madonna, si oppongono oggi alla vita ed allo sviluppo della Chiesa, Corpo
Mistico di Cristo:
- Quali sono a tuo avviso i più gravi ed i più comuni?
- La diffusione di tali errori tra il popolo cristiano, denota ignoranza
religiosa e mancanza di evangelizzazione: quali ne sono le cause?
3) La Madonna, Madre della Chiesa, nel suoi Interventi a Lourdes ed a Fatima,
denunciando gli errori del nostro tempo ha indicato i mezzi per la vita e lo
sviluppo dei Corpo Mistico:
- Conosci bene il Messaggio della Madonna? Quali sono le finalità ed i mezzi che
Essa indica per la vita e lo sviluppo del Corpo Mistico?
- Per diffondere tale Messaggio, antidoto sicuro e completo contro gli errori di
oggi, cosa pensi di fare come sofferente, personalmente e comunitariamente?
Riportiamo naturalmente soltanto alcune delle innumerevoli espressioni scritte
dagli ammalati.
Alle testimonianze dirette, emerse dal Gruppi di studio e di revisione di vita,
premettiamo una breve sintesi delle idee espresse dagli ammalati in tutti i loro
interventi.
I SITUAZIONE DEGLI AMMALATI IN GENERE SUL PIANO DELLA FEDE, DA ESSI STESSI
PRESENTATA:
1) TUTTI GLI AMMALATI SONO STATI CONCORDI NELL’AFFERMARE CHE SOLO SUL PIANO
DELLA FEDE LA SOFFERENZA HA UN SIGNIFICATO E L’AMMALATO
- accetta la sua condizione serenamente,
- affronta con senso di responsabilità la sua vita vincendo il suo complesso di
inferiorità,
- è stimolato a realizzarsi anche sul piano umano e professionale.
“ Per molti ammalati accettare la sofferenza non è facile, specie se non si
hanno basi spirituali su cui appoggiarsi. Alcuni si vedono esclusi dalla
società, o meglio, rifiutati e finiscono col chiudersi sempre più in se stessi
isolandosi da tutto e da tutti.. Altri invece, sostenuti dalla fede, riescono a
condurre una vita normale e serena perché coscienti che con la loro sofferenza
sono inseriti attivamente nel Corpo Mistico di Cristo “.
“ Per chi ha fede in Dio, la sofferenza è un guadagno per sé e per la Chiesa.
Però all’inizio tutti hanno un senso di ribellione, anche chi crede. Alcuni
ammalati accettano la malattia passivamente. Solo con una grazia speciale
l’ammalato la scopre come una vocazione “.
“Nel Corpo Mistico ciascuno ha una funzione: uno è chiamato a formare la sua
famiglia, uno ad essere Sacerdote, uno ad essere sofferente. La posizione però
dell’ammalato è diversa: se egli non segue la sua vocazione resterà soltanto e
sempre ammalato e sarà niente, anzi un neo nel Corpo Mistico “.
“ La fede è molto importante per l’accettazione delle proprie sofferenze e la
convinzione che la malattia è stata permessa da Dio e la certezza che per mezzo
della sofferenza si può essere utili agli altri ci è di conforto e ci aiuta ad
accettare questa situazione “.
“Alcuni non sono affatto né infelici, né fuori dei mondo proprio per questa fede
che li sostiene e li illumina. Ritengono una grazia particolare l’accettazione
della loro sofferenza “.
2) DIVERSI ATTEGGIAMENTI DENUNCIATI DAGLI AMMALATI Di FRONTE AL PROBLEMA
DELLA SOFFERENZA:
a) Diverso è in genere l’atteggiamento di chi ha avuto una malattia congenita o
sopravvenuta nella prima infanzia, e di chi invece ha avuto la malattia più
tardi, addirittura quando essa ha stroncato una vita, una famiglia, una
professione, un avvenire, cambiando totalmente l’esistenza.
Nel secondo caso l’accettazione è più difficile.
b) Diverso è anche l’atteggiamento di fronte ad una malattia stabilizzata o ad
una malattia progressiva.
c) Nella sofferenza c’è chi perde la fede e chi la ritrova o l’accresce.
d) I vari atteggiamenti conoscono questa progressione:
- la ribellione,
- l’apatia,
- la rassegnazione passiva,
- l’accettazione nella fede,
- l’offerta della propria sofferenza,
- l’accettazione della sofferenza come mezzo di santificazione e di apostolato.
“ Per il malato nato c’è meno ribellione e quindi l’accettazione è più
facile. Invece per il malato che ha trascorso, una parte della vita sana è più
difficile accomodarsi alla serenità, perciò occorre più tempo per capire bene ed
accettare per amore di Dio il dolore, avendo una grande fede vera, sincera, che
si trova solo vivendo nella Sua Grazia. Una malata del gruppo dice che si
accetta la sofferenza solo se siamo cristiani convinti “.
“ Quelli che diventano impediti da adulti, soffrono un trauma più violento
perché si arrestano per loro le precedenti esperienze ed aspirazioni, perciò più
facilmente si ribellano e la fede vacilla. Per questo, specialmente se non hanno
già in famiglia un indirizzo di fede valido, hanno bisogno di una presenza che
li aiuti a superare il trauma e li indirizzi verso la luce della fede “.
“ Anche coloro che non credono possono accettare, diciamo così, la loro
sofferenza. Ciò che caratterizza l’accettazione della sofferenza nella fede è il
considerarla uno dei mezzi che Dio ci dà per rispondere, con una vita di veri
figli, alla Sua paternitá nella coscienza che siamo amati ed accettati da Lui
anche se considerati “ diversi “ dalla società e che Lui non ci ha “puniti “ se
siamo così “.
“ Un giovane ammalato: sono credente ma poco praticante. Ho accettato
passivamente. Sono alla ricerca di una fede più profonda che mi aiuti ad essere
attivo.
Un altro dice: Cristo a me ha chiesto tutto e sono contento. Non cambierei la
mia vita di oggi perché mi dà la sensazione di essere migliore per il senso
dell’utilità della mia sofferenza, avendola accettata ed offerta come dono.
Un altro ancora: Dio ha un progetto su ciascuno di noi;. tutti abbiamo una
missione. Dobbiamo far fruttare al massimo la fiducia che ci dà “.
“ In genere un ammalato anziano accetta con più rassegnazione la sua menomazione
e cerca di superare i disagi del suo stato con la fede. Il dramma invece
dell’ammalato giovane è diverso, perché egli sente le medesime esigenze di un
giovane dinamico e forte della sua età e, almeno inizialmente rifiuta il
discorso del valore del suo stato e di una accettazione della Volontà di Dio “.
“ La persona sana rifiuta in un primo momento la sofferenza perché pone la sua
sicurezza in se stessa, nell’avere tutto, nello star bene, nel non aver
dispiaceri e contrarietà. Ma quando le capita di sperimentare direttamente la
prova, allora il suo orizzonte si allarga, venendo a scoprire che ci sono anche
altri valori assai più importanti di quelli in cui confidava. Se in questo
momento interviene la fede, allora diventa più facile accettare la prova che Dio
ha permesso. Fortunati noi che abbiamo conosciuto Re perché senza questo dono
non avremmo saputo valorizzare la nostra sofferenza. Sono stati molti, per non
dire tutti, a fare questa constatazione “.
“ Per alcuni le prove della vita hanno dato loro la possibilità di avvicinarsi e
Dio, scoprendo così nella sofferenza il dono di Dio. Un amico in carrozzina ha
detto: a volte la fede mi fa dimenticare che sono in carrozzella. Con la Fede mi
sento bene: la mia carrozzina è un Altare “.
“ Molte persone colpite dal dolore, favorite anche dall’esperienza di altre,
ritrovano nell’accettazione di esso una fede viva in Dio Padre ed in Cristo
sofferente; altre proprio a causa del dolore perdono anche quel poco di fede che
credevano di avere e questo forse è determinato dalla mancanza di testimonianza
di chi, soffrendo, dice di aver fede o dall’ambiente in cui l’ammalato vive “.
“ La fede è una luce che guida verso l’alto e sublima anche il dolore più
intenso, La sofferenza bisogna accettarla non passivamente, ma coscientemente,
così possiamo donare generosamente, con amore cristiano, per riparare le offese
procurate a Dio coi peccato. Credendo si supera ogni pena, senza la fede si cade
nella disperazione che è la morte dell’anima “.
3) LA NON ACCETTAZIONE DELLA SOFFERENZA PUO’ ESSERCI IN OGNI ETA’, MA E’ PIU’
COMUNE NEI GIOVANI. LE CAUSE DI TALE ATTEGGIAMENTO, CHE NORMALMENTE SEGUE LA
MANCANZA DI FEDE, SONO VARIE:
a) La famiglia e l’educazione in essa ricevuta; quando in particolare la
famiglia
- non accetta l’ammalato,
- si vergogna dell’ammalato,
- non accetta visite all’ammalato,
- non capisce le esigenze dell’ammalato.
b) La solitudine. Corre un proverbio: “ Vecchi e malati stanno bene ritirati “.
Gli ammalati affermano che “ è più grave l’isolamento e la solitudine della
stessa malattia “.
c) L’ambiente secolarizzato, laicizzato, politicizzato e, in genere, l’ambiente
del benessere. In particolare gli ammalati hanno definito laicizzati in genere
tutti gli Ospedali per le malattie acute e gli Istituti a lunga degenza.
Ricoveri. Case di Riposo...
In certi Istituti per il recupero fisico-motorio e professionale di giovani
handicappati a gestione statale o regionale è stata indicata nel 3-4% la
percentuale di quelli che frequentano iniziative di culto.
Denunciati in genere l’ambiente materializzato e troppo umano che circonda
l’ammalato anche in associazioni per gli ammalati, la stampa pornografica e i
mezzi di comunicazione sociale che non favoriscono una visione di fede ed una
crescita in essa.
d) La società, in genere, compassiona l’ammalato (“ il povero disgraziato “), lo
emargina, lo rifiuta se cerca di inserirsi.
Nella società materialistica la sofferenza è vista solo come negazione, i
problemi degli ammalati sono spesso sconosciuti o, per comodità, ignorati,
oppure si fa pesare all’ammalato il suo stato.
e) C’è anche la pigrizia e la cattiva volontà dell’ammalato stesso
- che non si accetta,
- che si vergogna di presentarsi in pubblico,
- che si chiude in se stesso.
f) C’è infine, a favorire la ribellione alla sofferenza, la mancanza di aiuto da
parte della comunità cristiana, da parte dei Sacerdote e della Chiesa Locale.
Gli ammalati hanno rilevato che manca una catechesi adeguata, si sviluppa una
Pastorale troppo spesso soltanto consolatoria e manca un coordinamento tra le
Associazioni che si interessano degli ammalati.
“ Da una parte del gruppo è stato fatto presente che è doveroso per quegli
ammalati che hanno scoperto la risposta al problemi del dolore, che la
comunichino agli altri onde anche essi possano arrivare a capire che dalla sua
morsa, anche se è difficile, è possibile uscirne scoprendone l’utilità.
L’isolamento causato dalla malattia è paventato più dei male stesso “.
“ E’ necessario non isolarci ma vivere in comunione con i fratelli poiché ognuno
ha il suo dono da portare. Un’ammalata afferma che l’amicizia le è stata di
grande aiuto per superarsi ed accettare la croce con serenità “.
“ Un apporto negativo viene anche sul piano generale del condizionamento che
l’ammalato è costretto a subire dai mezzi di informazione e dalla propaganda
intensa di movimenti laici e atei che tendono ad attirarli nelle loro file.
Certi giornali e riviste, certi passatempi che qualcuno vorrebbe dare
all’ammalato perché abbia più sollievo, sono invece enormi ostacoli per
accettare la Volontà di Dio che si manifesta nella sofferenza “.
“ Nel nostro gruppo si sono fatte tre distinzioni:
- sofferenza accettata e valorizzata: avviene nella Fede perché questa ci fa
comprendere che anche Cristo l’ha scelta come via regale per la salvezza di
tutti e che noi, membra vive del Suo Corpo, siamo impegnati a continuare la
stessa missione;
- sofferenza subita: avviene per l’ambiente, per la mancanza di qualcuno che
possa aiutare l’ammalato a valorizzare il suo stato o per il carattere stesso
della persone,
- sofferenza negata (cioè come negazione): avviene per la mentalità del mondo
materialista che vede la sofferenza solo in modo negativo “.
“ Un ammalato ha detto di soffrire di solitudine perché i familiari non
accettano visite degli amici. Questo è il problema di molti “.
“ Una signora del gruppo ha affermato che la situazione di fede degli ammalati
dipende soprattutto dall’ambiente familiare in cui vivono, e cioè, se la
famiglia vive di fede, l’ammalato riesce più facilmente ad accettare la sua
situazione. Se invece l’ambiente è indifferente religiosamente, l’ammalato si
trova in difficoltà di fronte a se stesso e agli altri... Un’ammalata però ha
reagito prontamente dicendo che anche chi vive in una famiglia cristiana ideale,
quando si rende conto del proprio stato, può ribellarsi perché l’accettare con
fede è un atto personale di chi soffre, una conquista e una scoperta personale,
e non di chi sta vicino all’ammalato “.
“ Motivi della non accettazione della sofferenza emersi dal gruppo:
- essere rifiutati dagli altri,
- cambiamento totale della propria vita precedente,
- l’allontanamento degli amici,
- per molti sentirsi di peso agli altri e sentirsi inutili “.
“ Nelle cliniche pubbliche e private c’è poca assistenza religiosa. Ciò
dipende dalla loro impostazione laica. C’è molta indifferenza religiosa, mentre
il malato desidera di essere più aiutato ed incoraggiato nel bene.
In certe Associazioni, da parte di chi assiste, c’è egoismo e noncuranza e
spesso, purtroppo, tanta formalità “.
“ Per noi testimoniare la fede significa vivere in grazia di Dio come Gesù ci
chiede e trasmetterla agli altri:
- per i sani, attraverso il lavoro,
- per noi impediti, attraverso la preghiera, attraverso il nostro comportamento,
avere cioè sempre il sorriso sulle labbra, anche se qualche volta costa qualche
lacrima. Questo non sempre si riesce a farlo perché la società ce lo impedisce,
perché ci considera sempre degli emarginati in quanto non rendiamo nulla e
veniamo commiserati e chiamati dei poveri disgraziati “.
“ La sofferenza più grande per me - dice un’ammalata del gruppo - è quella di
farmi vedere paralizzata; questo mi costa di più dei dolori che sento; però
accetto per completare in me ciò che manca alla passione di Cristo “.
“ Da tutto il gruppo è stata evidenziata la scarsità di catechizzazione degli
ammalati, di conseguenza l’atteggiamento della maggior parte di essi di
indifferenza e anche di ostilità al problema della fede. In tali condizioni è
assolutamente impossibile (senza un diretto intervento dello Spirito Santo) una
accettazione della sofferenza per fini soprannaturali. Infatti anche la normale
catechesi preparatoria per i bambini nella maggioranza dei casi è negata agli
ammalati.
Abbiamo notato che la responsabilità di tale situazione può attribuirsi a
diverse cause e abbiamo evidenziato quelle degli ammalati stessi che hanno già
fatta questa scoperta, i quali devono sentirsi impegnati a diventare apostoli
verso gli altri fratelli sofferenti.
I Sacerdoti dovrebbero considerare gli ammalati a pari degli altri e tutta la
comunità dovrebbe essere più sensibile nell’aiutare i membri ammalati ad
inserirsi nella dinamica della maturazione della fede.
Facciamo una richiesta a Mons. Novarese di portare la voce degli ammalati, nei
modi che crederà opportuni, nella Conferenza Episcopale Italiana (se possibile
anche al prossimo Congresso d’autunno su Evangelizzazione e Promozione Umana)
perché sia inventata una vera Pastorale degli Ammalati che li aiuti a maturare
come uomini e come cristiani “.
4) L’ACCETTAZIONE DELLA SOFFERENZA PUO’ CONOSCERE ALTI E BASSI E MOMENTI DI
CRISI. E’ CERTAMENTE FRUTTO DI GRAZIA, MA VIENE FAVORITA ANCHE E SOPRATTUTTO
DALLA TESTIMONIANZA DI ALTRI AMMALATI, DALLA PRESENZA Di FRATELLI Di FEDE.
MOLTISSIMI AFFERMANO DI AVER TROVATO NEL CENTRO VOLONTARI DELLA SOFFERENZA E
NELLE SUE INIZIATIVE (ESERCIZI SPIRITUALI, VITA DI GRUPPO ... ) LA VIA DELLA
FEDE E DELLA VALORIZZAZIONE DELLA LORO VITA. I MOTIVI UMANI, AD ESEMPIO VEDERE
CHE ALTRI STANNO PEGGIO O L’AIUTO SOLO MATERIALE, HANNO IN GENERE UN VALORE
MOLTO RELATIVO, SOLO LA VISIONE DI CRISTO CROCIFISSO DA’ ALL’AMMALATO UNA
RISPOSTA ADEGUATA AL PROBLEMA DELLA SOFFERENZA.
“ Ci sono alcune iniziative laiche e materialistiche che cercano di dare
all’ammalato una pensione, una mutua ed un inserimento nella società, ma
all’ammalato non bastano queste cose. I gruppi cristiani devono dare anche
questo, ma qualcosa di più dal lato spirituale sul piano della fede “.
“ L’ammalato non gradisce di essere commiserato, perché ha il suo posto ed il
suo ruolo nella Chiesa e nella società.
L’ammalato va valorizzato, perché acquistando il senso e la dignità della
persona umana, rende il cento per cento.
In questo campo il Centro Volontari della Sofferenza offre un contributo
prezioso non solo in direzione spirituale, ma anche a livello professionale “.
“ Senza la grazia e la fede, l’opera buona è filantropia”.
“ La sofferenza è il pilastro del mondo anche se la gente non lo capisce e ci
schernisce. Gesù ci ha scelti per aiutarlo e redimere il mondo “.
“ Molti ammalati accettano la loro malattia con fede, però passando attraverso
inevitabili periodi di buio, con un senso di abbandono d’a parte di tutte le
persone che li circondano e sembra, da Gesù stesso.
Alcuni dopo questi periodi riescono a risorgere e ritrovano la fede persa e si
mettono con la loro sofferenza nel giusto Posto, cooperando alla redenzione e
ritenendosi parte integrale del Corpo Mistico di Cristo “.
“ Noi Volontari della Sofferenza dobbiamo cercare di conoscere sempre di più la
nostra vocazione alla sofferenza e dare sempre meglio alla Chiesa e alla società
il nostro contributo “.
5) ALCUNI PROBLEMI SCOTTANTI EMERSI SOPRATTUTTO TRA I GIOVANI:
Come conciliare l’esistenza di Dio con il problema dei male e della
sofferenza.
Come conciliare la bontà di Dio Padre con la sofferenza da Lui permessa.
Il problema del dolore innocente.
Il Problema della libertà personale di fronte alla vocazione dei sofferente.
La sofferenza come conseguenza dei peccato: sofferenza-castigo, dei singolo?
della famiglia? dei peccato dei mondo? Come? Perché?
“ Premesso che per vivere ed accettare la consolante realtà del Corpo Mistico è
necessaria la Fede, Fede che è dono di Dio ed al tempo stesso frutto della
nostra personale, continua e costante ricerca, si rileva che purtroppo molti
ammalati credono poco e talvolta malamente, Hanno cioè di Dio e di Cristo una
concezione alquanto distorta: li considerano più disposti a castigare e a punire
che ad amare. Soltanto credendo in Dio, Padre Creatore e in Cristo, Fratello
Redentore, si può arrivare all’accettazione attiva della propria sofferenza “.
“ Parlando della sofferenza che è anche vocazione, è stata posta una domanda: Se
la vocazione è una scelta, posso io rispondere di no? cioè, con la sofferenza,
come si può parlare di vocazione se chi non l’accetta non può disfarsene? “.
“ Alcuni si ribellano al dolore e dicono di non credere in Dio:
un ragazzo di 18 anni portato a Re per la prima volta da un ammalato del Centro
dice che è comodo credere ed egli non vuole questo appoggio anche perché con la
ragione non si può spiegare l’esistenza di questo Dio;
una laureata paralizzata presente anch’essa per la prima volta non crede perché
sarebbe un Dio che punisce e che permette queste ingiustizie.
Altri hanno detto che questi atteggiamenti dipendono dall’ambiente e
dall’educazione. Anche l’isolamento di molti ammalati non favorisce questa
coscienza cristiana. Fanno più fatica a credere i giovani per i tanti desideri
che hanno e che rimangono senza risposta, anche perché la loro fede non è ancora
matura “.
“ Molti giovani sentono la sofferenza come un casti e non come un mezzo per
realizzare il piano di Dio “.
II - ERRORI E PECCATI CORRENTI PIU’ GRAVI E PIU’ COMUNI, INDIVIDUALI,
FAMILIARI E SOCIALI VISTI IN SE STESSI.
Gli ammalati, attenti osservatori e spesso vittime degli errori più gravi che
travagliano la società, hanno denunciato gli errori seguenti sulla traccia dei
Messaggi di Lourdes e di Fatima (preghiera, invito alla penitenza, sottomissione
alla Gerarchia) che sono Messaggi per il nostro tempo:
A) ERRORI CHE SI OPPONGONO DIRETTAMENTE ALLA VITA DEL CORPO MISTICO:
1) L’ateismo, teorico e pratico, con conseguente perdita dei senso religioso
della vita e dei senso dei peccato.
Se nel secolo scorso al posto di Dio fu messa la ragione dell’uomo, nel secolo e
soprattutto nell’epoca presente si è messo il danaro, il sesso, la sete di
potere, il benessere, il lusso, le comodità...
“Il più grave errore è l’ateismo perché nega il fondamento della fede. E’
conseguenza del benessere e quindi del sentirsi autosufficienti. E’ anche
conseguenza di una ragione che si fa idolo e si sostituisce a Dio. Seguono: il
razzismo, la droga, la violenza, l’immoralità intesa nel senso più ampio, cioè
non solo scandalo e pornografia, ma anche ingiustizia “.
“ L’ateismo che oggi imperversa nel mondo porta a tutti i vari errori
individuali, familiari e sociali, come il divorzio, l’aborto, l’eutanasia, la
droga, la pornografia, le cattive letture e trasmissioni televisive...
“ Lourdes la Madonna intervenne perché gli uomini avevano incominciato a credere
più nella scienza che in Dio; a Fatima ha chiesto preghiera e penitenza perché
il comunismo non propaghi nel mondo i suoi errori “.
“ L’uomo dei XVIII e del XIX secolo, sotto l’influsso di errate ideologie e di
sbagliate correnti filosofiche, voleva sbarazzarsi dell’idea di Dio, ma si
accorse di aver bisogno di credere in qualcosa di superiore a sé e non trovò di
meglio che divinizzare la ragione umana.
Da questo primo madornale sbaglio, altri ne seguirono come logica conseguenza:
primo fra tutti il materialismo (quello capitalista e poi quello comunista) che
generò a sua volta l’edonismo egoistico.
Questi errori hanno impedito o per lo meno ritardato lo sviluppo della Chiesa,
Corpo Mistico di Cristo “.
2) Il materialismo teorico e pratico. La concezione materialistica della vita
ha prodotto:
- lo scardinamento dei valori religiosi, spirituali ed umani che stavano alla
base della vita individuale, familiare e sociale,
- ed il secolarismo che esalta i soli valori temporali con esclusione di ogni
realtà spirituale.
In tale concezione avviene un capovolgimento dei valori: utilitarismo (vale ciò
che è utile), attivismo e profitto... l’uomo vale per quello che produce, per il
posto che occupa, per le sue doti umane, per la sua ricchezza. Si ha così la
emarginazione del vecchio e dell’ammalato.
“ Lo sviluppo economico ha fatto si che l’uomo non ami più le persone che
soffrono perché proteso verso altre cose.
In tale società uno vale secondo quanto produce. Chi non produce è emarginato
perché non serve a niente “.
“ L’allargarsi della cultura ha reso la scelta dei giovani molto difficile,
anche perché il materialismo indirizza verso l’impegno pratico piuttosto che
verso la riflessione sui valori “.
“ Il benessere inteso come fine e non come mezzo ci porta al materialismo, cioè
a far meno di Dio, non credere più alle verità eterne e quindi all’ateismo. Da
alcuni è stato detto che la grande libertà di sesso che c’è oggi è un grande
errore. Infatti “ la Dichiarazione dei Vescovi sull’etica sessuale “ ha visto
l’urgenza di opporsi a questi errori e comportamenti largamente diffusi “.
3) Il laicismo anticlericale e massonico. Esso:
a) anima le istituzioni Sociali più importanti, la scuola (da quella materna
sottratta alle parrocchie e agli istituti religiosi, all’università dove domina
sovrano), l’assistenza sanitaria in tutte le sue espressioni...
b) crea le convergenze di tutte le forze sociali e Politiche anche antitetiche
(dai liberali alla estrema sinistra) per abbattere i principi morali e gli
ordinamenti spiritualmente sani creati attraverso i secoli dalla Chiesa e dalla
società cristiana (si è già visto in occasione dei problema dei divorzio e
dell’aborto),
c) sostiene, dirige e forse finanzia i mezzi di comunicazione sociale perché
siano strumenti di errori, di immoralità (pornografia, libero amore, culto del
sesso) di violenza, di disordine e condizionino le libere scelte dell’uomo.
“ La negazione e la lotta contro Dio viene fatta in modo diplomatico, attraverso
la televisione, la stampa e l’impostazione pagana della vita “.
“ Abbiamo una scuola che va in sfacelo perché non più formativa, ma
secolarizzata con conseguenze assai deleterie per la formazione di questa
gioventù, futura classe dirigente. Quando nell’uomo si è tolta l’idea di Dio,
ogni dovere diventa un assurdo e si va facilmente alla ricerca di permissività,
diluendo la serietà di quelle leggi morali che dovrebbero essere fondamentali
per l’uomo “.
“ I mezzi di comunicazione sociale, in mano alle correnti marxiste e laiciste,
portano all’ateismo e al materialismo perché presentano la fede come una
alienazione dei popoli. L’uomo avrebbe creato l’aldilà per non sentirsi
sconfitto “.
4) Il comunismo. E’ l’espressione politica e sociale più forte del
materialismo ateo e dei laicismo anticlericale
- per penetrare capillarmente in tutte le istituzioni,
- e per materializzare e scristianizzare la vita.
“ La Madonna nella sua Apparizione a Fatima aveva predetto l’affermazione della
ideologia atea, riferendosi in modo particolare al marxismo-comunismo che ha
come scopo principale la sradicazione dell’idea di Dio dalla coscienza
dell’uomo. Purtroppo oggi assistiamo alle conseguenze più nefaste allorché manca
questa idea di Dio: dissacrazione della famiglia, egoismo, ricerca sfrenata del
piacere e anarchia di fronte a tutte le Leggi di Dio “.
“ Il comunismo divulga le sue idee materialiste e tante persone le accolgono
come il vero messaggio di giustizia sociale, ignorando la Parola dei Vangelo “.
“ Anche il comunismo contribuisce a renderci atei e contrari a quello che il
Signore ci ha insegnato. Il comunismo lavora attivamente ed intelligentemente
per attirare sempre più persone e promettendo una maggiore libertà che è solo
permissivismo e questo nel mondo moderno favorisce l’indifferentismo “.
B) ERRORI CHE SI OPPONGONO ALLO SVILUPPO DEL CORPO MISTICO:
1) Secolarizzazione nel Clero che tende al secolarismo, cioè all’esclusione
dei principi morali-cristiani.
L’abbandono molto frequente dei sacerdoti porta sempre una ferita, uno scandalo,
l’allontanamento di tanti, toglie credibilità al Messaggio Cristiano. Gli
ammalati ne soffrono. Hanno espresso sempre questo con estrema delicatezza.
La tendenza al secolarismo nel Clero si manifesta in particolare:
a) nel contegno e nel rapporto con gli altri,
b) nell’associazionismo soprattutto giovanile che non forma e sfocia a volte nel
comunismo stesso,
c) nell’orizzontalismo:
- che pone in primo piano l’attivismo,
- che pone in secondo ordine le pratiche di culto,
- che dà spazio solo alla preghiera comunitaria di un certo timbro,
- che esclude le tradizionali pratiche religiose (Santo Rosario, culto dei Sacro
Cuore),
- che accentuando al massimo i problemi sociali ed assistenziali, dirige tutti i
suoi sforzi verso di essi e verso il Terzo Mondo, lasciandosi trasportare da una
euforica ed improduttiva contestazione facilmente strumentalizzata dalle forze
politiche laiche.
“ L’ambiente secolarizzato che avvalora tutte le tesi che emergono, sia positive
che negative, porta il cristiano che non ha formazione religiosa profonda a
staccarsi progressivamente dalla Chiesa “.
“ I giovani portati all’altruismo guardano più alle opere di misericordia
corporale (tipo soccorso al terzo mondo e ai terremotati) che a quelle
spirituali. E’ più facile infatti dare materialmente che spiritualmente “.
“ Il nostro gruppo ha rilevato che certi gruppi giovanili, dopo aver fatto
esperienza parrocchiale di vita comunitaria, non seguono le direttive della
Chiesa ma seguono l’andazzo di ideologie laiciste “.
“ L’abbandono delle pratiche religiose (pubbliche e private) porta all’ignoranza
religiosa e le rappresentazioni televisive e cinematografiche, la moda e gli
scandali pubblici, fanno perdere al singolo la sensibilità morale e religiosa...
Anche lo sbandamento, sia pur piccolo, da parte di qualche persona consacrata,
influisce a diffondere fra le masse l’indifferentismo e l’irreligiosità. Anche
la tiepidezza degli stessi cristiani praticanti favorisce questo stato di cose
“.
“ Sembra che nella Chiesa si voglia aprire a tutti e facilitare ogni cosa, ma
viene a mancare la vera spiritualità. Lo vediamo nelle nostre Parrocchie dove ci
si apre a qualsiasi esperienza tranne che alla vita della grazia mediante i
Sacramenti “.
“ Nell’ambito del Clero ci sono Sacerdoti che rifiutano l’ubbidienza
all’Autorità e che trascurano la propria missione pastorale per dedicarsi ad
altre attività; a noi laici d’altra parte manca, per nostra pigrizia, una
conoscenza adulta della Pastorale e quindi anche il coraggio di presentare agli
altri il vero volto di Cristo con una vita di vero amore e di comunione “.
2) Individualismo, tanto nel Clero quanto nei cristiani, che si manifesta in
particolare:
a) nello scardinamento dell’autorità gerarchica: ognuno agisce a modo suo e
spesso in modo indisturbato. C’è una a Chiesa del dissenso a che sembra
camminare tranquilla facendo proseliti sempre più numerosi;
b) nella ricerca dei propri interessi, nella conservazione delle posizioni di
comodo, nell’assenteismo di fronte agli impegni concreti di testimonianza e di
servizio agli altri, completamente dimentichi dei prossimo, del Regno di Dio,
degli ammalati (Gli ammalati hanno usato spesso la parola “ strafregandosene del
prossimo “).
“ La Madonna a Fatima predisse anche un indebolimento di ubbidienza al Magistero
della Chiesa con gravissime conseguenze nella formazione dei Popolo di Dio: ciò
che si nota al giorno d’oggi nel permissivismo morale e nel lassismo di persone
che hanno giurato fedeltà a questo Magistero “.
“ L’errore secondo noi più grave, quello che comprende tutti gli altri, è
l’egoismo che presenta questi particolari risvolti:
l’indifferenza degli uni verso gli altri, soprattutto verso gli anziani e i
malati;
la ricerca spasmodica della libertà, che porta a negare ogni legge umana e
divina;
l’assenteismo nei riguardi dei problemi della Chiesa che sfocia
nell’irreligiosità e nell’ateismo “.
“ E’ convinzione abbastanza comune fra i giovani che si possa vivere la propria
fede in termini privatistici, curando cioè un certo rapporto personale con Dio
(osservanza del decalogo e qualche pratica religiosa) disinteressandosi poi
altamente del prossimo “.
“ Fra gli errori più gravi e più comuni, oltre la ricerca disordinata del
benessere e il materialismo con tutte le sue conseguenze; c’è
un’insubordinazione orgogliosa da tutto quello che prima la Chiesa ci insegnava
ed i fedeli accettavano: si è messo in discussione tutto e si dichiara ora
lecito ciò che prima sembrava perfettamente logico rifiutare “.
3) Indifferentismo e superficialismo, in parte del Clero ed in tanti
cristiani. Si manifesta:
a) in alcuni con un cristianesimo fatto più di tradizione che di convinzioni
personali,
b) in molti con la paura di compromettersi, di prendere precise posizioni
conformi al Vangelo sul piano sociale, politico, morale,
c) in altri con il rispetto umano, addirittura con un complesso di inferiorità:
sono i cristiani che si vergognano del loro credo,
d) molte volte si scende nel compromesso, fra Vangelo ed ateismo, si
diminuiscono i Comandamenti per comodità, si tengono i piedi in molte staffe per
i propri interessi.
“ Ci si lascia troppo condizionare da fattori esterni, quali i mezzi di
comunicazione sociale che spingono verso una mentalità atea.
Manca però anche l’impegno, la serietà e la coerenza nei cristiani. Abbiamo
l’esempio di sétte religiose e di partiti e movimenti politici che si impegnano
a fondo nelle loro idee e non restano freddi o indifferenti come noi cristiani.
Basta fare il confronto fra una processione nostra e un corteo di qualche
movimento laicista “.
“ Siamo facili a vedere i mali e a lamentarci, senza fare poco o nulla per
vincerli. Ci vorrebbe un maggior impegno dei cristiani per istruirsi e
approfondire la religione.
I nemici studiano e si preparano.
Si pratica spesso solo per tradizione, senza saper portare i motivi profondi
della propria fede “.
“ Abbiamo soprattutto constatato che noi cristiani ci accostiamo alle varie
ideologie in voga, con un senso di inferiorità, quasi fossimo noi ad imparare da
loro ed intanto le giustifichiamo con il pluralismo “.
“Vediamo oggi che noi cristiani facciamo fatica a qualificarci nella società,
tendiamo al compromesso adattando il cristianesimo a dottrine atee “.
4) Permissivismo e relativismo morale in ogni campo, specialmente
- circa l’integrazione affettiva,
- circa la presunta liceità di soddisfare tutti gli istinti,
- circa la confusione tra istinto e vocazione al matrimonio.
“ C’è una concezione errata della libertà: cioè tutto è lecito; faccio quello
che voglio “.
“ Troppa permissività e lassismo in qualsiasi ambiente, anche in quello
ecclesiastico “.
“ Una permissività in tutti i campi porta gli uomini ad agire senza di Dio e
conduce all’indifferentismo per le cose più essenziali, che riguardano il fine
ultimo dell’uomo”.
“ Il permissivismo, per cui tutto è moralmente lecito, sradica le poche
convinzioni religiose acquisite nell’infanzia e non stimola alla ricerca dei
valori spirituali”.
C) RIFLESSI DI TALI ERRORI NEGLI INDIVIDUI, NELLE FAMIGLIE, NELLA SOCIETA’.
Gli ammalati hanno indicato in questi tre settori fondamentali i seguenti
riflessi:
1) Nell’individuo
- Frequente in tanti l’abitudine alla bestemmia ed al turpiloquio.
- La ricerca smodata del benessere e del proprio interesse.
- L’orgoglio, l’ambizione, una grande fiducia in se stessi, nelle proprie
capacità e nei mezzi umani.
- La mancanza di fede e di amore.
- La schiavitù del sesso e del libero amore.
- L’incoerenza: si verifica quasi una vivisezione fra il cristiano ed il
cittadino, fra il professionista e l’uomo privato.
“ Fra i peccati dell’uomo di oggi sono stati, nel gruppo, indicati soprattutto i
seguenti:
- innanzitutto la superbia: l’avvento della grande scienza ha portato l’uomo a
pensare di essere autosufficiente e di non aver bisogno più di Dio, di
conseguenza abbiamo l’ateismo, il materialismo;
- Poi la sete di danaro, il facile guadagno senza lavorare onestamente per
raggiungere un grande benessere materiale e la ricerca del divertimento illecito
e smodato;
- ancora, la sete di potere, 1’arrivismo, non guardare in faccia a nessuno pur
di superare gli altri “.
“ La mancanza di spirito di sacrificio è un peccato individuale che comprende
anche gli altri “.
2) Nella famiglia
Gli ammalati hanno detto in generale che la famiglia è in sfacelo perché non si
fonda più sulla parola di Dio e sui Sacramenti. Hanno poi in particolare
sottolineato alcuni mali propri della famiglia di oggi:
- I mali più gravi sono l’infedeltà, il divorzio e l’aborto.
- Manca nei giovani una adeguata preparazione al matrimonio. Si guarda più agli
aspetti economici, sociali e sentimentali che a valori più profondi.
- L’emancipazione della donna spesso è male interpretata. Infatti al
riconoscimento della parità dei diritti fra uomo e donna, non fa riscontro la
coscienza esatta dei compiti specifici. Il lavoro extradomestico della donna,
non sempre adeguato, ha cambiato la sua fisionomia di sposa e di madre.
- La famiglia spesso non è più l’ambiente della preghiera comunitaria. La
televisione ha tolto quel po’ di tempo che rimaneva per pregare e per dialogare
“tolte le pratiche religiose - affermano all’unanimità gli ammalati - è tolto
Dio “.
- Tante volte la famiglia è divenuta un albergo dove solo si mangia e si dorme.
- Non è più scuola di educazione per i figli, sia per la mancanza di
testimonianza cristiana da parte dei genitori, sia per la neutralizzazione degli
insegnamenti dei genitori da parte della società (scuola, mass‑media, ambiente
... ).
- Ai giovani i genitori vogliono risparmiare tutti i sacrifici che essi hanno
fatto per farsi una posizione, di conseguenza essi diventano: abulici,
prepotenti, incontentabili.
- Mancanza di dialogo fra genitori e figli.
- Esclusione degli anziani ed allontanamento degli handicappati ed ammalati
lungodegenti negli Istituti.
- Scardinato nella famiglia il principio dell’autorità e dell’ubbidienza.
“ Alla nuova generazione abbiamo dato tutto per rendere loro la vita più facile
della nostra, ma non abbiamo saputo darle un’anima, un amore autentico, uno
spirito di sacrificio, una vita coerente con la nostra fede “,
“ La generazione dei grandi, per evitare ai giovani le difficoltà e le prove a
cui essi sono stati sottoposti (povertà, guerra ... ) li ha educati con troppa
libertà, indulgenza e leggerezza “.
“ Fra gli errori familiari c’è la poca preparazione prima del matrimonio. Per
questo c’è poi poca unione tra i coniugi e tra figli e genitori. Molti giovani
si sposano solo civilmente. Che educazione cristiana daranno ai loro figli? “.
“ Il diritto della parità fra uomo e donna è mal compreso, perché nella parità
dei diritti non viene specificata la distinzione dei compiti... “.
“ Mali della famiglia sono l’infedeltà, l’aborto e il divorzio “.
“ Nell’ambito familiare si denuncia la mancanza di dialogo fra genitori e figli,
il diminuito senso di responsabilità dei genitori che amano i figli in modo
sbagliato “.
“ Si mettono in ricovero i vecchi perché non si può assisterli in casa; la scusa
è che i più giovani devono andare a lavorare, la realtà spesso è che si tengono
in casa finché rendono “.
“ La famiglia non trova mai il tempo per l’impegno religioso: solo lavoro e
divertimento, egoismo ed indifferenza religiosa “.
3) Nella società
Oltre ai mali ed errori sopra elencati che si oppongono alla vita ed allo
sviluppo della Chiesa, Corpo Mistico di Cristo, gli ammalati hanno indicato,
quali mali sociali, i seguenti:
a) La società si sta costruendo senza Dio e contro Dio. Il fatto religioso
diventa una sovrastruttura.
b) “ Politicizzazione “: che condiziona non solo la vita sociale ma anche quella
individuale e familiare, la cultura e l’educazione.
c) “ Immoralità “: nella pornografia, nella moda, nei mezzi di comunicazione
sociale, nella pubblicità, nella droga.
d) “ La scienza a usata per la distruzione e non per il bene e la violenza, il
sequestro di persona, i rapimenti, la disonestà professionale: tutto per il
facile guadagno.
e) Sono scelti come modelli i popoli e le nazioni più progredite economicamente
ma spiritualmente più vuote: società consumistica.
f) Arrivismo, sfruttamento, ingiustizie, non accettazione degli handicappati
negli ambienti di lavoro contro le norme di legge.
L’ammalato in tale contesto sociale si sente sempre più inutile ed isolato.
“Il gruppo ha distinto gli errori ed i peccati di oggi.
Errori: materialismo (l’uomo rifiuta la dimensione spirituale); razionalismo (si
crede solo ciò che si capisce con la ragione), ateismo (molto spesso più pratico
che teorico per cui si potrebbe meglio chiamare indifferentismo).
Peccati: egoismo, superbia portata all’eccesso fino a rifiutare ogni autorità
divina, ricerca del piacere, pornografia, ingiustizia sociale, emarginazione
voluta nei confronti di noi ammalati “.
“ Il mondo sociale non ritiene più la religione un valore costruttivo e
fondamentale e la ignora o la vuol ignorare.
D’altra parte molti giovani, non conoscendo bene la dottrina sociale della
Chiesa, pensano che la promozione sociale venga portata avanti solo da partiti
laicisti “.
“ La società che oggi si è creata è basata sul materialismo, l’immoralità, la
bestemmia, la stampa cattiva, la violenza che dilaga... causate dai mass-media,
dall’ateismo, dal permissivismo e, dalla secolarizzazione “,
“ Nel materialismo l’uomo non ritrova se stesso, per cui ci sono oggi molti
suicidi, omicidi, nevrosi, ecc. “.
“ Si sono voluti imitare i popoli socialmente più progrediti, ma che vivono
nell’indifferenza e nell’assenteismo, negando Dio e ritenendo che si possa
vivere senza il Suo aiuto in libertà ed autonomia “.
III - LE CAUSE DI TALI ERRORI.
La causa principale della diffusione di tali errori tra il popolo cristiano è
stata indicata dagli ammalati nella ignoranza religiosa e nella mancanza di
evangelizzazione.
I motivi fondamentali sono gli errori che si oppongono alla vita ed allo
sviluppo dei Corpo Mistico e che dilagano con una propaganda organizzata fra il
popolo cristiano soprattutto attraverso
- la scuola laicizzata,
- la scuola e la propaganda dei partiti laici,
- i mezzi di comunicazione sociale strumentalizzati politicamente e da tutto il
fronte laico,
e cioè l’ateismo, il materialismo, il laicismo, il comunismo, il secolarismo,
l’individualismo, l’indifferentismo ed il permissivismo.
“ Le principali cause dell’ignoranza religiosa sono:
- la mancanza di interesse nel conoscere ed approfondire la Parola di Dio e
quindi nel testimoniarla;
- la secolarizzazione, cioè il predominio delle cose terrene;
- la smodata ricerca del benessere materiale che porta all’indifferenza verso i
problemi dello spirito;
- il cattivo esempio che viene da una certa parte del Clero e da laici che si
professano cattolici;
- la diffusione del comunismo che si basa sull’ateismo, sul materialismo e sulla
lotta ad ogni forma di religione “.
“ Tutti questi errori sono propagati soprattutto dai mezzi di comunicazione
sociale i quali creano una mentalità che restringe sempre il posto di Dio nel
cuore dell’uomo. C’è anche la pigrizia dei figli della luce che molte volte si
accontentano di criticare l’errore senza lottare per riportare Dio al primo
posto nel cuore dell’uomo “.
“ L’azione negativa dei partiti laicisti che pur aiutando, forse, a migliorare
le condizioni economiche della società, danneggiano irrimediabilmente il fondo
spirituale “.
Oltre a tutto questo gli ammalati hanno indicato alcune cause che direttamente
spiegano l’ignoranza religiosa ed una evangelizzazione carente ed inefficace:
1) La mancanza di testimonianza e di coerenza cristiano, anche nei sacerdoti
e nel religiosi:
- la vita non corrisponde al messaggio della Croce,
- manca una vera coscienza nei cristiani dei loro Battesimo,
- l’indifferentismo di molti.
“ Troppo spesso abbiamo paura di manifestare il nostro cristianesimo, sentiamo
vergogna di dire una parola buona, abbiamo paura delle critiche, mentre non ci
si vergogna di fare il male “.
“ Anche molti fedeli, arrivati ad un certo grado di agiatezza, trascurano i
Comandamenti di Dio e i Precetti della Chiesa, non vanno più a Messa e pian
piano cadono nell’indifferentismo religioso. Da qui vengono la mancanza di fede
e di carità, la perdita del timore di Dio, la negazione dell’aiuto ai fratelli
che vivono nella malattia e nella vecchiaia perché non sono più parte produttiva
nella società dei benessere “.
“ Fra i motivi che hanno permesso il diffondersi di dottrine materialiste e
laiciste c’è il cristiano che tradisce la sua vocazione e vive una religiosità
di comodo che non lo fa sentire parte di una comunità di fratelli, coi quali
condividere il pane e gli altri doni di Dio. La Madonna nelle sue Apparizioni è
venuta a ricordare all’uomo e al cristiano qual’è la sua strada, per richiamarlo
alla fedeltà al disegno di Dio .
2) L’ignoranza della Sacra Scrittura.
Nonostante la riforma liturgica e lo sforzo dei Concilio di impegnare i
cristiani nella lettura della Parola di Dio, manca spesso il contatto diretto
con la Bibbia, per cui i singoli fedeli non sanno reagire all’azione capillare
fatta
- dalla propaganda laicista che scardina i principi della fede e della vita
cristiana,
- dalle sette protestanti, soprattutto dai Testimoni di Geova, la cui azione è
stata denunciata dagli ammalati fortissima in tutta Italia.
“ Mancanza di interessamento e di lettura della Sacra Scrittura. Ignoranza
religiosa, mancanza di insegnamento dei catechismo e poco interesse dei genitori
perché i bambini vengano istruiti sulla Divina Rivelazione “.
“ La mancanza di istruzione religiosa è causata anche dal comunismo che dilaga,
dove non è ancora al potere, perché i cristiani non si impegnano e così lui si
infiltra nascostamente.
Altre cause sono: il poco impegno dei cristiani nel conoscere la Sacra
Scrittura; l’insegnamento tendenzioso nelle scuole; il pluralismo e l’ambiente
secolarizzato con conseguente disorientamento...”.
“ Se la Chiesa fosse costituita da membri sostenuti da una vera fede, tutti gli
errori potrebbero essere superati perché solo il cristiano vero può portare un
messaggio di gioia e di speranza, superiore a tanti vuoti valori materialistici.
Purtroppo non è così, per cui si sente la necessità di una vera evangelizzazione
che possa portare la comunità cristiana ad una fede adulta e non ad una
religione naturale che crolla alle prime avversità “.
“ Riguardo al Vangelo, lo interpretiamo un poco a modo nostro, ossia accettiamo
quello che ci fa comodo, mentre tralasciamo quello che comporta sacrificio “.
3) In modo dei tutto particolare è stata indicata, quale causa dell’ignoranza
religiosa, la confusione delle idee, il disorientamento dottrinale, la mancanza
di unità nell’insegnamento religioso, un permissivismo morale non solo pratico
ma anche ideologico per cui tanti, e non solo ammalati, si domandano da che
parte sia la verità. Gli ammalati hanno indicato alcune cause di questo
disorientamento:
a) un esagerato “ pluralismo “, inteso come libera circolazione e libero
insegnamento di idee chiaramente opposte tra di loro e tante volte non concordi
con l’insegnamento religioso tradizionale;
b) i documenti ufficiali della Santa Sede che presentano la verità sulla linea
del Concilio, o spesso non vengono spiegati ai fedeli, o talvolta vengono
anch’essi inseriti nel pluralismo dottrinale corrente, quasi si trattasse di
opinioni che hanno avuto il sopravvento su altre;
c) l’applicazione del Concilio sul piano dottrinale e pratico, non sempre è
adeguata
- o per difetto, a causa di un tradizionalismo esagerato,
- o per eccesso, a causa di applicazioni assolutamente arbitrarie.
“ Gli errori più gravi e più comuni della società a nostro avviso sono
dovuti:
- ad una rapida evoluzione dei tempi e alla confusione di tante ideologie;
- alla mancata preparazione culturale del popolo cristiano soprattutto sul piano
religioso, per cui si è stati incapaci di discernere ciò che era positivo e
negativo nelle varie ideologie;
- mancanza di catechesi organizzata, l’istruzione di base non è stata
accompagnata dalla formazione religiosa, l’ora di religione non è stata
valorizzata, si è trascurata la formazione religiosa degli intellettuali e la
catechesi degli adulti, una volta ricevuta la prima comunione e la cresima, non
ci si preoccupa più di nulla sul piano religioso;
- perdita del senso dei peccato e del senso della dignità umana: cioè, mentre si
parla tanto della promozione della persona umana, questo non avviene come
promozione integrale; infatti la mancanza dei valori religiosi avvilisce la
persona, non la eleva “.
“Il pluralismo non bene inteso ha disorientato un po’ tutti, creando confusione
nel campo della fede”.
“Una causa degli errori è che anche tra il Clero vi sia una disparità notevole,
nel voler dare interpretazioni personali alla Bibbia e alle direttive che tanto
il Papa quanto il Collegio Episcopale emanano. In alcuni casi le divergenze si
oppongono ingenerando disorientamento tra il popolo cristiano.
Si aggiunge il fatto che è passato in seconda linea il parlare di preghiera ed è
considerato quasi eresia parlare di sacrificio, di sofferenza, di immolazione
per i fratelli, stante la foga odierna di pensare a godere e vivere la vita...
Mentre tutto questo è presentato dal Vangelo e sono richieste inderogabili della
Madonna”.
“Una delle cause più gravi è la mancanza di guide spirituali”.
4) La mancanza di autenticità, non avere cioè il coraggio di portare il
Vangelo nella vita in modo che ne coinvolga tutti gli aspetti; la paura quasi di
applicare il messaggio della salvezza a tutta la vita dell’uomo, così da
fermentarla cristianamente.
Lacune particolari indicate soprattutto dai giovani, ammalati e sani:
a) la promozione della persona umana, vista solo sul piano fisico e naturale e
non nel suo aspetto integrale (per essere infatti tale deve interessare l’anima
e il corpo, la vita sociale e la vita spirituale);
b) la liberazione vista solo come liberazione dalla miseria, dal l’oppressione,
dalle ingiustizie e non dalla prima fondamentale liberazione operata da Cristo
cioè dalla schiavitù dei peccato.
La comunità cristiana, parrocchiale, associativa, familiare deve essere
veramente aperta a tutti gli uomini e a tutti i problemi dell’uomo per
esaminarli alla luce dei messaggio cristiano, pur senza assumersi i compiti che
spettano al singoli, alla famiglia ed alla società.
“Se tutti i cristiani prendessero l’impegno di testimoniare con l’esempio, forse
si vincerebbe l’ignoranza religiosa. C’è un radicale mutamento nella Chiesa, che
porta, se ben inteso, ad un modo di vita più cristiano, più comunitario,
sull’esempio dei primi cristiani.
La Messa deve essere vissuta non solo durante la funzione, ma in ogni momento
della vita “.
“ La partecipazione al mondo sindacale e politico ha reso l’uomo insoddisfatto
dei principi cristiani, non perché non siano validi, ma perché il più delle
volte sembrano non coinvolgere l’attività pratica dei mondo del lavoro. Se la
Chiesa non offre un quadro chiaro e concreto dei risvolti pratici della dottrina
cristiana, rischia di perdere credibilità presso i giovani. Tutto questo accade
perché il razionalismo ha portato l’uomo a giudicare non in base ai risultati
spirituali e morali, ma in base ai risultati pratici e facili a raggiungersi “.
“ Io come cristiano ho il dovere di entrare nella politica e manifestare lì il
mio credo per renderla più umana e farla servire allo sviluppo integrale
dell’uomo “.
5) La famiglia, la parrocchia e l’associazione sono state indicate dagli
ammalati come incapaci di trovare, spesso, le giuste vie della evangelizzazione
ed una metodologia adeguata al Vangelo, al Concilio ed alle particolari esigenze
dell’uomo dei nostro tempo.
Le carenze principali su questo campo sono state indicate:
- nel non saper valorizzare l’ora di religione nelle scuote,
- nella catechesi agli adulti,
- nell’evangelizzazione sul mistero della Croce e nel mondo della sofferenza,
- nella mancanza di unità in seno alla comunità cristiana.
“ La famiglia e la Parrocchia non sanno compiere adeguatamente il loro impegno
di formazione, non sanno trovare modi giusti per diffondere il Vangelo. Una
volta con i vespri c’era il catechismo degli adulti; ma oggi? In famiglia non si
prega più, il Rosario è passato di moda, la TV domina con rappresentazioni
pagane, i cristiani non sanno più trovare in se stessi i modi di conquista.
Noi del C.V.S. dobbiamo con la fede e la carità diventare dei conquistatori,
fare del gruppo prima, della parrocchia poi, una piccola Chiesa viva, orante,
operante e così entrare nella società “.
“ Il gruppo ha denunciato la mancanza di forme di evangelizzazione adatte ai
tempi: il Vangelo è poco e male insegnato da alcuni Sacerdoti “.
6) C’è un’ultima causa indicata dagli ammalati: l’azione positiva di “ satana
“, il grande orchestratore dei disordini, della confusione delle Idee, di tutta
l’azione laica che tenta di penetrare nel Santuario. Azione tanto più deleteria
quanto meno contrastata,
- perché non è più di moda parlare del diavolo,
- perché non è più di moda parlare dei Novissimi,
- perché non è più di moda parlare di peccato e di penitenza,
- perché non è più di moda parlare della Madonna.
“Fra le cause degli errori è stato indicato dal gruppo il fatto che peccato,
satana, inferno, dei quali chiaramente si parla in tutta la Bibbia, nel Vangelo
e nelle recenti Apparizioni, siano passate quasi al rango di leggende popolari”.
“ Il progresso ha talmente insuperbito l’uomo da indurlo a credere di poter
disporre dell’universo senza l’aiuto di Dio. Dicono che Dio non esiste. Per
questo satana ha preso il sopravvento, soprattutto sui giovani. Si sono
scatenati violenza e delitti senza nome “.
“ L’opera del diavolo che sa camuffarsi molto bene con vesti di agnello è la
principale causa di tutti gli errori “.
IV - INDICAZIONI POSITIVE PRESENTATE DAGLI AMMALATI.
Gli ammalati non si sono fermati a fare un esame approfondito dei mali dei
nostro tempo ed a cercarne le cause, ma ne hanno chiaramente indicato i rimedi,
seguendo la traccia dei messaggio di Lourdes e di Fatima (preghiera, invito alla
penitenza, sottomissione alla Gerarchia).
“ Dall’essere membra del Corpo Mistico di Cristo deriva un continuo impegno:
- a vivere in Grazia, che è il vincolo che ci unisce a Cristo Capo e a tutti i
cristiani (cioè alle Membra), usando a tale scopo i mezzi indicati da Gesù:
Sacramenti, Preghiera, Amore al Padre e ai fratelli;
- ad approfondire la realtà della sofferenza alla luce che si è accesa sul
Calvario;
- a prendere sempre maggiore coscienza che si ha nel tempo la missione di
continuare la Passione di Cristo Capo del Corpo Mistico;
- a convincerci che l’aver compreso noi ammalati il compito della sofferenza nel
Corpo Mistico, ci mette in posizione di responsabilità nei confronti dei nostri
fratelli di dolore che sono privi di questa luce.
Come tutte le altre categorie, anche il mondo della sofferenza ha bisogno di
testimoni. E noi dobbiamo riconoscere che la prima responsabilità di tanti
fratelli sofferenti, che non portano nuova vitalità alla Chiesa e che vivono la
loro vita senza ideali e molte volte con disperazione, è nostra, certo unita a
quella degli altri “.
“ La Madonna ci ha indicato nelle sue Apparizioni il criterio per capire i segni
dei tempi: quando succedono guerre, terremoti, disgrazie non è il Signore che
vuole mandarli, ma è l’uomo che li merita a causa dei suoi peccati e perciò
diventano inviti alla conversione “.
“ La Madonna nelle sue Apparizioni ha chiesto con insistenza preghiera e
penitenza, dando specifiche finalità:
- riparazione delle offese fatte al Cuore di Gesù e al Cuore Immacolato di
Maria,
- salvezza delle anime e la conversione dei peccatori,
- sostegno del Papa i Vescovi ed i Sacerdoti “.
I MEZZI PRINCIPALI INDICATI DAGLI AMMALATI SONO:
1) la preghiera
Preghiera:
- come ritorno a Dio
- come atto di fede nell’amore di Dio Padre, di Dio Figlio e Redentore, di Dio
Spirito Santificatore,
- come risposta di amore all’amore di Dio, attraverso l’accettazione dei suoi
Comandamenti, la volontà di seguire Cristo portando la propria croce, la volontà
di amarlo e di servirlo nei fratelli.
Preghiera individuale.
Preghiera comunitaria.
Preghiera liturgica.
Gli ammalati hanno detto che bisogna ritornare
- alla meditazione della Parola di Dio,
- alla recita della corona (individualmente, nelle famiglie, nei gruppi
associativi, e nella comunità parrocchiale).
Gli ammalati affermano di avere anch’essi un posto accanto all’altare di Dio
e nell’assemblea liturgica. La comunità parrocchiale dovrebbe favorirne la
partecipazione.
Gli ammalati si impegnano
- a partecipare alla mistica Messa dei Corpo Mistico,
- a chiedere la Santa Messa nelle loro Case,
- ad animare la vita liturgica negli Ospedali e nelle case a lunga degenza.
- alla recita dei Salmi e della Liturgia delle Ore con la Chiesa.
“ Per essere membri attivi del Corpo Mistico occorre anzitutto essere in Grazia
di Dio, cioè partecipi della stessa vita di Cristo. Occorre una costante
preghiera ed un continuo contatto con la Parola di Dio che ci dà forza di vivere
in concreto ciò che Cristo ci suggerisce “.
“ Per attuare il messaggio della Madonna gli ammalati si impegnano:
- con la preghiera individuale, comunitaria e liturgica, particolarmente con la
Santa Messa,
- con lo studio della Sacra Scrittura per conoscere sempre meglio il disegno e
la volontà di Dio,
- con l’accettazione della Volontà di Dio e l’offerta dei sacrifici e delle
sofferenze,
- con l’organizzazione dei gruppi mettendosi a servizio degli altri nella
consapevolezza che è più bello dare che ricevere. Un malato dice: - Chi si
inserisce in questo programma è testimone veramente di quella gioia e serenità
interiore che lui possiede per trasmetterla agli altri - “.
“ Per diffondere tale messaggio ci impegnamo alla recita dei Rosario in famiglia
e in Parrocchia, a promuovere i primi cinque sabati del mese, a diffondere la
Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria, a fare Ore Mariane, a pregare per il
Papa, per tutti i Sacerdoti e per il loro sacro ministero e in riparazione delle
bestemmie “.
“ Le finalità indicateci dalla Madonna sono in ordine alla riscoperta della
realtà di Dio, in contrapposizione agli errori del nostro tempo e conseguente
ritorno alla soprannaturalità dell’uomo in quanto creatura fatta ad immagine e
somiglianza di Dio e redenta da Cristo per essere figlio di Dio “.
2) La Penitenza
a) Penitenza come conversione interiore e detestazione dei peccato: una vera “
metanoia “, vita di Grazia.
b) Penitenza come partecipazione al “ sì “ di Cristo e dell’Immacolata.
- nell’accettare la croce della vita (i sacrifici del lavoro e della sofferenza,
conseguenze del peccato originale),
- nell’offrirla in comunione con Cristo per le medesime finalità della
Redenzione, indicate dalla Madonna a Lourdes ed a Fatima: la riparazione dei
peccati, la conversione dei peccatori, il sostegno all’azione pastorale della
Chiesa, dei Papa, dei Vescovi, dei Sacerdoti e della comunità cristiana.
c) Penitenza anche volontaria, che tocca l’anima ed il corpo, offerta per le
medesime finalità.
“ La penitenza può essere fisica o morale, lo sforzo di perdonare, di
accettare se stessi e gli altri, di sacrificarsi per gli altri. Il lavoro è
penitenza. L’amore verso il prossimo è penitenza “.
“ Approfondendo nel gruppo l’idea della penitenza, l’abbiamo intesa:
- come accettazione delle proprie sofferenze quotidiane per amore,
- come rinuncia al proprio io,
- come disponibilità nel privarci di ciò a cui si tiene,
- abolizione di pettegolezzi e giudizi non costruttivi e quindi inutili,
- disponibilità al sorriso verso tutti,
- impostazione di ogni piccola azione della giornata sulle finalità presentate
dalla Madonna”,
“ Dice un malato: Quando io accetto il mio stato, faccio penitenza perché lo
offro per i miei fratelli caricandomi delle loro miserie. Tale penitenza
volontaria, perché accettata per amore, diventa collaborazione alla passione di
Cristo e mezzo di salvezza per il mondo, come seguito della missione di Gesù
che, inchiodato sulla Croce, sopportò tutto per salvarci “.
3) La testimonianza personale e comunitaria data
- attraverso la fedeltà alla propria vocazione di sofferenti,
- attraverso l’accettazione dei proprio stato espressa nell’evitare ogni segno
di ribellione ed ogni parola che si opponga alla Volontà di Dio,
- attraverso la serenità del volto e dalla vita,
- attraverso la comunione fraterna in Cristo.
“ Dio poteva fare da solo. Ha voluto la collaborazione dell’uomo. Cristo ci ha
redenti attraverso la sofferenza e così le ha dato un grande valore. Però la
sofferenza vale molto solo se cerchiamo di viverla in grazia di Dio. Posso
essere di esempio alla società con la mia vita serena, testimoniando la mia
fede, accettando e valorizzando la mia sofferenza.
E’ importante non stancarsi di lottare. E’ il momento di passare all’azione, non
rimanere ad attendere.
I discorsi incominciati qui, dobbiamo svilupparli nel nostro ambiente di vita
soprattutto lavorando in gruppo “.
“ Il dovere della testimonianza di vita personale e comunitarie (col gruppo)
deriva all’ammalato dagli insegnamenti evangelici e dalla sua consacrazione alla
Madonna, con cui si è impegnato ad attuare i Suoi Messaggi e si concretizza
così:
- praticando la carità, l’umiltà, la comprensione verso altri,
- evitando il peccato e vivendo sempre nello stato di grazia,
- frequentando i sacramenti ed in particolare, spesso, l’Eucarestia e
partecipando il più possibile alla Santa Messa,
- vivendo una intensa vita di gruppo dove regni l’amore, l’impegno di avvicinare
tutti i fratelli ammalati per istruirli sulla necessità della conversione dei
cuore, sulle realtà soprannaturali, sulla fraternità... “.
“ Portare con serenità la propria croce, dando l’esempio e la testimonianza
della vita. Questo è come tenere una fiaccola accesa che gli altri vedono e
possono seguire “.
4) L’apostolato specifico dell’ammalato, esercitato verso tutti ed in
particolare verso gli altri ammalati, secondo i principi fondamentali della loro
attività associativa:
- “ l’ammalato non oggetto di carità ma soggetto d’azione “
- “ la conquista dell’ammalato per mezzo dell’ammalato “
- “ fraterna collaborazione col sano “.
Apostolato fatto personalmente e comunitariamente: apostolato associato, di
gruppo, per animare cristianamente tutta la Chiesa Locale cercando anche di
coinvolgere tutti gli ammalati della Parrocchia e sostenendo tutta la Pastorale
della sofferenza.
“ Evangelizzarsi per evangelizzare.
Non è possibile pensare di evangelizzare gli altri se prima non si è
evangelizzati noi stessi. Pertanto:
- bisogna che l’ammalato, Volontario della Sofferenza, sia convinto che la
sofferenza è il prolungamento ed il completamento della Passione di Cristo e che
quindi egli deve continuare l’opera di Cristo per la salvezza delle anime;
- deve cercare di vivere un’accettazione amorosa della sua sofferenza frutto di
generosa adesione alla Volontà di Dio;
- approfondire sempre più il messaggio della Madonna facendo propria la
spiritualità e la metodologia del Centro stesso.
Come il Sacerdote ha una vocazione per gli altri, così anche ogni altro
membro del Corpo Mistico, quindi anche l’ammalato, deve sentire l’ansia di
evangelizzazione e la responsabilità di salvare.
Per evangelizzare un altro fratello occorre:
- avvicinarlo con atteggiamento umile, senza la pretesa di essergli maestro,
- fare amicizia con lui tenendo presente lo scopo per cui l’avvicino,
- attirarlo mediante la serenità e la coerenza tra la parola e la vita,
- ricorrere alla preghiera e alla consacrazione alla Madonna.
Per l’evangelizzazione:
- della famiglia nostra: la testimonianza dell’esempio, la coerenza della nostra
vita, la pazienza, la carità, rivelare quanto abbiamo scoperto attraverso il
C.V.S.;
- della famiglia dell’ammalato che vogliamo conquistare: premettere preghiera e
sacrificio, prestare qualche servizio, dare la certezza che il Signore non
abbandona anzi è vicino particolarmente a chi soffre, illuminare sul posto che
ha l’ammalato nella famiglia stessa, nella società e nella Chiesa “.
“ Ci siamo chiesti che cosa vogliamo ottenere con la nostra attività
personale e di gruppo quali associati al C.V.S.
Si tratta di compiere un’azione non solo umanitaria, ma soprannaturale, di
avvicinare a Cristo chi non crede, chi non spera, chi non ama, chi non soffre
con una visione cristiana della vita.
Ciò si ottiene con la preghiera, la penitenza unite all’opera di
evangelizzazione “.
“ Si è sottolineato che se l’ammalato non può evangelizzare con la parola, lo
può però fare con la sua presenza serena e cristiana che porta gli altri a
riflettere sui veri valori della vita. E’ importante il fatto che la
testimonianza di un impedito riesca ad attirare un gruppo di giovani i cui
interessi sono molteplici ed indefiniti “.
“ Qualche volta il ricupero spirituale dell’ammalato è dovuto a qualche
iniziativa del sano. Si è però scoperto che è molto più efficace l’accostamento
di un malato ad un altro ammalato. Perciò dobbiamo relativizzare il compito dei
sani e non attenderci da loro la pappa fatta “.
“ Come ammalati comprendiamo l’importanza di una Associazione come il C.V.S. che
garantisce al nostra apostolato specifico di sofferenti unità, comunione con la
Chiesa e continuità d’azione “.
“ E’ necessario abbattere lo steccato che divide il sano dall’ammalato; è
necessario considerarsi sullo stesso piede di parità ciascuno però nella propria
vocazione, perché l’uomo vale non per l’aspetto esteriore o i suoi limiti fisici
ma per i valori che vive “.
“ Impegno del fratello è quello di appoggiare l’apostolato dell’ammalato
rimanendo inserito nel gruppo. Prima ancora deve vivere in grazia per essere più
disponibile per l’apostolato dell’ammalato stesso “.
5) Impegno specifico dell’ammalato nella evangelizzazione e sostegno di tutta
l’opera di evangelizzazione della Chiesa.
Gli ammalati hanno chiaramente indicato:
- il significato della evangelizzazione,
- l’origine del loro impegno specifico,
- i mezzi per l’efficacia della evangelizzazione stessa.
Fra questi mezzi hanno indicato in particolare:
- la conoscenza della Parola di Dio,
- la preghiera e la penitenza,
- la testimonianza della vita,
- l’urgenza di portare avanti,
il discorso della Croce nella luce della carità e della speranza, perché
illumini ogni fedele circa la completezza dei mistero pasquale nel quale, per il
battesimo, ognuno è inserito.
“ Evangelizzare vuoi dire portare agli altri la bella notizia che Dio è Padre e
ci ha amato tanto da mandare il Suo Figlio a morire per la nostra salvezza e
così diventare anche noi figli di Dio, eredi della sua gloria. Ciò che rende
efficace l’evangelizzazione è portare la Parola di Dio testimoniandola secondo
l’impegno del battesimo. Dobbiamo infatti tendere alla perfezione confrontandoci
con la Parola di Dio, vivere la sofferenza secondo il messaggio della Madonna e
sentire la nostra responsabilità quali soggetti di pastorale che ci deriva dal
battesimo, portando avanti nel gruppo e attraverso il gruppo l’ansia apostolica
“.
“ La riflessione sulla frase del documento base che l’evangelizzazione è il
mistero di Gesù, ora presente fra noi, ci ha fatto ricordare le parole di Gesù:
“Dove sono due o tre riuniti in nome mio, ci sono io in mezzo a loro “.
Quindi ogni nostro Gruppo di Avanguardia, vivendo questa realtà del Vangelo,
diventa un mezzo di evangelizzazione:
- di qui l’impegno dei fratelli di essere in Cristo accanto all’ammalato;
- e l’impegno dell’ammalato di portare la croce come l’ha portata Lui.
La preghiera è la forza che ci mette in comunicazione con Dio e ci dà la
possibilità di interessarci degli altri “.
“ I mezzi necessari a rendere efficace l’evangelizzazione sono per noi :
- conoscere e far conoscere la Parola di Dio,
- testimonianza di accettazione serena della nostra sofferenza,
- preghiera che solleciti lo Spirito Santo ad illuminare e predisporre
positivamente quelli che ricevono il nostro annuncio e la nostra testimonianza
“.
6) Inserimento degli ammalati nella Parrocchia e nei Consigli Pastorali,
quali soggetti attivi di pastorale e non soltanto oggetti di visita e di carità.
“ L’ammalato deve essere un missionario. Fiducia in lui ripone la Chiesa,
consapevole delle numerose ricchezze che a Lei possono derivare dalla sua voce
implorante, perché prima di ogni altra giunge al Padre la voce del dolore “.
“ La Parrocchia è il nostro campo d’azione, il luogo dove dobbiamo
principalmente manifestare la nostra fede con l’esempio, con la carità, con il
nostro apostolato specifico. La partecipazione diretta all’attività della Chiesa
Locale è un nostro diritto e nello stesso tempo un nostro dovere “.
“Far sentire al Parroco che siamo membra vive della Comunità Parrocchiale
sostenendo l’attività di tutti i gruppi della Parrocchia. con la nostra
specifica azione di sofferenti e con la nostra preghiera “.
“ Individualmente e come gruppo dobbiamo presentarci al Parroco dicendoci
disponibili ad agire, a prenderci impegni di apostolato, a far parte del
Consiglio Pastorale e di ogni altra attività parrocchiale, a noi compatibile,
come membri vivi, attivi ed insostituibili “.
“ In Parrocchia alcuni ammalati possono fare e fanno il catechismo ai bambini,
guidano i canti e li insegnano ai piccoli, possono fare la lettura durante la
Santa Messa Parrocchiale.
Nell’Istituto il Capogruppo riunisce gli ammalati, parla loro del C.V.S.,
leggono insieme qualche pagina dei Vangelo, interessano anche i non iscritti per
conquistarli “,
“ In alcune Parrocchie della nostra Diocesi gli ammalati sono inseriti nel
Consiglio Pastorale e aiutano il Parroco per la biblioteca, per l’archivio e per
altre attività adatte a loro “.
7) Finalmente, presentare la promozione umana come promozione integrale
dell’uomo.
Gli ammalati hanno parlato della promozione umana come sviluppo integrale della
persona in tutte le sue componenti: fisiche, spirituali e soprannaturali,
precisando, per quanto riguarda gli ammalati i seguenti aspetti:
a) L’ammalato deve prendere coscienza sia delle sue possibilità umane residue ed
impegnarsi concretamente per svilupparle al massimo, sia dei suoi limiti per non
illudersi.
b) L’ammalato deve inoltre cercare di inserirsi, per quanto possibile, con
l’aiuto anche dei fratello sano, nelle strutture familiari e sociali.
c) L’ammalato deve infine assumere responsabilmente il proprio posto in seno
alla comunità ecclesiale, dove ha un ruolo ben preciso ed insostituibile.
“ Circa la promozione umana, abbiamo convenuto che è una conseguenza della
evangelizzazione e ne abbiamo dato questa descrizione: è il realizzare tutti i
talenti che ognuno ha, intelligenza, volontà, e qualsiasi altra capacità.
Per quanto riguarda l’ammalato è l’inserimento della persona nell’ambiente
familiare, nell’ambiente dei lavoro e della Parrocchia “.
A Per noi ammalati la promozione umana è liberazione dai mali ed arricchimento
interiore che sfocia nella glorificazione dei figli di Dio; liberazione esterna
per quanto possibile dalla schiavitù della malattia e soprattutto liberazione
interiore dalla causa di ogni male, il peccato. Prima tappa della liberazione
vera quindi è la conversione dei cuore “.
“ Fisicamente deve cercare, se è possibile, di rendersi indipendente adoperando
tutti i mezzi e cure per migliorare “.
“ Nella promozione dell’ammalato vanno tenute in conto le virtù umane: la
sincerità, la giustizia, l’umiltà, la serenità, la mitezza, l’accoglienza,
intesa come disponibilità spirituale e come ospitalità, la carità come servizio
a Dio e come espressione di amore ai fratelli “.
“ Sul piano familiare la promozione dell’ammalato si può attuare facendo capire
ai membri della famiglia che la sofferenza dalla quale sono visitati non è una
vergogna, ma può e deve diventare sofferenza valorizzata dalla Croce di Cristo e
quindi, insieme alla Passione di Cristo, fonte di salvezza per tante anime “.
“ Noi ammalati dobbiamo vincere gli errori del nostro tempo non solo con la
nostra preghiera e sofferenza unite a Cristo, ma anche inserendoci attivamente
nella società, testimoniando lo spirito delle beatitudini, tendendo la mano a
chi ha bisogno di comprensione, di conforto, di sostegno... “.
“ Sul piano sociale, è anzitutto l’ammalato stesso e l’impedito che deve essere
convinto di avere gli stessi diritti e doveri del cittadino comune. Deve poi
cercare di inserirsi nei vari ambienti, anche di lavoro quando è possibile, con
l’aiuto dei sani (compito specifico dei fratelli), Non deve chiudersi in se
stesso, ma prendere interesse alla vita sociale, Solo così potrà essere pure
accettato dalla società “.
“ Deve inserirsi il più possibile nei vari settori: cultura, politica, lavoro,
ecc. :.
“ Per la promozione sociale dell’ammalato:
- vedere quali sono i bisogni reali dei nostri fratelli sofferenti per poterli
aiutare,
- conoscere e far conoscere le istituzioni valide e le leggi a cui si può
ricorrere per risolvere problemi umani specifici “.
“ Qualcuno ha detto che l’ammalato deve impegnarsi anche politicamente per
sensibilizzare la società al problema assistenziale in tutte le sue risposte
alle esigenze globali dell’ammalato “.
“ Ci si può servire anche di Assistenti Sociali sia per ottenere tutte le
assistenze di legge, sia per far valere il diritto al lavoro. Dobbiamo anche
illustrare ed indirizzare alle Case di riabilitazione del nostro Centro “,
“ Tutti i mezzi che la società offre vanno usati per la promozione
dell’ammalato, anche radio, televisione e cinema. A parte i canali nazionali,
sui quali dovremmo puntare, esistono stazioni libere disposte forse ad ospitare
nei loro programmi persone che illustrino problemi e particolari iniziative
degli ammalati. Non dobbiamo trascurarle.
Inoltre, interessando gli uffici appositi, si possono ottenere agevolazioni
particolari per gli handicappati, per esempio un contrassegno per il libero
passaggio o parcheggio delle macchine speciali da loro usate.
Persone di buona volontà possono anche dar vita. a centri di assistenza sociale
che si occupino dei ricoveri, di assistenza ambulatoriale, pensioni, invalidità
civile, ecc. “,
“ Spiritualmente poi, promozione umana vuol dire prendere coscienza della
propria responsabilità di battezzati in seno al Corpo Mistico. L’ammalato deve
scoprire nella sofferenza una vocazione specifica da parte di Dio che si
realizza con un’adesione umile alla Volontà di Dio e con la vita di Grazia “.
|