Venerabile Mons. Luigi Novarese - Scritti editi:
L’Ancora: n. 8/9 - agosto/settembre 1975 - pag. n. 1-3
SIAMO STATI A LOURDES
Siamo andati incontro all'Immacolata quali figli devoti ed incerti per le
nubi che circondano la Chiesa d'Italia, desiderosi di sentire da Lei come un
giorno la piccola Bernardetta, una parola di sollievo, di pace e di guida.
Mai come quest'anno abbiamo sentito l'Immacolata accanto a ciascuno di noi,
Madre amorosa intenta ad illuminare e sostenere i figli.
La via da Lei indicata, preghiera e penitenza, oggi è risuonata di estrema
attualità.
Le nostre Chiese locali, la Chiesa d'Italia e la stessa Chiesa Universale, tutte
trovano rinnovamento e sicurezza nell'applicazione dell'insegnamento del Cristo
Suo divin Figlio e nostro fratello: preghiera e penitenza, dalla Vergine Santa
richiamate alla Sua piccola confidente.
Preghiera per approfondire il dialogo con Dio, per riconoscere il nostro fine
ultraterreno e irrobustire la grazia e riallacciare legami di fraternità con
tutti i popoli.
Penitenza, che è prima di tutto conversione: diventare sia pure con fatica
trasparenze del Cristo; vivere una vita ordinata, lottare contro noi stessi
giorno per giorno, pazientemente, sicuri che le prove interne ed esterne non
possono superare le nostre forze. Penitenza nella santificazione del lavoro e
del dolore, positivamente sacrificandosi affinché l'umanità trovi in Cristo la
soluzione ai problemi che l'assillano, il fine soprannaturale per cui è stata
creata.
I nostri sacerdoti ammalati, accanto all'Immacolata, sono stati veri sacerdoti:
sacerdoti e vittime; veri rappresentanti del popolo per cui sono stati ordinati;
veri intercessori con Cristo per tutta l'umanità.
Giustamente Vescovi, parroci e tanti fedeli sono andati incontro al loro
passaggio nelle stazioni per responsabilizzare i cari e sacri sofferenti della
missione che loro incombe ed affidare ad essi le loro ansie e i loro propositi.
La Vergine ci ha accolti quali figli attesi, desiderati, prediletti. Nel
silenzio della Grotta, fin dal nostro arrivo, abbiamo sentito il calore del Suo
Cuore materno, dimentichi e lieti dei disagi del viaggio, delle sofferenze
sopportate, dell'attesa di quell'incontro.
La Vergine Santa ha parlato ai suoi sacerdoti sul suo esempio di candore, di
donazione di se stessi, di ubbidienza, semplice e continua, di carità che è
sostituzione senza guardare il volto di chi s'intende sostituire, nella
continuità della missione del Cristo Divin Redentore.
Accanto alla Vergine Immacolata ci siamo sentiti fratelli più che mai.
La presenza del Cardinale Wright l'abbiamo avvertita attraverso la preghiera e
il sacrificio nel non poter partecipare questo anno al Pellegrinaggio. Alle
stazioni la popolazione lo chiamava; a Lourdes per lui tanto abbiamo pregato.
I Vescovi accompagnatori ed in modo particolare Sua Eccellenza Mons. De Giorgi,
Vescovo Ausiliare di Oria, hanno fatto rivivere ai Sacerdoti la gioia di
sentirsi Chiesa docente assieme ai propri Vescovi.
I Fatebenefratelli, i chierici, i barellieri e le dame sono stati per i nostri
sacerdoti la vera continuazione dell'aiuto del Cireneo e del sollievo della
Veronica lungo il loro calvario.
Tanta pace e tanta unità sono forse illusione?
La certezza della fede ci dice che in Cristo tutti ci sentiamo fratelli, a tutti
possiamo essere sollievo e sostegno perché in Lui c'è la vera unità, la carità
attraverso la nostra identità con Lui, che fa di noi e Lui una sola personalità
mistica, ma reale: l'unità del Corpo Mistico.
L.N.
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