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Venerabile Mons. Luigi Novarese - Scritti editi:
L’Ancora: n. 5/6 - maggio/giugno 1975 - pag. n. 1-4

Carissimi

Carissimi,
Il nostro Centro nel mese dedicato alla Vergine santa ebbe la gioia profonda di essere invitato ad organizzare la sezione italiana dei Congresso Internazionale mariano, indetto dalla Pontificia Accademia mariologica Internazionale e svoltosi a Roma dal 17 al 21 maggio u.s.
Abbiamo compiuto tale servizio nell’ardente desiderio di richiamare alla mente di ogni fedele la via di rinnovamento cristiano autentico che si può conseguire soltanto seguendo le linee già proposte dal Santo Padre nella Signum Magnum e nella Marialis Cultus:
a) riconoscere che Maria Santissima è la nostra Madre spirituale e vivere alle sue materne dipendenze;
b) imitare le sue virtù.
Lo sguardo fisso sull’Immacolata deve produrre in noi, in questo momento così particolar mente critico per la vita della Chiesa e della nostra nazione la Sua stessa irriducibilità contro il peccato, mediante, come ha detto il Papa:
1) la frequenza ai Sacramenti;
2) la “ riparazione “ alle innumerevoli offese alla divina Maestà.
3) l’unione di tutti i fedeli, stretti in unico intendimento sotto il vessillo della Vergine santa come nei momenti più pericolosi che la storia della Chiesa ci ricorda ed ammonisce.
In questa prospettiva abbiamo studiato e proposto i temi, sotto la guida di Sua Eminenza il Card. Pietro Palazzini, il quale ha pure benevolmente presieduto la sezione Italiana.
Tema fondamentale dell’incontro di studio era: “ Maria SS.ma e lo Spirito Santo “.
Da tale indicazione si è passati al seguenti soggetti:
- Maria SS.ma modello dell’anima consacrata nella guida dello Spirito Santo (Relatore S.E. Mons. Franzi, Ausiliare di Novara);
- La Madonna dimora escatologica di Dio in virtù dello Spirito Santo (Relatore P. Alessio Martinelli o.f.m. dello Studio Teologico dell’Antoniano di Bologna);
- Relazione sulle recenti scoperte della Tomba della Madonna a Gerusalemme (Relatore P. Bagatti o.f.m. di Gerusalemme);
- Fedeltà dell’Immacolata accanto alla Croce nel sostegno dello Spirito Santo (Relatore un membro dei Silenziosi Operai della Croce);
- Spiritualità Sacerdotale Mariana, come fedeltà allo Spirito Santo (Relatore Sua Eminenza il Card. Pietro Palazzini).
Oltre 500 persone, tra cui parecchi Sacerdoti, sono intervenuti al Congresso, dicendo con la propria partecipazione l’interesse per gli argomenti che venivano svolti.
Particolarmente suggestive le ore di preghiera in Santa Maria Maggiore e quella di chiusura del Congresso in S. Giovanni Laterano, con la partecipazione dei Volontari della Sofferenza di Roma.
Il Cardinale Suenens, Arcivescovo di Bruxelles parlò in tale circostanza agli ammalati con cuore di pastore. Si intese attraverso i suoi richiami la voce della Chiesa che ripeteva e continua e ripetere attraverso la Gerarchia la posizione attiva, insostituibile, chiara e responsabile di ogni ammalato di fronte alla società.
Non è più, infatti, il tempo, ora, di vivere di sogni o di chimere. Proprio come ancora ha detto il Santo Padre, “ è scoccata sul quadrante della storia l’ora in cui ogni cristiano deve assumersi le proprie responsabilità “.
Dinanzi al progressivo svolgersi del Messaggio di Fatima, anche se non conosciamo il terzo segreto del tre pastorelli, è evidente la necessità di ritornare al cristianesimo vero, in cui sono mezzi fondamentali la Confessione frequente, la direzione spirituale, la Comunione, la meditazione, la recita della Corona e la testimonianza personale di fronte a Dio ed alla Chiesa.
Il Card. Palazzini nella sua relazione ha affermato: “ il problema della Chiesa è quello di una certa crisi interiore, che è anzitutto crisi di fede; di un certo disfattismo dei cristiani verso le proprie convinzioni “.
L’autenticità cristiana si conserva o si acquista rimanendo saldi nelle verità di fede e nel Magistero della Chiesa.
Pensare che siano segni del tempi addomesticare la morale e condurre il dialogo fino alla negazione dei principi basilari del cristianesimo è un grossolano errore. Contro tali fantasticherie risponde chiaramente Paolo VI nell’Enciclica “ Ecelesiam Suam “ con direttive ben precise, stimolanti anche alle più ardue imprese, ma ferme, in cui la verità ha il suo posto, che non può essere abbandonato.
Così dice il Santo Padre:
“ Il clima dei dialogo è l’amicizia. Anzi il servizio. Tutto questo dovremo ricordare e studiarci di praticare secondo l’esempio e il precetto che Cristo ci lasciò (cfr. Gv. 13, 14-17).
Ma il pericolo rimane. L’arte dell’apostolato è rischiosa. La sollecitudine di accostare i fratelli non deve tradursi in una attenuazione, in una diminuzione della verità. Il nostro dialogo non può essere una debolezza rispetto all’impegno verso la nostra fede. L’apostolato non può transigere con un compromesso ambiguo rispetto ai principi di pensiero e di azione che devono qualificare la nostra professione cristiana. L’irenismo e il sincretismo sono in fondo forme di scetticismo rispetto alla forza e al contenuto della Parola di Dio, che vogliamo predicare. Solo chi è pienamente fedele alla dottrina di Cristo può essere efficacemente apostolo. E solo chi vive in pienezza la vocazione cristiana può essere immunizzato dal contagio di errori con cui viene a contatto “.
Dal Congresso Mariano il nostro Centro esce quindi con idee più ferme e più decise nel voler attuare il programma dell’Immacolata.
La necessità di un’azione formativa e di sostegno, diretta innanzitutto ai soli Iscritti, oggi non soltanto emerge con immediatezza, ma nella sua evidenza si impone.
E mentre insistiamo con fermezza sulla necessità di una formazione approfondita per gli Iscritti, riservata a loro, nello studio della finalità e dei mezzi da seguire, con uguale fermezza diciamo che bisogna svolgere un apostolato allargato, aperto a quanti sono disposti ad accettare il dialogo e l’amicizia, camminando assieme fin dove è possibile camminare, sempre però facendo ritorno dopo i punti di apostolato allargato al lavoro formativo, di studio e di sostegno nel gruppo degli iscritti; gruppo che proprio per essere lievito della massa deve intensamente maturare all’interno di esso con la meditazione, la preghiera e le accorate e quanto mai attuali richieste della Vergine Santa formulate a Lourdes ed a Fatima.
I Volontari della Sofferenza, partecipanti all’apostolato allargato non devono subire affievolimento nella propria ascesi. Per questa ragione occorre essere ben preparati ed occorre pure studiare, nel circoli formativi interni, gli errori e le difficoltà in cui la società di oggi si dibatte nell’intento di andare incontro ad essa con lo sguardo, e l’amore con cui il Figlio di Dio è venuto incontro a noi.
Benedica la Vergine santa queste linee di lavoro e le renda chiare ed operanti per tutti gli Iscritti.
17 giugno 1975

Sac. Luigi Novarese