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Venerabile Mons. Luigi Novarese - Scritti editi:
L’Ancora: n. 4 - aprile 1974 - pag. n. 12-16

RIPRENDENDO GLI ESERCIZI SPIRITUALI

Nell’imminenza della ripresa dei Corsi nelle varie Case dell’Associazione, si richiede opportuno riportare, in parte, la Relazione letta agli Incaricati Diocesani nell’incontro di novembre, sull’andamento degli Esercizi Spirituali di Re durante l’estate scorsa.
Le osservazioni, infatti, devono essere tenute presenti da ogni Diocesi per un migliore andamento dei Corsi.
1) I Corsi complessivamente sono andati bene. I Gruppi di REVISIONE DI VITA che venivano fatti durante i 3 giorni di Esercizi Spirituali sono sembrati ancora più vivaci ed attivi degli anni precedenti, forse perché ora il metodo viene seguito anche nelle varie Diocesi e gli ammalati sono già abituati. C’è stata una partecipazione quasi totalitaria alla conversazione di gruppo.Sono stati trovati interessanti gli argomenti delle 3 giornate: la Fede - la Preghiera - la Madonna. Nelle giornate di Studio è stato lasciato più spazio per i lavori dei Gruppi Diocesani al fine di dare la possibilità di rivedere meglio l’attività dei vari Centri e di programmare più accuratamente il lavoro sulla base della relazione iniziale del Sacerdote della Casa e dell’incontro fatto con gli Incaricati Diocesani.
2) Per responsabilizzare tutte le varie componenti del pellegrinaggio, si effettuavano, in ogni Corso, i seguenti incontri particolari che ci proponiamo di ripetere anche quest’anno:
Durante gli Esercizi Spirituali, dopo la seconda meditazione del mattino, venivano riuniti i MODERATORI DEI GRUPPI DI REVISIONE DI VITA sia per studiare insieme la traccia da seguire, sia per riferire le varie impressioni sull’andamento del Corso. Possibilmente in ogni Diocesi si preparino per tempo questi moderatori.
Alla sera, dopo che gli ammalati erano a letto, si faceva l’INCONTRO DEL PERSONALE nel quale si riesaminava l’ordine di servizio e si proponeva una revisione di vita.
Negli ultimi Corsi è stato sperimentato molto valido anche un incontro dei Responsabili dei Settori dell’ordine di servizio (capo-barelliere, capo-dama, incaricati dei vari piani...) con la Direzione della Casa.
La mattina del secondo giorno di Esercizi venivano riuniti, per uno scambio di idee, i. Sacerdoti partecipanti al Corso.
Finalmente, nella mattina della prima giornata di
Studio si faceva l’incontro degli INCARICATI DIOCESANI per:
— fare il punto sull’andamento del Corso;
— rivedere insieme l’attività delle singole Diocesi in base agli elementi emersi dal Corso o risultanti alla Direzione Nazionale;
— programmare le giornate di Studio.
Se questi vari incontri hanno comportato aumento di lavoro per i Responsabili del Pellegrinaggio e per la Direzione della Casa, hanno avuto il risultato positivo di una maggiore collaborazione fra tutti.
3) In generale si crede opportuno ribadire il principio che gli Esercizi Spirituali vengono programmati tenendo presente le vere esigenze degli Iscritti ‘al Centro Volontari della Sofferenza (Ammalati e Fratelli).
Le lamentele infatti, quando ci sono state, sono venute dal personale non iscritto e non preparato.
I sani e gli ammalati non iscritti al Centro devono venire agli Esercizi sotto la responsabilità degli iscritti che li invitano. SI parli chiaramente nelle Diocesi di « Esercizi Spirituali » e si illustri prima il programma del Corso e delle Giornate di Studio.
4) In base pertanto alle esperienze fatte riteniamo di dover richiamare questi punti relativi al personale:
Il personale non sia troppo numeroso. La proporzione di un sano per due ammalati, vale solo per il caso di impediti gravi. Quando gli ammalati sono autosufficienti, basta un sano per quattro o cinque ammalati. In ogni caso un personale che superi le 60 unità è troppo numeroso.
Il personale non sia troppo giovane. Chi non ha ancora compiuto i 15 anni, nonostante la buona volontà, non è in grado di inserirsi responsabilmente nella dinamica del Corso, di sobbarcarsi ai lavori della Casa e soprattutto di rispondere convenientemente alle esigenze spirituali ed umane degli ammalati.
Nessuno venga per fare una delle tante esperienze ed ognuno accetti l’impostazione dei Corsi, che non può essere cambiata in base ai criteri dell’ultimo arrivato.
Il personale non viene per fare gli Esercizi Spirituali, né per sostituirsi allo Spirito Santo durante il Corso, ma per aiutare gli ammalati a fare i « Loro » Esercizi Spirituali. Perciò rispetta il silenzio degli ammalati e dà il suo contributo accudendo ai lavori della Casa e aiutando gli ammalati nelle loro necessità.
Durante gli Esercizi Spirituali si inserirà nei Gruppi di Revisione di Vita dove potrà avere quel dialogo con gli ammalati che lo aiuterà a inserirsi nel mondo dei loro problemi.
E’ stato purtroppo sperimentato che tutti coloro che si sono lamentati di non avere tempo e possibilità di dialogare con gli ammalati, nel momento in cui questo dialogo era possibile, utile e necessario (durante la revisione di vita pomeridiana e serale, durante le giornate di studio, durante i tempi nei quali non si richiedeva il silenzio) si appartavano dagli ammalati o ne approfittavano per le passeggiate oltre confine. La divisione che si fa in refettorio risponde ad una vera esigenza di servizio e non significa discriminazione.
La divisa del personale femminile, che ha una precisa funzione (ordine, igiene, segno di riconoscimento) sia in genere più curata. Le minigonne, non si conciliano con la divisa. Gli ammalati si sono lamentati della scompostezza, involontaria, di alcune dame. Il velo, soprattutto per chi serve a tavola, è una necessità.
5) Le osservazioni sul personale non vogliono essere generalizzate, né denunciare mancanza di generosità di bravi giovani che, per questo servizio in certi momenti molto pesante, sacrificano periodi di ferie o altri importanti impegni. Vogliono Invece essere un richiamo ai Responsabili Diocesani per l’impostazione di questo servizio e per la preparazione dei giovani stessi. Quando infatti essi si inseriscono totalmente nella dinamica dei Corsi che risponde alle esigenze vere, umane e spirituali degli ammalati, l’esperienza si trasforma in un meraviglioso arricchimento interiore ed anche umano, come lo dimostra la maggior parte del Personale, iscritto fra i Fratelli e le Sorelle degli Ammalati, che ritorna ogni anno.
Gli Esercizi Spirituali infatti non sono tutta l’attività del Centro Volontari della Sofferenza, ma solo un momento del Suo Programma. Gli ammalati del Centro vivono per tutto l’anno il loro impegno di apostolato inseriti nei Gruppi di Avanguardia, nell’ambito delle loro Chiese Locali (Parrocchia Diocesi). E’ in quella sede che deve avvenire la fusione tra sani e ammalati, che si programmano incontri nei quali si può dialogare su tutti i problemi.
Gli Esercizi Spirituali hanno una precisa fisionomia che pur suscettibile di aggiornamento, concordato a livello di responsabili, risponde ad una precisa finalità.
6) Infine, ci permettiamo di far presente che un vero disturbo all’andamento dei Corsi, viene portato dal personale e dagli ammalati che arrivano a corso già avviato come pure dalle visite di parenti ed amici.
La Direzione della Casa chiede agli Incaricati Diocesani di non accettare arrivi in ritardo e ai Centri Diocesi del Piemonte e della Lombardia chiede il favore di rispettare gli orari di arrivo e di partenza del Pellegrinaggio. L’arrivo è fissato per il pomeriggio del primo giorno. La partenza deve avvenire nella mattinata dell’ultimo giorno, dopo il riordino della Casa. Il succedersi ininterrotto dei turni esige questo favore per non sottoporre la Comunità, già abbastanza impegnata, ad un super-lavoro.

La Direzione