Venerabile Mons. Luigi Novarese - Scritti editi:
L’Ancora: n. 2/3 - febbraio/marzo 1974 - pag. n. 1-3
“LE COMMISSIONI DEL NOSTRO CENTRO”
Le Commissioni devono segnare la ripresa della vita del Centro, una ripresa
che sia:
— fedele agli Statuti, i cui principi fondamentali devono essere chiaramente
affermati perché l’Associazione sia quale Cristo e l’immacolata l’hanno voluta e
la Chiesa l’ha chiamata ad essere;
— aperta al dialogo con tutti perché più chiaramente siano conosciute le
esigenze di tutti gli ammalati del mondo e siano trovati i mezzi più idonei per
soddisfarle;
— chiusa ai non iscritti, sul piano direttivo ed operativo, perché non perda la
sua fisionomia e non siano svisate le sue finalità.
I - Per un vero adeguamento ai tempi
Si avverte la necessità di un adeguamento dell’Apostolato alle necessità dei
tempi. “ i tempi sono forti — disse Paolo VI 8 settembre 1968 — ed esigono
uomini forti veramente buoni ed uniti “.
“Che cosa dobbiamo fare noi? Dobbiamo fortificare le nostre convinzioni umane e
cristiane, attraverso una fede viva, che sia chiara risposta all’immacolata,
fervida ripresa evangelica, vera sottomissione alle direttive del Magistero.
Senza una fede più profonda e più operante, senza una più cosciente fortezza di
spirito e di azione, potremmo essere travolti per sola colpa della nostra
inerzia e della nostra illusione che le cause del bene si difendono da sé “
(Paolo VI, 8 settembre 1968).
L’adeguamento ai tempi allora non può verificarsi se non a queste condizioni:
1) Presa di coscienza precisa e ferma della propria flnalità
Dico, coscienza precisa degli obiettivi che sono opposti ai vari ondeggiamenti,
alle tendenze di dissacrazione, di naturalismo e di falso umanesimo che si
allargano e si presentano anche nelle file del Centro attraverso persone che vi
si vogliono inserire senza condividere il programma, o nel desiderio di fare
un’esperienza secondo i propri criteri. Paolo VI, l’11 settembre 1968, metteva
in guardia contro:
…”le correnti indeterminate di spiritualità e di attività che si polarizzano
attorno ad una persona intraprendente, ovvero ad una formula singolare, o ad una
scuola o ad una rivista. Spesso è un Sacerdote, o un Religioso il promotore, il
responsabile di simili fervorosi cenacoli. Osano talvolta attribuirsi vocazione
e perfino virtù carismatica. Ma questa vegetazione spirituale cresce di solito
fuori dai solchi normali del campo apostolico.
“E’ d’istinto un fenomeno con tendenza anti-instituzionale. Si appella oggi alla
libertà religiosa, all’autonomia della coscienza, alla maturità del cristiano
moderno. Si vale d’un genio critico, spesso indocile e superficiale, che rasenta
talora il libero esame; tollera a malincuore il magistero ecclesiastico e ne
contesta talvolta l’estensione e l’autorità; vuole uscire dalle fila organizzate
delle forze cattoliche, che sono considerate come un ghetto chiuso e non avverte
di formare altri ghetti più chiusi ed arbitrari...
Sono ruscelli che non fanno fiume.
La Chiesa spesso incoraggia il sorgere di libere associazioni, ma non cessa di
raccomandare che l’Apostolato sia ordinato ed organizzato e che sia evitata la
dispersione delle forze”.
Coscienza precisa, allora, e anche ferma per opporsi consapevolmente alle
suddette tendenze denunciate dal Santo Padre, che svuotano le finalità precise
consacrate e viventi nella Chiesa, per volere della Chiesa stessa che, al
momento opportuno, ha autenticato con la Sua Autorità che Le deriva dal Cristo,
il programma che con amore e dedizione portiamo avanti.
2) Presa di coscienza della formula base del nostro Apostolato:
— che è attività apostolica degli ammalati, organizzata attraverso loro stessi
— inserita nella vita della Chiesa e nel modo da Essa approvato,
— che agisce in forma associata, con precisi impegni personali e comunitari,
— che ha finalità prima di tutto spirituali e poi anche culturali e sociali
— il sano a sostegno ed operante con il sofferente, inserito nell’apostolato
dell’Immacolata, con le finalità che il Centro indistintamente propone a tutti.
Validi e fondamentali sono i principi:
— L’ammalato considerato nelle sue capacità operative personali, umane,
soprannaturali e sociali, soggetto di azione.
— L’ammalato per mezzo dell’ammalato.
— I sani operanti con gli ammalati sul piano della fraternità, stabilito dal
Corpo Mistico per il loro inserimento attivo nella Chiesa, nella famiglia, nella
società.
3) Un adeguamento di sussidi
— che rispondano alle esigenze della comunità in cui vive,
— che suscitino in lui il desiderio di essere apostolo,
— che indichino i mezzi più validi di apostolato.
“Non conformismo alla moda — ci ammonisce il Papa — ma radici nella vita
interiore “ (Paolo VI: 27-1-1968).
Questo deve essere il movente di tutti i sussidi formativi di sostegno e di
lancio che le Commissioni studiano e si propongono.
L.N.
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