Venerabile Mons. Luigi Novarese - Scritti editi:
L’Ancora: n. 7 - agosto/settembre 1968 - pag. n. 3-9
BASE SPIRITUALE DI UN APOSTOLATO EFFICIENTE
I parte
Il modo di avvicinamento
La prima attenzione psicologica usata da Dio nei nostri riguardi sta nel MODO
con cui Egli si è degnato di attuare il piano redentivo. Volendo il Figlio di
Dio riconciliare al Padre l'umanità non soltanto venne nel mondo, ma prese la
natura umana, incarnandosi, per mezzo dello Spirito Santo nel seno purissimo di
Maria Santissima. Il Figlio di Dio, unendo a sé, in un'ora ben precisa e ben
determinata, la nostra natura “vincendo la morte con la sua morte e
resurrezione, ha redento l'uomo e l'ha trasformato in una nuova creatura” (Cost.
Dog. 7).
L'uomo aveva interrotto con il peccato la vita divina che aveva in sé, Gesù gli
ridona la possibilità di riprendere la medesima comunanza di vita mediante la
grazia, stabilendo un primo contatto comune tra Dio e noi, che eravamo da
redimere, mediante la natura umana; ed apparve a noi così l'umanità e la
benignità del Figlio di Dio, non per volontà di uomo o diritto di sangue, ma per
Sua libera volontà.
Il punto d’incontro
L'incontro di Dio con la creatura nel seno dell'Immacolata è il primo punto
di questo avvicinamento nell'intento di riprendere il filo del dialogo
interrotto dai nostri progenitori. Già dalla presentazione dell'intervento
divino nella storia dell'umanità evidente appare il profondo amore del Creatore
che ci viene incontro, circondandoci delle più delicate forme psicologiche
affinché noi vediamo la sua volontà salvifica e, senza alcun timore, a Lui si
unisca per essere nuovamente partecipi della Sua vita. Lungo e meraviglioso
sarebbe il discorso per mettere in evidenza le attenzioni di Dio nel prendere la
nostra natura umana per redimerci.
Cogliamo alcuni dati di fatto che tanto serviranno per accostarci poi ai
sofferenti.
1) Dio non ha rigettato la nostra natura ribelle, corrotta dopo il peccato;
nè l'ha abbandonata a sé nell'impossibilità:
a) di risolvere i problemi essenziali della propria esistenza;
b) di dare un senso, uno scopo, al lavoro ed al dolore.
2) Accostandosi a noi ha voluto assumere la nostra natura per stabilire una
base comune e dare inizio ad un colloquio che deve concludersi con la
riabilitazione della creatura, mediante la restituzione di possibilità
soprannaturali, interrotte e perdute, principi di vita e d'azione che, portano
alle più alte vette della santità e dell'eroismo. In base a tali principi
soprannaturali, innestati alla umana natura “ancora peregrinanti in terra,
mentre seguiamo le orme di Cristo nelle tribolazioni e nella per esecuzione,
come il Corpo al Capo venivamo ad essere associati alle sue sofferenze, e
soffriamo con lui per essere con lui glorificati” (Cost. Dog. 7).
L’attuazione pratica
Non soltanto Gesù volle attuare l'opera redentiva, ma volle fin dall'inizio
del piano della redenzione porre dinanzi alla nostra considerazione un esempio
di creatura in tutto uguale a noi, diversa da noi soltanto per l'assenza del
peccato, Maria SS.ma, per dimostrarci la piena possibilità di seguirlo, imitarlo
cooperando con lui affinché la sua volontà dì salvezza sia ovunque affermata.
a) Maria, figlia di Adamo acconsentendo alla parola divina, diventò Madre di
Gesù, e abbracciando, con tutto l'animo e senza peso alcuno di peccato, la
volontà salvifica di Dio, consacrò totalmente se stessa quale ancella del
Signore alla persona ed all'opera del Figlio suo, servendo il mistero della
Redenzione sotto di Lui e con Lui, con la grazia di Dio Onnipotente (Cost. Dog.
56).
b) Modello perfetto della vita spirituale ed apostolica, instaurata da Gesù
Cristo, è la Beata Vergine Maria, Regina degli Apostoli la quale, mentre viveva
sulla terra una vita comune a tutti, piena di sollecitudini famigliari e di
lavoro, era sempre intimamente unita al Figlio suo e cooperava in modo del lutto
singolare all'opera del Salvatore (Apost. Laici, 4).
Punti basilari
Da quanto è stato accennato scaturiscono alcuni punti che devono essere
portati ai sofferenti in fraterno ed amichevole solidale colloquio affinché
escano dal proprio isolamento e comprendano le grandi possibilità costruttive
che essi detengono sia per l'incremento e vitalità del Corpo Mistico di Cristo,
sia per l'intera Umanità:
1 - Non per compassione diciamo a chi soffre che il dolore è vinto, ma perché
il Figlio di Dio realmente lo ha vinto con la Sua morte in croce, dandoci la
possibilità di cancellare i peccati che sono la causa prima di tanti mali, mali
di tutti i generi.
2 - Nell'instaurare il colloquio con chi soffre risaliamo la storia
dell'umanità e poniamo le anime che vogliamo conquistare di fronte al dato
storico e preciso che Cristo è il Figlio di Dio. Dio ci ha parlato per mezzo del
Suo divin Figlio; Gesù ci ha risolto tutti gli angosciosi perché della vita. A
questo punto occorre far vedere il disegno meraviglioso intessuto dal Padre
celeste per farci comprendere che ancora egli ci ama, ci attende, ci vuole
salvi, ci ascolta e, quel che è più commovente, si serve di noi, “ci associa al
Suo Figlio” per dilatare il suo regno far conoscere il suo amore a tutti gli
altri nostri fratelli, usando quali mezzi di conquista l'antica pena del lavoro
e del dolore, tramutati da Cristo in efficaci possibilità di merito e di
salvezza.
3 - Nel discorso che intendiamo svolgere con i fratelli di dolore far notare
la delicatezza di Gesù, il quale ha voluto attuare il piano di salvezza per
mezzo dell'ubbidienza, sottomettendosi alle medesime nostre leggi di natura,
soffrendo la fame e la sete, sentendo la stanchezza e provando il tedio della
prova nell'orto degli ulivi, sopportando le nostre sofferenze fino alla morte in
Croce, per cui il Cristo oltre ad essere il più grande benefattore dell'umanità
è il nostro divin modello.
4 - Far comprendere allora che comunicando a noi la sua vita, Dio ci dona
possibilità costruttive nuove responsabili, in piano soprannaturale, impensate.
“Non c'è settore che rimanga precluso a chi soffre” (Giovanni XXIII ai Vol.
della Soff. 19‑3‑1959).
5 - Ed allora la conseguente responsabilità vocazionale. Non tutti siamo lo
stesso membro nel corpo Mistico di Cristo pur costituendo tutti un solo corpo (1
Cor.XII).
E' dovere quindi di ciascuno, attraverso la meditazione e la considerazione
delle cause seconde, scoprire la propria vocazione, magari contraria ai gusti
personali per viverla con dignità, ricchezza di espressioni e di offerta come
l'ha vissuta nostro Signore Gesù Cristo per il completo sviluppo del nostro
Corpo, che è il Suo Corpo Mistico, di cui gioiosamente facciamo parte.
6 - Far scoprire i doveri di rappresentanza, di sacrificio che incombe ad
ogni membro del Corpo Mistico per il fatto dell'inserimento della sua vita in
Cristo, Sommo ed Eterno sacerdote. “Il Sacerdote è l'uomo di Dio”, ma non
soltanto il sacerdote ministeriale. Anche il Sacerdozio dei fedeli, regale
sacerdozio di Cristo, deve essere affermato da coloro che ne sono stati
investiti col Battesimo con vera consapevolezza sentita e vissuta. L'ammalato
nel suo ambiente di sofferenza è il Cristo che continua la sua passione, per
cui, essendo egli una cosa sola con Lui, non può svilire il suo sacerdozio, cui
è associato, nè può sminuire le sue visualità di offerte sacrificali, nè
indebolire o, Dio non voglia, svuotarle, con la presenza del peccato nella
anima.
7 - Far scoprire a chi soffre che la partecipazione alla vita di Dio è un
preciso punto impegnativo di partenza e di cooperazione che ci impegna dal
programma della nostra personale e necessaria santità alla donazione d'amore di
noi stessi per la salvezza di tutti, come il Cristo, il quale, in tutto simile a
noi, fuorché nel peccato, ci impegna, per coerente identità di idee e di
sentimenti, a dare come Lui e con Lui la vita per i fratelli. E così la vita del
cristiano, e a forziori la vita del sofferente, è, la più bella vita lanciata
nell'amore che nell'unità con la persona amata, il Cristo, ci porta alla
conquista di tanti altri fratelli, che vengono a far parte del nostro Mistico
Corpo, arricchendo e potenziando a loro volta noi stessi con la rispondenza alla
grazia, abbellendo il volto della Chiesa, dilatando il regno di Dio. Come grandi
e meravigliose realmente sono le vie di Dio e come insondabili le ricchezze del
suo Cuore divino!
L. N.
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