Venerabile Mons. Luigi Novarese - Scritti editi:
L'Ancora: n. 2 - febbraio 1968 - circolare
INIZIO TERZO DECENNIO
Apostolato Centro Volontari della Sofferenza
A Gloria di Dio
Errate impostazioni
Compito dei Fratelli degli Ammalati
Agire unitamente
Autonomia e collegamento
Lavoro 1968
Cappella ed Aula Magna
Per riuscire nell’intento
Corsi di Aggiornamento Spirituale
Disco “Le apparizioni di Fatima”
Assistenti ed Incaricati Diocesani
* * *
Circolare a tutti gli iscritti al Centro
“VOLONTARI DELLA SOFFERENZA”
Sorelle e fratelli carissimi,
L'inserimento dei nostro apostolato nel generale rifiorire della vita cristiana
in questo periodo post-Conciliare ci porta a riflettere, con rinnovato amore e
nuovo desiderio di autentica risposta, sulla nostra personale e collettiva
adesione al programma dell'immacolata. Tale programma è diventato nostro da
quando siamo entrati a far parte dei Volontari della Sofferenza o dei Fratelli
degli Ammalati.
ALL'INIZIO DI OUESTO NUOVO ANNO che apre un terzo decennio di apostolato, dopo
avere attentamente considerato il modo con cui viene attuata l'attività dei
Centro nelle varie zone e seriamente meditato la vera necessità per tutti gli
iscritti di adeguarsi alla riforma interiore di autentica vita cristiana tanto
richiamata dal Santo Padre,
NELL'INTENTO DI AIUTARE TUTTI A SALIRE IL VERTICE DELLA PERFEZIONE, PROPONGO UN
SERIO ESAME PERSONALE SULL'ATTIVITA' CHE VIENE SVOLTA NELLE DIVERSE ZONE.
Per questi motivi mi dirigo e ciascuno in particolare, desiderando aprire un
colloquio personale sui problemi veri della vita dei Centro e sulla
responsabilità di una risposta associativa che su ciascuno incombe dal momento
della propria iscrizione. Bramerei che ogni iscritto fosse in posizione di
autentica e convinta risposta al programma della Madonna, e sentisse la propria
personale responsabilità verso la Chiesa, verso i peccatori ed i lontani. Vorrei
che ognuno, di fronte ai punti che, in coscienza, devo presentare applicasse se
necessario, quelle modifiche interiori ed esterne in maniera che il programma
del Centro sia un’autentica e totale risposta alle richieste della Gerarchia.
Con questa circolare intendo confortare i tanti e volenterosi iscritti che con
vera dedizione attuano questo programma mariano e voglio altresì richiamare a
sensi di reale responsabilità quei pochi che assillati da continue ed angosciose
problematiche su difficoltà inesistenti o ingigantite rendono la vita difficile
a sé ed agli altri, intaccando l'unità d'apostolato e condizionando così tanto
lavoro.
A GLORIA DI DIO
Prima di fare le conclusioni e presentare le linee di lavoro sono certo di
farvi cosa gradita dicendovi le cifre che, con la carità dei buoni, sono state
pagate nel decorso anno.
Affermando “carità dei buoni” intendo ricordare con senso di profonda
gratitudine tutte quelle persone che, pur non facendo parte del nostro Centro,
sono, però, intervenute, spinte dalla carità più fattiva, affinché il programma
dell'Immacolata non subisse alcun ritardo.
Forse l'eccessivo silenzio da parte nostra sulle cifre che abitualmente
spendiamo per provvedere all'apostolato in piano nazionale e internazionale ha
ingenerato In alcuni il falso concetto che non è poi tanto necessario sostenere,
come per il passato, il Centro Nazionale.
PER QUESTO MOTIVO FORSE, TALUNI, NON TENENDO CONTO DEI SUSSIDI Di APOSTOLATO
ENTRATI IN PARROCCHIA, DIOCESI E NAZIONI, proprio per merito dei sostegno e
delle continua attività della Direzione centrale, SI SONO LANCIATI NELLE PIU'
SVARIATE INIZIATIVE, NON BADANDO
Al NON LIEVI SACRIFICI DI QUANTI CON INSTANCABILE DEDIZIONE HANNO LAVORATO PER
L'AFFERMAZIONE DELL'IDEALE.
A conforto dunque di tutti ecco le somme che il Centro Nazionale ha potuto, con
intima gioiosa riconoscenza alla Divina Provvidenza, pagare nell'anno testé
trascorso.
POSTA: L. 3.873.290
Gli ammalati che abitualmente e periodicamente scrivono al Centro sono ben
25.000: sono sofferenti che desiderano una parola di conforto, di incitamento;
sono richieste di spiegazioni, di cambi di indirizzo; domande di delucidazioni
nelle cose più disparate; richieste di materiale di propaganda di vario genere.
Non manca inoltre presso la nostra Direzione il settore di Assistenza sociale
per cui ci sono anche tutte le pratiche che parallelamente vengono svolte per
andare incontro alle richieste dei nostri iscritti.
La cifra potrebbe essere anche diminuita se in tutte le diocesi ci fosse
l'incaricato stampa ed un deposito di materiale di propaganda e d'apostolato a
cui tutti possono rivolgersi per quanto necessario.
UFFICIO: L. 4.209.123
In tale cifra sono compresi gli affitti dei locali, lo stipendio delle tre
impiegate che con abnegazione prestano il loro servizio con mensili ispirati al
più grande amore verso l’apostolato. In detta cifra ci sono pure tutte le spese
relative alle circolari che vengono abitualmente inviate ai vari settori di
apostolato; fogli, cancelleria e quanto serve ad un Ufficio che va incontro ad
oltre 60.000 iscritti.
STAMPA
a) Rivista “L'Ancora”
Come già pubblicato sulla rivista “L'Ancora” dei mese di gennaio, la somma per
la stampa di otto numeri della rivista, con tiratura di 45.000 copie, è stata di
lire 10.560.000
La rivista “L'Ancora” fin dall'inizio della pubblicazione viene gratuitamente
inviata a tutti gli ammalati, indifferentemente se ricchi o poveri.
b) Stampa varia
Fogli di propaganda, volantini di adesione, ecc.
Lire 4.300.000
RESTITUZIONE PRESTITI PRIVATI
Sono anche a vostra conoscenza i prestiti gratuiti di lire 500.000 lire l'uno,
per 3 anni, ottenuti da alcuni nostri iscritti per far fronte agli impegni della
Casa di Re. Tali prestiti nell'anno decorso sono stati restituiti in ragione di
lire 24.000.000
Nella consapevolezza del sacrificio compiuto da parecchi nostri iscritti per
aiutarci a risolvere almeno in parte le necessità dei momento, per non ritardare
la restituzione di tali somme ci siamo dati, molto da fare senza badare ai veri
e gravi sacrifici sostenuti dal Centro e da tutte le Comunità dei Silenziosi
Operai della Croce. Quante volte nell'anno da poco tramontato, come del resto
negli anni precedenti, ci siamo trovati senza aver nemmeno più i mezzi per
comperare i francobolli. Eppure, sostenuti soltanto dalla grazia di Dio e dalle
fervide preghiere degli ammalati, fedelmente rimasti vicini, siamo stati sempre
in grado di far fronte, in ogni momento, ad ogni necessità.
Dio volesse che persone generose iscritte al nostro Centro potessero continuarci
lo stesso prestito gratuito per tre anni per la costruzione della Cappella e
dell'Aula Magna, oppure potessero trovare altri prestiti della stessa entità,
sempre per il medesimo scopo. Alla Vergine Santa presento questo vivo desiderio
MUTUO BANCARIO
Pagamento di lire 22.000.000 alla Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde
per il mutuo venticinquennale concesso per la Costruzione della Casa “Cuore
Immacolato di Maria”.
CORSI DI ADDESTRAMENTO PROFESSIONALE
1) Attrezzatura per la Casa di Arco, per corsi di: Maglieriste -
Stenodattilografe (24 macchine da scrivere) - Confezioniste - Elettricisti -
Radiotecnici - Legatori di libri
L. 7.000.000
2) 40 ex ammalati, iscritti al nostro Centro sono stati gratuitamente ospitati
per 8 mesi ad Arco, alla quota corrispondente stabilita per i pagamenti di lire
800 al giorno. Soltanto due centri diocesani sono intervenuti per sostenere
questa iniziativa cosi necessaria e provvida, che schiude nuovi orizzonti per i
nostri cari ammalati.
Totale per tale aiuto L. 7.840.000
RINGRAZIAMENTO
Ringraziamo con tutto il cuore li Signore per quanto si è potuto fare e con
filiale riconoscenza ripetiamo il Magnificat alla Vergine Immacolata per l'aiuto
costante, insperato, giunto da vie sempre nuove, magari all'ultimo momento, ma
costantemente, sempre in tempo utile.
Un ringraziamento cordiale dei tutto particolare agli scritti che nella
comprensione delle necessità dell'apostolato non sono mai venuti meno,
silenziosamente sostenendoci con aiuti, offerte di preghiere e di sacrifici. La
somma, nella sua cifra totale, è vistosa e sta ad indicare quanto l'apostolato
sia seguito dagli iscritti e dai simpatizzanti; nel suo insieme essa rappresenta
una gara di generosità per sostenere il lavoro che partendo da un punto iniziale
e direttivo si proietta in piano generale, divulgando così le idee basi
richieste dalla Madonna e con tanta autorità presentate dalla Chiesa nei vari
documenti conciliari e di magistero. Ricordiamo soltanto la Lumen Gentium , il
“Decreto dell'Apostolato dei Laici”, la costituzione “Poenitemini” ed i
meravigliosi Discorsi del Papa che proiettano luce feconda per una vera ripresa
di vita cristiana. Documenti dai quali il nostro lavoro balza chiaro e deciso,
come pratica risposta, viva ed attuale, alle esigenze della cristiana società
dei nostro tempo.
ERRATE IMPOSTAZIONI
Non dimentichiamo mai i 903 ammalati che hanno offerto la loro vita perché la
Casa di Re potesse sorgere schiudendo così nuovi orizzonti pastorali e veri
aiuti per chi soffre.
Ma che dire quando in mezzo a tanto fervore di lavoro ed a così grande
rispondenza si sente affiorare qua e là il monito che non bisogna stimolare
troppo gli ammalati all'azione, essendo per essi sufficiente la Personale
offerta di preghiera?
BISOGNA PUR DIRE CHE IN SIMILE CASI, BEN RARE DEL RESTO, NON SI E' AFFATTO
COMPRESA L'IDEA MOTRICE DEL CENTRO: l'apostolato è della categoria degli
ammalati, categoria composta da sofferenti, persone più deboli quindi delle
altre, bisognose magari di aiuto e di tutto ma pur sempre capaci di comprendere,
dì volere e decidere le iniziative che credono più opportune per la
realizzazione della propria vocazione in dimensione ecclesiale.
GLI AMMALATI ISCRITTI AL CENTRO “VOLONTARI DELLA SOFFERENZA” NELLA
CONSAPEVOLEZZA QUINDI DELLE PROPRIE POSSIBILITA' UMANE, CRISTIANE E SOCIALE,
SOSTENGONO ED ATTUANO NEL LIMITE CONSENTITO, IN ARMONIA CON TUTTE LE FORME Di
APOSTOLATO, CON I MEZZI CHE SONO LORO A DISPOSIZIONE, QUANTO STABILITO.
Tali mezzi sono:
- preghiera
- dolore santificato dalla grazia
- mezzi finanziari.
La preghiera è sempre stata e sempre sarà la grande realtà che ottiene gli
interventi più insperati dalla Divina Provvidenza. Che cosa può mai negare il
Signore, quando gli ammala pregano ed offrono il proprio dolore per la
realizzazione di un apostolato presentato dalla Sua divina Madre, a Lourdes ed a
Fatima, per la salvezza delle anime? Accanto all'offerta della preghiera e della
sofferenza, possibile che chi soffre non possa e non debba agire in piano
apostolico associato per realizzare tutte le iniziative che egli crede utili per
la miglior valorizzazione ed applicazione della propria vocazione? Tali idee
sono essenzialmente contro quanto il Santo Padre con tanta luminosa chiarezza
costantemente afferma nel suoi Discorsi. Oltre a non volersi poi l'apostolato
organizzato, associato, unito e compatto, qualcuno teme di chiedere il
contributo materiale, a chi può, per realizzare quelle iniziative che la
categoria ha visto, studiato e deciso.
Ma perché voler costantemente umiliare i sofferenti, negando loro la possibilità
di seguire e sviluppare le iniziative che essi stabiliscono di attuare?
Ma non si comprende che con simili idee si continua a seguire una vecchia
ideologia, finora sostenuta, ma dei resto grazie a Dio quasi sorpassata, secondo
cui l'ammalato è unicamente oggetto di carità, persona che deve ricevere, che
non deve essere impegnata a fondo, che va lasciata tranquilla, ignorando che,
mentre tale idea paternalistica offende, fa doppiamente sentire a chi soffre il
disagio dei dolore, togliendogli anche ciò che di più bello egli può ancora
avere nella sua vita di sofferente e cioè l'azione apostolica?
Le opere di misericordia svolte anche verso i sofferenti non intaccano affatto
le reali possibilità soggettive in piano naturale e soprannaturale che egli
detiene. Ed, è nel Centro, idea base fondamentale, che l'ammalato venga
considerato e tenuto quale soggetto di attività, soggetto di azione, svolta
dalla propria categoria; soggetto delle iniziative che deliberatamente vuole;
soggetto che si adopera per raggiungere quanto stabilito in piano ideale ed in
piano materiale.
Il “Centro Volontari della Sofferenza” proprio perché ben comprende il valore
umano e sociale in piano soprannaturale del dolore santificato dalla grazia, con
tutte le sue forze combatte l'idea di sterili compatimenti e ridimensionamenti
che si oppongono alle grandi e costruttive prospettive schiuse e lanciate dalla
Croce del Cristo.
Gesù ha di buon grado accolto l'aiuto ed il conforto che gli furono apprestati
durante la sua dolorosa salita al Calvario ma ha fermamente respinto i vani
compatimenti, non appoggiati su solide basi di fede. Consideriamo l'incontro con
le pie donne lungo la via dei Calvario e, in opposizione, la presenza della
Vergine Santa, di S. Giovanni, della Maddalena, delle altre pie donne ai piedi
della Croce.
COMPITO DEI FRATELLI DEGLI AMMALATI
Accanto ad accennati tentativi di avvilimento delle possibilità dei
sofferenti che significano avvilimento della personalità dell'ammalato,
consideriamo anche il compito vivo, reale e bello dei “Fratelli degli ammalati”.
Si vuole stare accanto al Cristo mistico che nel tempo continua la Sua Passione
e si vuoi restare soltanto come spettatori, condividendo soltanto quando non
disturba troppo il peso dei suo sacrificio!
Apostolato significa donazione ad un ideale e lavoro interno ed esterno per
realizzarlo nella Chiesa Santa di Dio a beneficio di tutta la collettività.
Nell'apostolato il concetto della donazione di se stessi per il conseguimento di
un ideale è uguale tanto per i sofferenti quanto per i sani. Agli uni ed agli
altri incombe l'obbligo di fare della propria vita, ovunque sia spesa, una
testimonianza di fede.
Il Papa afferma che: “l'apostolato non è solo un fatto esteriore, sano, logico;
è un'esistenza spirituale interiore che trae la sua ragion d'essere dal mistero
stesso della Chiesa, a cui il cristiano appartiene” (Discorso 7‑2‑1968).
IN PIANO DI APOSTOLATO, NEL NOSTRO CENTRO, IL SANO E' SOLIDALMENTE ACCANTO AL
SOFFERENTE PER IL MEDESIMO IDEALE. Non si deve quindi soltanto attendere dai
sofferenti ma anche dare qualcosa, e quel qualcosa è il sostegno di un programma
parallelo, basato su punti uguali, conosciuti ed accettati: le richieste della
Madonna rivolte a Lourdes ed a Fatima.
Dall'ammalato la cristiana società attende il potenziamento dei valore della
passione con l'offerta dei proprio dolore che completa il prezzo della
redenzione da Gesù Cristo pagato sul Calvario con il proprio sacrificio. Non è
facile per un uomo vissuto fino allo scoccare dell'ora dei dolore nella vita
dinamica della società, oppure rimasto ai margini della vita perché sempre
sofferente, comprendere che l'inserimento nella vita della Chiesa vuoi dire
vittoria sull'isolamento, acquisto di possibilità d'azione soprannaturale,
superamento delle barriere costruite dal dolore.
Precisa ed impegnativa è l'ascesi per arrivare a tale libertà.
L'ammalato ha bisogno d'aiuto e di sostegno per ben svolgere e comprendere la
propria missione ed il “Fratello o la Sorella dell'ammalato” deve capire che
tocca proprio a lui dare questo sostegno e che lo deve dare togliendo qualcosa
alla propria normale attività, al proprio tempo, alle proprie vacanze, ai propri
risparmi, proprio perché chi svolge azione di bilancio nella società, non
soltanto paga in piano spirituale anche per il sano ma lavora continuamente,
offrendo il proprio dolore reso da Gesù fonte di bene, ventiquattrore su
ventiquattrore, senza ferie, senza scioperi, senza possibilità di sottrarsi,
donando per di più con vero sacrificio quanto ha di meglio: la propria vita.
Se i “Fratelli e le Sorelle degli Ammalati” non sostengono con sacrificio
l'azione dei sofferente con qualcosa di fattivo, di positivo, con qualcosa che
costa, qual'è il senso della loro appartenenza al Centro?
La loro adesione all'apostolato dei Centro significa:
1) piena adesione al programma spirituale che vuole attuare: le richieste
rivolte dalla Vergine Santa a Lourdes ed a Fatima;
2) vivo impegno di grazia e di preghiera per la santifìcazione dei proprio
lavoro;
3) costante azione di sostegno degli ammalati:
a) in piano spirituale aiutandoli nella loro non facile salita del Calvario,
sostenendoli nell'apostolato di conquista ideale.
b) in piano materiale sostenendoli a realizzare le iniziative apostoliche da
essi volute e stabilite.
4) azione indipendente realizzando le iniziative che completano quelle dei
“Volontari della Sofferenza”.
Questi punti non sono con facilità sempre compresi. Spesso i sani vanno da un
estremo all'altro; o danno un aiuto soltanto momentaneo, saltuario o talvolta
addirittura si sostituiscono agli ammalati. Sostenendo poi che i sofferenti non
devono essere per nulla disturbati essi si avventurano talvolta in iniziative
locali e dispersive a favore generico di chi soffre, sfigurando il fine proprio
dell'Associazione, abbassandone la finalità, creando ostacoli, intralciando
l'apostolato e non realizzando quanto gli ammalati si erano proposti e privando,
in ultima analisi, la Chiesa di apporti incommensurabili.
Sarebbe sufficiente leggere con attenzione lo statuto dei “Fratelli e delle
Sorelle degli Ammalati” per veder quanto bello, nobile, importante, costruttivo,
ed impegnativo sia il loro ideale.
Il desiderio che qua e là traspare di realizzare qualcosa al di fuori dei
programmi comunitari che si presentano, è una bassa tentazione di personalismo,
di superbia, che si presenta nella forma più seducente per impedire le grandi e
costruttive finalità che l'apostolato si prefigge.
AGIRE UNITAMENTE
Teniamo presente che per gli iscritti è dovere di serietà e di coscienza,
dovere richiamato anche dal Vaticano II nel Decreto dell'Apostolato dei Laici,
di assimilare la fisionomia delle Associazioni a cui si è data l'adesione,
usando quei mezzi di apostolato che l'Associazione stessa prefigge.
Non ci stancheremo quindi mai di richiamare a sentimenti di disciplina quei
singoli, che si lanciano in iniziative personali, senza tener conto che esiste
un programma di insieme che va conseguito e realizzato con lo sforzo di tutti
nello spirito dell'Associazione e con i metodi approvati dalla Chiesa.
Pur lavorando in “équipe”, con programma unico, il piano di lavoro è articolato
in maniera da rivolgersi a tutte le categorie degli iscritti, dai nuovi arrivati
a coloro che possono con le proprie esperienze dare vera e feconda testimonianza
di vita apostolica.
Le esperienze di apostolato di determinate zone, sorte con l'appoggio e la
vigilanza dei responsabili dei Centro Diocesano e Nazionale non hanno mai subito
arresti ma nel l'aiuto del Centro Nazionale hanno trovato un naturale sostegno e
lancio, schiudendo così nuovi validissimi settori che sono la gloria di tutto il
nostro movimento, come il settore dei bambini, quello dei giovani, degli
adolescenti, ed ora anche degli anziani.
Nulla vieta che si presentino al nostro Centro Studi le più svariate iniziative
che si intendono svolgere affinché con l'apporto di studio di persone
qualificate, si possano poi magari attuare in piano nazionale.
Non bisogna fare piani dispersivi. Occorre camminare con linea compatta ed
unica, ponendo attenzione di non ridurre o ritardare l'impegno di lavoro per
smanie di voler dare la propria adesione a tante forme di apostolato.
E' INFATTI DIFFICILE RIMANERE FEDELE A TANTI IMPEGNI CHE ASSOMMANO
RESPONSABILITA' E RICHIEDONO TEMPO E DEDIZIONE. Facilmente in simili casi si
conclude coi fare poco da ogni parte, impedendo forse ad altri di dare un valido
e prezioso apporto.
Per sostenere lo spirito di unità rivolgo invito ai responsabili diocesani e
regionali a tenere continui contatti con il Centro Nazionale.
Il dialogo fraterno che parte da un estremo all'altro, unendo esperienze e
visuali, appiana difficoltà, dilegua i dubbi ed afferma i punti validi
dell'apostolato.
L'unità è sanità e integrità di lavoro, mentre la divisione è frutto
inequivocabile della presenza “dell'uomo nemico” che separa con fini ben
precisi, speculando e facendo leva su umane miserie che ovunque si possono, ad
ogni piè sospinto, purtroppo incontrare.
NON BISOGNA ENTRARE NEL CENTRO PER SEMINARE E SOSTENERE POI IDEE E METODI AL DI
FUORI Di QUELLI ACCETTATI ENTRANDO; CIO' E' CONTRARIO Al PRINCIPI PIU'
ELEMENTARI DELL'UMANA SERIETA' E SINCERITA'.
Chi desidera forme apostoliche di categoria, attuate in forma diversa, si diriga
verso altre quanto mai benemerite istituzioni, ricche di frutti, approvate dalla
Chiesa, ma non cerchi di sminuire o mutare questa forma apostolica, che ha già
dato tanti frutti alla Chiesa.
Non bisogna tollerare che in nome del Centro, senza nessun previo accordo,
vengano avviate iniziative che poi magari subiscono l'oscillamento per la scarsa
continuità di aiuto e di dedizione da parte degli iscritti del momento.
Chi assicura un Ente di Stato o una Diocesi della continuità dell'impegno? Chi
ne risponde? I singoli che hanno dato l'avvio a particolari iniziative? Ma
questi sovente sono i primi a tirarsi indietro allorché gli impegni, familiari o
professionali sembrano subirne il più piccolo ritardo; essi non hanno una
responsabilità giuridica, civile, canonica da difendere ed a cui doverosamente
rispondere. Quanto chiari ed opportuni sono gli ammonimenti e le esortazioni dei
Santo Padre per un apostolato associato che qui riportiamo dall'Osservatore
Romano dell'8-11-68!
OGNI ATTIVITA' NATURALE SI SVOLGE IN FORMA ASSOCIATA
Invitiamo oggi la vostra attenzione a soffermarsi un istante su questa
seconda forma dell'apostolato, quella associativa.
Ogni attività naturale si svolge in forma associativa. La quale, enunciata con
questa semplice qualificazione, solleva ordinariamente negli animi un senso di
diffidenza, di ripulsa, e anche talvolta di noia. Essere associati non è cosa
che piaccia a tutti. Molti preferiscono rimanere liberi. Mettersi in fila, o in
cerchio, con altri per far dell'apostolato, facilmente suscita molestia.
Se questo poi si fa, o si subisce per uno scopo ideale, nasce facilmente
l'impressione che l'ideale diventa prosaico, perde le ali, diventa formalismo,
si intristisce in rapporti obbligati, in forme convenzionali, pedanti e pesanti:
crea burocrazie, gerarchie, esteriorità spesso punto gradite. L'apostolato
associato sembra una rete ingombrante senza spontaneità, nè genialità; diventa
talora rivolto più al fatto organizzativo, che ai fini essenziali
dell'apostolato stesso. Mira al numero, al potere. Non sembra poi che risponda
agli umori del nostro tempo. Così si dice. E svolgendo nel loro spirito queste
obiezioni, motti, moltissimi forse, rifuggono dal dare il loro nome, la loro
adesione a forme di apostolato, sia che caritativo, o morale, o sociale, e
dicono di preferire il bene, che non fa rumore; ma che, in realtà, non porta nè
spesa, nè disciplina, nè impegno, nè fastidio. Questa psicologia presenta
aspetti degni di rispetto e considerazione, sia perché rivendica la legittimità
dell'apostolato individuale, e sia perché rifugge dai difetti che l'apostolato
collettivo può generare. Ma siamo sinceri. Non è in forma associativa che ogni
attività naturale si svolge e si afferma? “L'uomo ‑ ricorda il Concilio ‑ è per
natura sua sociale” (ib., n. 18). Ma ciò che più conta per noi è il fatto che
“l'apostolato che parla – corrisponde felicemente alle esigenze umane e
cristiane dei fedeli, e al tempo stesso si mostra come segno della comunione e
dell'unità della Chiesa in Cristo, il Quale disse: “Dove sono due o tre riuniti
nel nome mio, Io sono in mezzo a loro” (Matth. 18, 20). Perciò i fedeli
esercitino il loro apostolato in spirito di unità - continua il Concilio -.
Siano apostoli tanto nelle proprie comunità familiari, quanto in quelle
parrocchiali e diocesane, che sono già esse stesse espressione dell'indole
comunitaria dell'apostolato, e in quelle libere istituzioni nelle quali avranno
stabilito di unirsi. L'apostolato associato è di grande importanza anche perché,
sia nelle comunità della Chiesa, sia nei vari ambienti, spesso richiede d'essere
esercitato con azione comune” Ob., n. 18).
Dei felici risultati di una vera amicizia.
Riteniamo che non occorra dire di più sul punto, perché tutti in fondo sono
convinti che per fare dell'apostolato, non puramente occasionale e privato,
bisogna aggregarsi ad altre persone di eguali sentimenti. Ecco perché l'amicizia
intesa come forma di fare del bene, può essere apostolato elettissimo; anche
perché l'amicizia si fonda su affinità spirituali spontanee, che procurano
diletto e fervore, accendono. la fantasia e rendono facili i tentativi
dell'apostolato, che forse da sé nessuno oserebbe compiere. L'amicizia, come
apostolato, Noi la raccomandiamo come metodo, come allenamento e proprio come
interpretazione autentica della carità effusiva e doppiamente benefica, a chi la
esercita e a chi ne riceve i benefici (cfr.ib., n.. 17).
Quante opere buone sono nate così! Le Conferenze di S. Vincenzo de' Paoli non
hanno avuto, ad esempio, questa origine? E quante famiglie religiose sono sorte
dallo sviluppo d'un piccolo nucleo di amici! La Compagnia di Gesù, per citare un
insigne esempio storico. E quanti Istituti religiosi e secolari moderni hanno
analoga origine! Alcune istituzioni, oggi in grande rinomanza e in grande.
diffusione, non ripetono la loro nascita da piccoli gruppi iniziali, associati
nella carità e nel desiderio di servire la causa di Cristo? La loro virtù
associativa ha fatto la loro forza e la loro fortuna, ed ha dato all'apostolato
cattolico una, sorprendente fecondità. Noi li osserviamo con compiacenza, li
incoraggiamo e li benediciamo.
BLOCCHI CHE NON HANNO FUNZIONATO BENE
L'apostolato dei “Volontari della Sofferenza” è un apostolato che viene
svolto in forma associata dalla categoria degli ammalati. Nel nostro apostolato
affinché la voce, il desiderio, l'esperienza apostolica dell'ultimo sofferente
iscritto possa raggiungere ed influire anche ai vertici dell'apostolato si sono
costituiti i Capigruppo.
I Capigruppo, riuniti tra loro, formano le zone ed il Consiglio dei Centro zona.
Gli Incaricati delle zone (un sacerdote, un malato ed un sano) formano il
Consiglio Diocesano. I vari Consigli Diocesani costituiscono il Consiglio
Regionale. 1 Consigli Regionali formano il Consiglio dei Centro Nazionale.
Ma se in certe zone gli Incaricati diocesani dei sani o degli ammalati non
riuniscono il Consiglio Diocesano che si forma con l'incontro dei dirigenti dei
Centri zona e degli Incaricati diocesani di settore, come possono anche soltanto
pensare di svolgere un apostolato base della categoria de gli ammalati?
Non illudiamoci con affermazioni generiche di conoscere bene la mentalità degli
ammalati e di avere sentito molto dei sani.
NON BASTA SENTIRNE MOLTI, NEL NOSTRO APOSTOLATO VOGLIAMO SENTIRLI TUTTI.
Gli ammalati devono poter far giungere al centro diocesano, regionale e
nazionale la propria voce affinché, di nome e di fatto, si possa dire che il
nostro apostolato è di categoria. Se in alcune zone si vuole arginare il difetto
della mancanza delle riunioni di Consiglio Diocesano, occorre che i Capigruppo
esigano e soilecitino le divisioni in zone e che gli incaricati di zona
sollecitino ed esigano gli incontri in Consiglio Diocesano.
Se gli ammalati devono essere parte viva ed operante della parrocchia e della
Diocesi devono pur essere inseriti in attività parrocchiale e diocesana,
facendoli realmente partecipi delle grandi iniziative della famiglia diocesana
che, compatta, sotto le direttive dell'Ordinario, marcia alla conquista dei
Regno di Dio.
AUTONOMIA E COLLEGAMENTO
Il Centro Nazionale di comune accordo con gli ammalati negli incontri di Re,
a chiusura delle giornate di studio, ogni anno, presenta ai centri diocesani un
programma minimo e massimo che tende ad illuminare i nuovi !scritti e a spingere
alla più impegnativa azione apostolica gli altri.
TALE PROGRAMMA, TRAMITE L'ASSISTENTE DIOCESANO, DEVE ESSERE PRESENTATO AL
RISPETTIVO ECC.MO ORDINARIO AFFINCHE' EGLI LO ESAMINI E DIA QUEI SUGGERIMENTI
PASTORALI OPPORTUNI E CARATTERISTICI RISPONDENTI ALLE ESIGENZE DELLA PROPRIA
DIOCESI.
PIANO IDEOLOGICO
LAVORO 1968
Con esperti dei nostro apostolato e con l’aiuto ai Ecc.mi Vescovi che seguono da
vicino il nostro lavoro, vi presento in sintesi le deviazioni che si insinuano
anche nella vita dei Centro, ritardando il programma dell'immacolata.
Tali errori sono:
1) Inconsapevolezza della propria posizione di testimonianza nel Corpo Mistico.
2) Apostolato svolto non per esigenza apostolica di apporto personale di
sacrificio e di superamento di se stessi, ma per spirito di compassione, per
concetti filantropici, umani.
3) Condizionamento (limitazione) dell'apostolato:
a) per inconsapevolezza dei rapporti impegnativi e di sacrificio, che
scaturiscono da una precisa adesione ad un movimento apostolico;
b) per affermazione di idee e programmi personalistici che si oppongono ai fini
ed ai mezzi stabiliti;
c) per la scarsa conoscenza delle note psicologiche umane nei propri rapporti:
il sano verso il sofferente viceversa.
4) Volontà di battere vie nuove al di fuori ed indipendentemente dalle linee
dell'Associazione, mentre in realtà
ci si isola, inaridendo il lavoro, impedendo la sua diffusione ed affermazione.
Questi errori nel Centro sono causati
1) dalla mancanza di fede;
2) dalla mancanza di conoscenza e di accettazione totale dei programma della
Madonna;
3) dallo spirito di superbia che non vuole accettare le linee struttura
dell'apostolato, comuni a tutti, In piano nazionale ed Internazionale,
osservandole con vere consapevolezza;
4) dalla poca stima delle basi per un apostolato coordinato:
l'unità, fusa nella carità;
lo spirito di disciplina che si oppone all'individualismo che separa, offende e
porta all'inaridimento del lavoro.
Occorre allora in quest'anno fomentare:
1) l'unità;
2) lo spirito di consapevolezza;
3) il sacrificio che sa accettare;
4) lo spirito di iniziativa che non si vuole assopire, bensì coordinare per il
maggior raggiungimento dei fine generale;
5) lo studio, i ritiri e corsi per un adeguato aggiornamento spirituale quali
mezzi per superare queste difficoltà.
Nelle giornate di Re e nei Corsi di aggiornamento spirituale tale schema sarà
fedelmente ripreso e seguito, per smuovere i partecipanti verso un'unica,
determinata e consapevole linea di azione.
La Chiesa, nella persona dei Suo Capo visibile, il Papa, più volte, rivolgendosi
ai sofferenti ha detto ? La società ha bisogno di voi ?.
Non deludiamo dunque le aspettative della Gerarchia e dell'intero popolo di Dio!
Non deludiamo le aspettative dell'immacolata!
NON POSSIAMO, IN SPIRITO DI COSCIENZIOSA RESPONSABILITA', LASCIARE CHE TANTE
POSSIBILITA' DI BENE VADANO DISPERSE:
1) per attaccamento alle proprie idee;
2) per influenze di laicismo che si infiltrano, con criteri personalistici e
totalmente umani, anche nella vita apostolica;
3) per criteri personalistici che sono diametralmente opposti alle linee che il
Concilio ci presenta e che da ognuno esige.
Dobbiamo operare in noi per debito di sincerità e di coerenza lo spirito di
riforma che la Chiesa da ciascuno esige.
ATTIVITA' DEI CAPIGRUPPO
I capigruppo attualmente sono 2600. Numero grande che già da sé dice il
lavoro enorme che svolge il centro nella vita delle nostre Diocesi d'Italia e
dell'estero.
Ad ogni capogruppo fanno capo dieci ammalati, riuniti in stretta attività con
obiettivi unici e ben precisi. Essi sono animati dal più grande desiderio di
unire tutti I sofferenti della zona in piano apostolico e sono pure pronti a
scindere il numero dei proprio gruppo per formarne altri affinché l'isolamento
dei sofferente sia vinto e tutti così gli ammalati abbiano la gioia di dare il
proprio apporto al programma dell'Immacolata. Con questa circolare mi dirigo
inoltre a quei capigruppo che non vivono con slancio il proprio impegno
apostolico.
A questi, in particolare, vorrei giungere scuotendoli, ripetendo ad essi quanto
finora detto in 20 anni di attività, affinché con pronta rispondenza, prendano
il posto che giustamente loro compete e siano d'animo e di opere ferventi. La
presenza di animi incerti, incostanti, sonnolenti, stride in mezzo a tanto
lavoro. Vorremmo vedere anime generose come quelle della Bernadetta e dei
bambini di Fatima, come quelle di Giunio Tinarelli, Luciano Cimini, Luigi
Marrino, Ornella Colli, ecc. ecc.
Non si esige cultura particolare per svolgere l'attività di Capogruppo, basta:
1) conoscenza vera del Catechismo;
2) conoscenza di quanto la Madonna ha domandato;
3) vivo desiderio di attuare tale programma in sé ed attorno a sé.
Conosco le difficoltà che tanti capigruppo incontrano nell'affrontare le
riunioni dei proprio settore. Nella speranza di superarle ho stabilito una linea
programmatica che potrà essere da tutti seguita ed usata tanto negli incontri
dei gruppi quanto in quelli dei centri zona.
Prima però di inviare tali linee programmatiche è necessario sapere su quanti
capigruppo si può realmente fare assegnamento.
PER QUESTA RAGIONE, CON L'INVIO DELLA PRESENTE CIRCOLARE INVITO FORMALMENTE
TUTTI I CAPIGRUPPI A VOLER RISPONDERE SE INTENDONO O MENO RESTARE NELLE PROPRIE
FUNZIONI PER ATTUARE IL PROGRAMMA DELLA IMMACOLATA.
E' quindi necessario che i Capigruppo, indistintamente tutti, rispondano a
questa circolare, intendendo la Direzione riprendere l'apostolato su basi
sicure, che rispondano, senza mezze misure, alle direttive date.
Per facilitare il compito, parallelamente alla circolare, invieremo a tutti i
capigruppo un questionario appositamente preparato.
PASSATI DUE MESI DALL'INVIO DELLA PRESENTE CIRCOLARE E DEL QUESTIONARIO SI
RITERRANNO, AUTOMATICAMENTE CANCELLATI DALLA ATTIVITA' DI CAPOGRUPPO E DALLA
VITA DEL CENTRO TUTTI COLORO CHE NON HANNO DATO ALCUNA RISPOSTA.
Prima di stendere però la risposta, ognuno si ponga sotto lo sguardo
dell'Immacolata e pensi alle impegnative parole pronunciate dalla Vergine Santa
a Fatima: “Molte, molte sono le anime che vanno all'inferno perché non c'è chi
preghi e si sacrifichi per loro”.
Dinnanzi alla realtà dell'inferno, con tanta fermezza richiamato dalla Vergine
Santa, ciascuno pensi all'apporto di preghiera e di penitenza che solidalmente
deve dare per la salvezza di tanti peccatori e non presuma di esserne
dispensato.
CAPPELLA ED AULA MAGNA DI RE
La Cappella e l'Aula Magna per gli incontri di Studio a Re dobbiamo
costruirle, nè possono essere ancora ritardate.
La Cappella e l'Aula Magna sono rispettivamente il cuore e la mente
dell'attività che si svolge a Re.
E' nella Cappella che coralmente si elevano al Signore le nostre celebrazioni
liturgiche, sentendoci una cosa sola col Cristo che perennemente si immola
sull'altare. E' nella Cappella che udiamo e celebriamo la parola di Dio,
attentamente meditandola sotto lo sguardo dell'Immacolata. E' nella Cappella che
possiamo sostare, come nell'Arca di salvezza, per essere liberi dalle insidie
del mondo che cercano di avvinghiarci da ogni parte, assaporando la dolcezza del
silenzio e della meditazione.
Chi è pratico degli Esercizi che si svolgono a Re ben facilmente comprende tale
spirituale necessità che è la base per un buon andamento di tali corsi.
L'Aula Magna è l'espressione della ricerca, dello studio, dell'esperienza che
deve pur essere data dopo 20 anni di lavoro nel settore degli ammalati con una
nostra particolare metodologia.
E' ora di dare il nostro contributo fraterno, umile ma reale e positivo alle
tante anime che con amore lavorano nel settore degli ammalati.
Dobbiamo attuare quell'interiore e delicata ricerca che ci fa scoprire sempre di
più la psicologia di chi soffre, rendendoci meno Indegni di così grande
apostolato. Dobbiamo affrontare ed approfondire i tanti problemi che toccano la
vita dei sofferente, unitamente in piano morale e tecnico; dobbiamo affrontarli,
unitamente a uomini di scienza ed ammalati.
Le esperienze già avute in questo settore sono state così preziose e vivide di
luce da darci una vera ansia fino a che questa iniziativa non sia stata attuata.
PER RIUSCIRE NELL'INTENTO
Ricorriamo alla solita formula, reale e sicura, che sempre si è dimostrata
efficace: la preghiera, l'offerta dei sacrificio, l'azione.
LE PREGHIERE ED I SACRIFICI SIANO LA BASE Di QUESTA IMPRESA, COSI' BELLA E COSI'
IMPEGNATIVA.
A questo scopo oso formularvi alcune precise domande che mentre garantiscono
sempre di più la serietà del nostro Centro vanno direttamente incontro ai due
suddetti obiettivi che tanto desideriamo.
1) Chi si sente di offrire tutte le sofferenze ed i disagi che avrà da questo
momento fino al termine della propria esistenza perché vengano realizzate le
iniziative della Cappella e dell'Aula Magna a Re?
La richiesta formulata non dice di chiedere sofferenze in più di quelle che già
si hanno, oppure di offrirsi quali vittime per tale scopo, ma semplicemente
vuole essere un invito:
a) a compiere un atto di interiore accettazione di tutte le sofferenze che il
Signore permetterà da questo momento fino al termine della propria esistenza;
b) ad offrirle alla Vergine Santa affinché ci ottenga dal Suo Divin Figlio
quanto necessario per riuscire nell'impresa.
2) Che si mobilitino gli ammalati alla preghiera più viva ed ardente con novene,
turni di preghiere onde trovare quanto necessario per costruire la Cappella e
l'Aula Magna.
3) Che si smettano tutte le iniziative particolari che sono dispersive,
frazionarle, Inconcludenti.
Che riuniscano i Capogruppo i membri dei proprio settore per studiare come poter
adoperarsi per trovare attorno a sé lire 1000 quale offerta corrispondente ad
ogni iscritto.
Se si pensa quanto il Centro Nazionale spende in piano generale per ogni
iscritto nel giro di un anno non dovrebbe essere difficoltoso nelle zone
organizzarsi per trovare tra gli iscritti simpatizzanti lire 1.000.
Qual'è quella persona che nello spazio di qualche mese non riesca a trovare,
magari presso amici, la somma indicata per un'iniziativa che sta a cuore?
Basti considerare le cifre presentate all'inizio di questa circolare per
sentirsi spinti a nuovi sentimenti di riconoscenza verso la Vergine Santa ed a
propositi di fattiva corrispondenza. Quante nottate in turni di preghiera sono
state fatte e si continuano a fare dalle diverse Comunità dei “Silenziosi Operai
della Croce” per sollecitare la Divina Provvidenza a questo scopo. La preghiera
di queste anime generose che si sono votate all'apostolato per la continuità
apostolica dei “Volontari della Sofferenza” non è stata mai delusa ed otterrà
anche ora che tutti gli ammalati si pongano decisamente all'azione.
5) I “Fratelli e le Sorelle degli Ammalati” comprendano la foro missione e
sostengano le iniziative dei sofferenti non arrestandosi in inutili
disquisizioni che ritardano le iniziative ed umiliano coloro che su di essi si
appoggiano per l'attuazione di un'attività che, oltre tutto, è a vantaggio della
società.
CORSI DI AGGIORNAMENTO SPIRITUALE
Nell'intento di dare un vivo apporto alla formazione spirituale dei nostri
iscritti e mirando ad essere aggiornati e spiritualmente aderenti alle esigenze
attuali della Chiesa, abbiamo pensato di dare vita ai “Corsi di Aggiornamento
spirituale”
Tali corsi ristretti, della durata di tre giorni, sono tenuti al Castello di
Montichiari, “Rocca Maria Madre della Chiesa”.
Da tali corsi miriamo ad avere anime decise, costanti, ferme, capaci di
sostenere l'apostolato come esigenza di vita spirituale e non per pura
compassione o vani concetti di preminenza.
La partecipazione ai corsi avviene, come già fatto, per selezione dei
partecipanti. Non si accettano tutti coloro che vogliono intervenire, ma
soltanto quelli che sono presentati dall'Assistente o da persona ben nota al
Centro. Non si mira al numero; anzi il numero chiuso è di 30 partecipanti.
Si mira ad avere, dall'ambito degli !scritti al centro, partecipanti che siano
qualificati tanto da poter sperare In un vero ed intelligente apporto qualora
spinti dalla grazia, si pongano in apostolato.
IL PARTECIPANTE DEVE UMANAMENTE POSSEDERE TUTTE QUELLE DOTI PERSONALI CHE, CON
UNA LEALE SOPRANNATURALE SOTTOMISSIONE E COLLABORAZIONE ALLA GRAZIA, POSSA
DIVENTARE UN APOSTOLO, UN DIRIGENTE, DI CUI POTERSI REALMENTE FIDARE NELL'AMBITO
DELL'ATTIVITA'.
Gli ammalati possono partecipare al corsi che si tengono a Montichiari soltanto
se autosufficienti e non in barella. Non è detto che chi interviene ai corsi di
aggiornamento spirituale debba già essere un'anima orientata verso l'apostolato.
E' sufficiente che abbia umane capacità e doti di sincerità da diventare un
apostolo qualora sia afferrato dalla grazia e senta l'imperativo della carità.
Con questa Circolare rivolgo particolare appello ai dirigenti diocesani, sani ed
ammalati affinché vogliano tempestivamente prenotarsi per il corso che sarà
tenuto in Aprile dal 25 al 28. Uguali corsi di aggiornamento spirituali saranno
tenuti in Maggio dal 23 al 26, Giugno dal 13 al 16.
Predicherà questi corsi, Dio permettendo, il sottoscritto.
DOBBIAMO ALLARGARE LE FILE DI COLORO CHE DIVIDONO CON AMORE E DEDIZIONE IL PESO
DOLCE E CARO DELL'APOSTOLATO.
DISCO “LE APPARIZIONI DI FATIMA”
Vi presento inoltre con viva soddisfazione il primo disco che il Centro ha
realizzato per aumentare gli aiuti a vostro sostegno. “Le apparizioni di
Fatima”, disco a microsolco, grande, dalla durata di 45 minuti, in cui vengono
fedelmente riportati i diversi interventi della Madonna coi commento musicale
dei Maestro Vitalini. Il testo dei disco è quello critico, presentato da Sorella
Myriam in “Due richiami un solo scopo”. Il Maestro Vitalini, dirigente del
settore musicale della Radio Vaticana, è già a voi noto per aver composto la
melodia dell'inno degli ammalati dei Centro “Volontari della Sofferenza”.
Nel presentarvi tale produzione mi è caro affermare che essa rappresenta una
meravigliosa testimonianza di amore verso la Madonna e di bellezza artistica a
servizio della pietà mariana.
Gli attori sono i più rinomati del nostro tempo:
ANGELO Benita Martini
MADONNA Angiolina Quinterno
LUCIA Liliana Sorrentino
SUOR LUCIA Gabriella Armeni
GIACINTA Roberta Paladini
Narratore Gianni Rossi
Speaker Alvaro Boccia
Regia di Benedetto Nardacci
Musiche di Alberico Vitalini
Registrazione Radio Vaticana
L’esecuzione delicata, fine, maestosa di tutto l'insieme dei disco pone in
grande rilievo le parole della Vergine Santa dando la possibilità, a chi
l'ascolta, di approfondire sempre di più il messaggio di Fatima.
Il clima di particolare raccoglimento che crea il disco, facilita la preghiera,
concilia la devozione, favorendo all'anima la meditazione di tutti quegli
insegnamenti che provengono dalla varietà delle domande che i bambini, nella
loro innocenza, ponevano, via via, alla Madonna. L'ascolto dei disco favorisce i
raduni, illumina i fedeli negli incontri parrocchiali e di categoria e lascia
sempre qualcosa di nuovo con un grande desiderio di risentirlo ancora.
Ai centri diocesani ed a chi ne acquista più di cinque copie viene praticato il
30% di sconto sul prezzo facciale di lire 2.500.
Sono certo che lo vorrete ascoltare e diffondere, divulgando cosi attorno a voi
le parole della Vergine Santa.
ASSISTENTI ED INCARICATI DIOCESANI
Nei giorni 30 e 31 gennaio nella Casa “Cuore Immacolato di Maria” si sono
riuniti i dirigenti diocesani di Diocesi ed assieme in colloquio aperto e
fraterno abbiamo esaminato il piano Ideologico ed apostolico del nostro Centro.
Pubblichiamo le linee conclusive ad una ad una approvate non soltanto a
maggioranza assoluta ma all'unanimità dai partecipanti.
1 ‑ CENTRI DIOCESANI PRESENTE
Ancona, Aosta, Ariano, Avellino, Benevento, Bergamo,
Bologna, Brescia, Bertinoro, per tutta la Romagna, Canton
Ticino, Chiavari, Como, Fermo, Genova, Ivrea, La Spezia,
Lecce, Macerata, Milano, Modena, Novara, Otranto, Pado
va, Perugia, Pisa, Roma, San Miniato, Savona, Torino, Treia,
Trento, Trieste, Udine, Vercelli, Verona, Vicenza.
2 ‑ ARGOMENTI TRATTATI
1) Revisione della linea programmatica direttiva per il 1968.
2) Esercizi spirituali: date e norme.
Ecco le conclusioni:
1) Illuminare gli iscritti che l'essenza dell'apostolato dei C.V.S. è
costituita:
a) dallo stato di grazia,
b) dall'offerta della propria sofferenza o del proprio lavoro secondo il
programma della Madonna, presentato a Lourdes e a Fatima,
c) dall'apostolato dell'ammalato per l'ammalato (apostolato di categoria) e del
sano a sostegno dell'ammalato.
2) L'apostolato del C.V.S. ha una figura giuridica ben definita in piano
ideologico ed organizzativo, approvata dalla Chiesa, e diretta dai Silenziosi
Operai della Croce. Chi aderisce, in conformità anche al Decreto dell'Apostolato
dei Laici, è tenuto ad assumerne la fisionomia spirituale e a viverne le linee
organizzative.
3) L'apostolato deve essere svolto con uniformità, secondo un programma
stabilito ogni anno dal Consiglio Nazionale dei C.V.S. e approvato dai singoli
Ecc.mi Ordinari.
4) Chi assume nei Centri Diocesani mansioni direttive è tenuto a sostenere
l'apostolato nelle sue linee genuine, anche con sacrificio di idee personali e
di tempo.
5) Tenute presenti le esigenze degli Esercizi Spirituali in piano evolutivo e i
punti statutari, considerate le richieste dei Rev. Assistenti e degli Incaricati
Diocesani, si stabilisce quanto segue:
a) Gli Esercizi Spirituali saranno tenuti sempre nella forma tradizionale finora
adottata, curando la scelta dei predicatori che applichino le verità alla
finalità dell'apostolato della valorizzazione della sofferenza.
b) Si esige, in particolare, l'osservanza del silenzio a tutto beneficio
spirituale dei singoli partecipanti (eccetto un 1/4 d'ora al mattino, dopo la
colazione e 3/4 d'ora dopo il pranzo e dopo la cena). Per rendere meno
dispersivo tale periodo di Sollievo, la conversazione deve rispecchiare
l'atmosfera degli Esercizi Spirituali e l'impegno di apostolato.
c) La mattinata di chiusura degli Esercizi Spirituali deve essere lasciata
libera perché gli ammalati ed i “fratelli” possano fraternamente conoscersi e
insieme orientarsi alle giornate di studio.
d) Il personale deve essere di aiuto e di sostegno agli ammalati: è necessario
che sia accuratamente scelto e spiritualmente preparato.
e) Tenuto conto delle esperienze negative di questi anni, si vieta che, durante
gli Esercizi e le giornate di studio, gli ammalati e il personale si rechino in
gita in altre località o anche oltre confine, sia pure per poche ore.
f) Per il personale saranno tenuti 2 incontri di categoria: l'uno alle ore 11,
richiamando i punti delle meditazioni dettate agli ammalati, il secondo nel
pomeriggio, studiando l'apostolato del sano accanto all'ammalato.
Resta sospesa la riunione del personale alla sera dopo la preghiera, perché da
questo momento inizia per tutti il “grande” silenzio. Eventuali avvisi per il
personale saranno dati dal Capo Barelliere o dalla Capo Dama al mattino, dopo la
Messa. Il resoconto della giornata sarà oggetto di colloquio, alla sera, solo
tra i capi settore e la Direzione della Casa.
g) Nell'intento di favorire un maggior numero di ammalati che frequentino gli
Esercizi Spirituali, si viene nella determinazione di riservare loro i posti
disponibili e di non accogliere più pellegrini e accompagnatori durante dei
corsi.
6) Cooperazione in piano economico.
Presa visione dell'ammontare delle spese complessive per l'andamento generale
dell'apostolato in piano nazionale ed internazionale, dato che il Centro
Nazionale deve per ogni iscritto disporre di L. 1000 circa all'anno, si
stabilisce
a) di coordinare le iniziative locali per sostenere l'andamento generale del
Centro (per il 1967 L. 80.000.000 circa) e per favorire la partecipazione agli
Esercizi ad ammalati che non hanno possibilità economiche.
b) di sopprimere tutte le altre iniziative dispersive.
A tale scopo:
a) per l'andamento generale, se la Direzione Diocesana non crede opportuno di
domandare ad ogni iscritto L. 1.000 annue, a sostegno dell'apostolato, provveda
ad integrare la cifra con iniziative svolte tra i “fratelli degli ammalati”,
conoscenti ed amici.
b) per gli Esercizi Spirituali, la Direzione Nazionale metta a disposizione dei
Centri Diocesani stampa e dischi con lo sconto del 30%.
7) Cappella ed Aula Magna.
Constatando che non è più possibile continuare gli Esercizi spirituali e
l'Apostolato dei Centro (Corsi di aggiornamento, Giornate di studio, Incontri di
categorie specializzate, ecc.). si stabilisce:
di dare inizio ai lavori di costruzione del complesso,
b) che ogni Centro Diocesano si impegni ad un adeguato sostegno spirituale e
materiale, quale impegno di apostolato di categoria,
c) che ogni Centro Diocesano nomini un Incaricato per l'attuazione di questa
iniziativa,
d) di invitare tali Incaricati Diocesani ad un amichevole incontro, a
Montichiari, il 25 febbraio p.v.
8) Corsi di Aggiornamento spirituale.
Nell'intento di preparare un certo gruppo di laici spiritualmente formati e
qualificati che sostengano a fondo l'apostolato, i Centri Diocesani sono pregati
di prendere in considerazione lo svolgimento dei “Corsi di aggiornamento
spirituale” e di stimolarvi la partecipazione dei loro membri.
In particolare, tra il 25 e il 29 aprile p.v., a Montichiari (Rocca Maria, Madre
della Chiesa) si terrà il Corso riservato agli Incaricati Diocesani.
9) Le iniziative di carattere culturale, pastorale e assistenziale, pur
possibili al di fuori dei programma annuale approvato, devono essere sottoposte
al Centro Nazionale, tramite l'Ufficio dei Centro Studi, indirizzando alla
Segreteria del Centro Studi C.V.S.
C/o signora Ines Finoli Colombo
Corso Magenta, 46 - 20123 MILANO (Tel. 87.26.23)
CONCLUSIONE
L'ora che viviamo esige consapevolezza, chiarezza, precisione.
Se meditiamo quanto la Vergine Santa ha domandato e sentiamo in cuor nostro la
sua materna angoscia per tanti peccatori che vanno incontro ad una rovina eterna
come non ci sentiremo spinti all'azione più fattiva e più unitaria per rovinare
i piani diabolici dei nemico dei genere umano? Il nostro secolo è il secolo
della Madonna! Stringiamoci attorno a Lei ed assaporiamo la bellezza della
proclamazione che il Papa ha fatto a chiusura della Terza Sessione del Concilio,
? Maria Madre della Chiesa ?; madre quindi nostra, madre in particolare di
ciascuno di noi per quanto riguarda la vita della grazia. Madre che ha il suo
posto ben preciso. nella vita della Chiesa, Madre che interviene nella storia
dei propri figli. Viviamo con gioia i doveri che ci legano a questa nostra
incomparabile Madre, doveri di appartenenza, di devozione, di ascolto, di
ubbidienza, di imitazione fedele, costante, senza posa.
Se vivremo in questo spirito sarà logico adoperarsi per attuare quanto da Lei
domandato a Lourdes ed a Fatima, sarà logico meditare con Lei, con la recita
della Corona, la vita dei suo Gesù, Signore e Redentore nostro, la sua
corrispondenza ai disegni di Dio, le verità escatologiche riguardano ogni
creatura. Attuando il programma di preghiera e di penitenza presentato dalla
Vergine santa attuiamo di conseguenza quanto il Papa domanda con tanta ferma
Insistenza e diamo il più valido aiuto per la salvezza dell'umanità e la pace
nel mondo. Nessuno è estraneo ai programmi di conquista e di solidarietà
universale che la Chiesa schiude alle anime di buona volontà. Per modesto che
sia il contributo personale è sempre una testimonianza e la testimonianza è
sempre un implicito invito a fare altrettanto, è sempre, quindi, una forma di
apostolato. La Madonna ci benedica tutti nell'inizio di questo terzo decennio
d'apostolato: benedica me, Sorella Myriam che ha dato l'avvio al nostro lavoro;
benedica tutti gli ammalati ed i “Fratelli degli Ammalati”; benedica quanti con
amore ci sostengono e quanti nascostamente ma costantemente lavorano nelle
nostre file.
Nel Signore Vostro aff.mo
Sac. Luigi Novarese
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