Venerabile Mons. Luigi Novarese - Scritti editi:
L’Ancora: n. 5 - maggio 1967 - pag. n. 2-5
13 maggio 1917 – 1967 cinquantennio di Fatima
17 maggio 1947 – 1967 ventennio del nostro Centro
SUI LUOGHI OVE LA VERGINE APPARVE
LOURDES
Il 17 maggio, assieme a Don Remigio, ho concelebrato alla Grotta di Lourdes.
Concelebravo con Sacerdoti di diverse nazionalità, mentre Sorella Myriam
assisteva al sacro rito assieme a tanti ammalati della Germania e pellegrini
italiani.
Concludevamo così, sotto lo sguardo dell’Immacolata, venti anni di lavoro svolto
per l’attuazione del Suo programma, rivedendone assieme i punti, il metodo, la
corrispondenza nostra personale e quella di tutti voi, cari ammalati ed iscritti
al nostro centro « Volontari della Sofferenza ».
Abbiamo voluto attuare quanto vi avevo consigliato con la circolare gialla: fare
una sosta di riflessione e di preghiera prima di andare avanti nell’apostolato;
apostolato che si svolge in periodo storico così delicato, difficile ed in
evoluzione continua.
Il proposito fatto ai piedi dell’Immacolata fu quello di vivere e diffondere il
Suo Messaggio adoperandoci con tutte le forze perché ogni iscritto al Centro
comprenda e personalmente viva la richiesta di preghiera e di penitenza per la
salvezza dei popoli.
Se ognuno di noi vivesse in profondità il programma della Vergine Santa ed
agisse non in modo personalistico ma con piano organico, preciso ed ordinato
quanto bene potremmo fare nel nostro ambiente e con quanta rapidità estenderemmo
l’obiettivo di pace presentato da Colei che è la Madre della Chiesa.
Questo pensavo con Sorella Myriam e Don Remigio mentre preparavamo a Lourdes le
cerimonie del pellegrinaggio dei Capi Gruppo del nostro Centro e di quello dei
sacerdoti malati.
La benedizione di S.E. Mons. Theas, Vescovo di Lourdes, chiudeva la giornata del
17 maggio aprendo un nuovo periodo di lavoro, forse più doloroso come
partecipazione alla Croce di Nostro Signore, ma, appunto per questo, certamente
più prezioso e ricco di frutti.
FATIMA
Da Lourdes abbiamo pellegrinato a Fatima facendo una breve sosta nel
Santuario di Loyola, Casa di Sant’Ignazio.
A Fatima, celebrando nel luogo delle apparizioni a Cova de Iria, pregando, ove
l’Angelo apparve ai tre bambini di Aljustrel ed inginocchiandoci sulle tombe di
Giacinta e di Francesco, abbiamo visto la necessità di fraternamente insistere
su questo pressante e programmatico messaggio, presentato da Colei che unica, in
questo momento di desolazione e di guerra, può intervenire.
Parlare di più del Messaggio di Fatima, farne vedere le profonde ricchezze
teologiche che racchiude e richiama: questo è stato il nostro proposito.
Ci appare così poca la cooperazione data alla Vergine Santa: avremmo potuto fare
molto di più.
A Fatima, ospiti della Madonna, così ci ha detto il veneratissimo Vescovo di
Leiria, introducendoci nell’ospizio del Santuario, abbiamo accolto l’invito di
preparare, noi « Silenziosi Operai della Croce » in nome del Comitato delle
manifestazioni mariane del 50° di Fatima, la giornata mondiale degli ammalati
che si svolgerà nella domenica di Passione dell’anno entrante.
Quale gioia e filiale soddisfazione poter lavorare per indire un incontro di
ammalati, in piano internazionale, e riunire tutte le organizzazioni che si
interessano dei sofferenti, per vedere quanto nel mondo si stia facendo per
attuare il Messaggio di penitenza e di riparazione così insistentemente
richiesto dalla Madonna.
Andremo quindi assieme anche a Fatima nel ventennio d’apostolato; andremo
assieme come un manipolo di anime di buona volontà, riunite per un comune
ideale, disposte a soffrire per affermare sul mondo quanto la Vergine benedetta
ha domandato.
Saremo noi pure ufficialmente sui luoghi, ove la Vergine Si è degnata di
apparire. Nella visione d’ambiente, comprenderemo meglio il significato e la
mentalità della richiedente.
Fin da questo momento una parola d’ordine: viviamo tutti personalmente ed
interiormente il Messaggio della Madonna e, santamente auguriamoci di poter
soffrire qualcosa per Colei che in nulla Si è risparmiata, assieme al Suo Divin
Figlio, per la nostra salvezza.
L.N.
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