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Venerabile Mons. Luigi Novarese - Scritti editi:
L’Ancora: n. 2 - febbraio 1963 - pag. n. 7-10

LA MORTE DI MONSIGNOR GREMIGNI

La salma del veneratissimo Arcivescovo, Vescovo di Novara, Sua Eccellenza Mona. Gilla Vincenzo Gremigni, giungeva, portata a spalle dai suoi Sacerdoti, davanti alla porta del Santuario di Re, quando il sole, al tramonto, improvvisamente diramando le nubi, illuminava con un colore calmo e dorato, le alte vette del Gridone, ricoperte di neve.
Mi è sembrato quello un tratto delicato della Provvidenza verso il grande Vescovo scomparso, le cui gigantesche opere rivivevano in quei momenti nel pensiero di tutti.
Seguivano la bara i due Vescovi Ausiliari, da Lui voluti nel governo della diocesi, Mons. Poletti e Mons. Piana. L’avevano assistito nella sua ultima breve crisi, seguivano ora la salma nel portarla, quale ultimo atto di obbedienza filiale al degnissimo Pastore ai Piedi della Madonna del Sangue.
Alcuni anni fa, Mons. Gremigni mi aveva parlato in merito al suo desiderio di essere sepolto a Re. Disse anche di volere che nella sua tomba fossero poste le ossa della sua mamma perché “non avendo mai potuto stare assieme in vita, possiamo almeno essere uniti in morte”.
Ora la salma del Vescovo, unitamente a quella della mamma, sono vicine, sotto le grandi arcate del Santuario, proprio davanti all’altare. La Mamma del Cielo veglia sulle spoglie del figlio e della madre terrena.
Mons. Gremigni aveva voluto che ad accogliere i resti della sua mamma a Re ci fossero i bimbi dell’asilo e quelli delle scuole elementari. Nel momento in cui la piccola bara della mamma di Mons. Gilla sta per entrare in Santuario, un bimbo di cinque anni scappa dalla fila, corre avanti, si arrampica sull’apertura del grande sarcofago del Vescovo, protendendosi in avanti sulla bara: “ Sono venuto a dirgli che arriva la sua mamma “, risponde confuso a chi lo richiama.

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Il Centro Volontari della Sofferenza ha tanti bei ricordi del grande Vescovo defunto.
È stato lui ad accoglierci nella sua Diocesi ed a donarvi il terreno, di cui poteva disporre, per cooperare alla costruzione della Casa.
Il 5 febbraio 1953 venne appositamente da Novara a Re per benedire la Statua della Madonna che si poneva sul luogo dove sarebbe sorta la e Casa Cuore Immacolato di Maria “.
Come non ricordare le belle parole che ci ha rivolto in quella mattina l’Eccellentissimo scomparso
“ La scelta di Re non è avvenuta senza che il cielo abbia prevenuto quelli che venivano qui per cercare quello che cercavano: un luogo sognato dall’amore e dal dolore della Madonna. Opera, questa, che vuol consolare gli Umani e glorificare Gesù e la Sua Santa Madre.
“ Per il Vescovo di Novara questa scelta non poteva essere che un grande privilegio. E SE CI CHIEDERÀ SACRIFICI E DOLORI, LI ACCETTIAMO TUTTI FINO DA ORA.
“ Noi sappiamo che la Redenzione si opera attraverso il sacrificio e il dolore di Cristo e di Maria: e che ci siano, qui sulla terra, delle anime che hanno la parte più dura e che sanno portare questa sofferenza al Cuore di Maria e di Gesù perché giovi ai Fratelli e glorifichi il Padre, è certamente una grazia grande.
“ Accettiamo questa grande grazia e siamo di essa i meno indegni!
“ E specialmente il Clero trovi attraverso questa via di rigenerazione l’unità e la forza per il proprio apostolato e il Clero stesso, e specialmente la Diocesi nostra, avranno grandemente da guadagnare!
“ Nella pergamena vi è stato ricordato quello che è l’essenza della vita cristiana: PREGHIERA E RIPARAZIONE!
Sono queste due grandi cose che devono veramente salvarci, per il Sangue di Cristo e per opera della Madonna. Se entreremo davvero in questa via, che è la via dolorosa, potremo davvero sbucare nella via gloriosa, che è la via del Cielo. E allora Cristo dirà: “Vieni servo buono e fedele, sei stato fedele nel poco, io ti darò il molto”!
La Messa di oggi ci ricorda appunto la Passione degli uomini unita alla Passione di Cristo. “Io compio in me quello che manca alla Passione di Cristo”, ci dice San Paolo. Occorre che essa diventi passione NOSTRA PERSONALE e che il nostro dolore sia unito al dolore di Cristo.
“ Sotto le lacrime di Cristo e sotto il sangue di Maria: - sotto il sangue di Cristo e sotto il sangue di Maria! “.

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Dal 1953 ad oggi, quante tappe, quante gioie e quante croci! Su tutte le tappe, su tutte le gioie e su tutte le croci, non è venuta mai meno la parola illuminatrice e chiarificatrice del Vescovo.

La Casa di Re, è sorta tra mille difficoltà; la Casa di Re cammina ancora tra mille difficoltà. Ma sulla Casa di Re veglia ora, oltre lo sguardo amoroso e benedicente della cara Vergine del Sangue, anche il cuore del Presule che ci ha accolto e ci ha benedetti nella Sua Diocesi.
Per questo Sua Eccellenza Mons. Poletti, Vicario Capitolare della Diocesi di Novara, nelle commosse parole rivolte ai fedeli prima della tumulazione della salma disse:
“ gli ammalati troveranno qui in Santuario, accanto alla Madonna del Sangue, un valido intercessore “.
Di questo ne siamo profondamente convinti e dal più profondo del cuore abbiamo gioito quando con gli ammalati e con i primi gruppi di Sacerdoti venuti a Re ci siamo avvicinati alla salma di Mons. Gilla Vincenzo Gremigni e abbiamo detto per lui la preghiera di pace e di riconoscenza -
Accanto alla Madonna del Sangue abbiamo veramente un intercessore. Siamo sicuri che dal Paradiso la sua preghiera si unisce alla nostra, perché “ la Casa di Re “ come lui stesso ha detto il 29 aprile 1961 “ sia sempre la scuola della fede, della speranza e della carità “.

Don Novarese