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Venerabile Mons. Luigi Novarese - Scritti editi:
L’Ancora: n. 2 - febbraio 1963 - pag. n. 1-4

AMBIENTE STORICO
DELLE APPARIZIONI DI LOURDES

Le apparizioni avvenute a Lourdes non dicono soltanto il compiacimento del Cielo per l’avvenuta definizione del dogma dell’Immacolata (8 dicembre 1854) ma sono, inoltre, un preciso e fermo richiamo da parte di Maria Santissima al secolo XIX, proprio nell’ambiente ove maggiormente dilagava l’errore. Il secolo XVIII è il secolo della nascita, in Inghilterra, dei “liberi pensatori”, quelli che, con tenacia implacabile, hanno combattuto il Cristianesimo, proclamando i diretti rapporti tra l’anima e Dio, al di fuori della religione rivelata da Gesù Cristo.
Tali errori passarono in Francia ed ivi si svilupparono tra il XVIII e XIX secolo a dismisura, mediante l’azione dei razionalisti, coloro che pretendono di scuoter le leggi di un Dio che ci ha creati e redenti, e considerano soltanto la realtà della “ ragione “. La “ ragione “ viene considerata non soltanto come mezzo per la ricerca della verità, tua come sostanza immanente del mondo stesso. I propugnatori di queste teorie, le cui conseguenze portiamo ancora oggi col laicismo, sono Montesquieu (+ 1755) che tutto faceva dipendere dai fattori fisici; gli enciclopedisti, capitanati dal Lambert (+ 1777) e Diderot (+ 1784) i quali vollero comporre una enciclopedia che trattasse tutti gli argomenti per togliere a ciascuno di essi “ la tirannia della superstizione di Dio e della Rivelazione “; Voltaire (+ 1778) l’autore più nefasto che registri la storia della letteratura francese, il quale vomitò la più satanica ironia su tutto ciò che vi era di sacro e di puro e che completò, con i suoi scritti, la rovina degli animi. Alla luce di tali dottrine non fa meraviglia che l’Arcivescovo di Arles, Mgr. Dulan, richiami nel 1778 l’attenzione del governo francese sul fatto che “ le opere di Voltaire e di Rousseau circolassero senza ostacoli e che degli opuscoli immorali fossero perfino gettati di nottetempo dentro conventi di monache “. (Pastor: e Storia dei Papi a, VoI. XVI part. III, pag. 541). Il medesimo storico della Chiesa afferma: “ Mentre degli scritti demolitori erano gettati a piene mani in mezzo alla nazione, la difesa mancava di forze adatte “. (Pastor: idem, pagina 452). I negatori di Dio non dormono! Anche la fede dei nostrI ammalati dà loro fastidio! Occorre opporsi ad essi con tutte le forze perché i sofferenti non perdano il frutto del loro dolore, diventando così dei poveri ruderi, inutili a sé ed agli altri.
“ L’avvocato generale Leguier “, riferisce ancora il Pastor, allorché nel 1770 di scritti tra i più sospetti ebbe ad affermare:
“ I filosofi con scritti innumerevoli hanno sparso il veleno dell’incredulità. Eloquenza, poesia, storia, romanzi, perfino i dizionari ne sono ricolmi. Non appena le loro opere sono conosciute nella capitale, si riversano come un torrente nelle province. Perfino nelle officine degli artigiani, nei tuguri dei poveri è penetrato questo contagio pestifero “. (Pastor, Op. cit. pag. 4531.
In Francia, al tempo dell’apparizione dell’Immacolata si è in pieno clima razionalista: ghignano i “sapienti “ clienti dei caffè sulla fede e sul culto, considerati sui r~I4zieni della povera gente ignorante, bisognosa di trovare conforto in qualche cosa di non esistente. Le sorti di Lourdes con i suoi 4.781 abitanti (censimento 1851) (Laurentin: a Lourdes documents authentiques, Voi. I,
pag. 18) non sono né peggiori, né migliori del resto della Francia; gli intelligenti del paese che cercano di fare con superiorità l’opinione pubblica ed i buoni paesani, che frequentano la Chiesa, oggetto di sorrisetti sarcastici da parte degli avveduti ben pensanti.
Il maresciallo di polizia nel suo “rapporto su Lourdes, 4 marzo 1858, scrisse: e il carattere degli abitanti del paese ha nulla di notevole: religiosi senza fanatismo in tempo normale. Nel culto esteriore, come tutti i meridionali, amano la pompa e le esteriorità. Essi cercano di evitare piuttosto l’inferno che a meritare il Cielo, la loro religiosità quasi neutra e passiva impedisce loro di vedere distintamente come si potrebbe essere felici nella contemplazione “. (Laurentin: Op. cit., pag. 51).
Maria Santissima, l’Immacolata, Regina del Cielo e della Terra, nel cui seno prese carne “l’Eterna Sapienza “ del Padre Celeste, oppose ai sapienti del secolo XIX Bernardetta Soubirous, umile figlia dei Pyrenei, povera, tarda nell’apprendere, incapace di parlare il francese, ammalata mai guarita, il cui padre faceva il bracciante ad ore e la madre la lavandaia.
Al secolo che rigettava la religione ed osava affermare che questa era la causa di tutti i mali (Holbac + 1789) la Vergine Santa richiama l’unica verità su cui dovrà essere giudicato il genere umano; Gesù Cristo, e Segno di contraddizione “, e ieri, oggi, sempre “.
Ai poveri seguaci dell’olandese Helvetius (+ 1771) e del francese La-Mettrie (+ 1751) e di altri che dei piaceri della vita facevano una regola ed un fine della propria esistenza, Maria Santissima richiama la preghiera e la penitenza, vere realtà che sublimano l’uomo perché:
- la preghiera gli dà la possibilità di elevarsi a Dio e conversare con Lui.
- la penitenza, quella generica che tocca tutte le classi sociali “ santificazione del lavoro e del dolore “ e quella volontaria gli danno la grande possibilità di continuare e completare nel tempo la Passione di Gesù Cristo a beneficio proprio e dei fratelli.

L.N.