Venerabile Mons. Luigi Novarese - Scritti editi:
L’Ancora: n. 1 - gennaio 1963 - pag. n. 1-4
ANNO 1963
Una parola di fondo, per l’impostazione dell’anno che si apre, deve
riflettere le linee di attività, che saranno poi seguite durante il suo
trascorrere.
Allo scoccare del 1963 mi sono posto in ginocchio dinanzi alla Vergine Santa, e
mi sono chiesto quale avrebbe dovuto essere la caratteristica di questa nuova
parentesi di tempo che, la bontà del Signore ci ha permesso di incominciare.
Mi è sembrato che il programma si sarebbe potuto presentare sintetizzato in uno
slogan vivo e dinamico, tale da far rinverdire diversi settori della nostra
attività. Ecco: “ricominciare l’apostolato in tutti i settori con l’entusiasmo
dei primi anni“.
Con entusiasmo, con gioia, con forza; ecco le caratteristiche che devono dare un
tono al 1963.
Abbiamo tanti motivi per fermamente credere nella forza travolgente del “ nostro
apostolato “. La nostra spirituale attività, infatti, mira a far comprendere ai
sofferenti ed ai sani la forza della passione di Nostro Signore Gesù Cristo e la
necessità della sua fedele e completa attuazione nel tempo, a beneficio di
tutti.
Se pensiamo che la soprannaturale attività del sofferente si innesta
direttamente nel fine stesso per cui il FIGLIO DI DIO si è incarnato, come non
sentirsi compresi dal più grande senso di responsabilità, che ci deve inclinare
a comprendere. accettare, e intimamente gioire per tanta elevazione da parte
nostra.
Tutta l’attività del Centro nel 1963 deve tendere a maggiormente illuminare i
suoi iscritti sulla delicata ed importante posizione che ciascuno ha nel Corpo
Mistico di Gesù Cristo. L’ammalato “ deve “ compiere la propria missione di “
continuatore della passione di Nostro Signore Gesù Cristo “, anche se ciò
comporta logorio e morte della propria esistenza; il sano, d’altra parte, e deve
comprendere che non può limitare la propria attività, dinanzi al sacrificio del
proprio fratello a spettatore, oppure a colui che tutto riceve senza nulla dare.
Lo scambio di carità ha degli obblighi e delle esigenze precise, stabilite da
Nostro Signore Gesù Cristo, e non lasciate alla personale, e magari interessata,
interpretazione.
Se, inoltre, pensiamo che il programma del Centro ci unisce intimamente al
programma richiamato dalla nostra Madre celeste a Lourdes ed a Fatima, come sarà
ancora possibile sentirsi tristi e soli, quando, invece, uniti a Lei offriamo
come un giorno Ella, ai piedi della croce, il nostro contributo di “
corredenzione “ per la salvezza di tanti. Se con vero spirito di fede
consideriamo queste grandi verità non possiamo essere tristi, la gioia, sia pure
lentamente, riaffiorirà dal nostro cuore. Quella gioia, che magari tante volte
non si sente perché la croce può anche essere circondata dall’isolamento e
dall’incomprensione del Golgota, ma che dà, sia pure sul Calvario, il tranquillo
adagiamento dell’anima nella volontà del Padre celeste, anche in un mare di
dolori. Sulla certezza della realtà di questa verità, come non mettersi con
fiducia nell’azione, proprio come se nulla avessimo fatto finora e la Madonna
fermasse il Suo sguardo su ciascuno di noi.
Eppure le possibilità nostre di oggi, sono molto di più di quelle di ieri.
Nulla ci potrà fermare nell’attuazione del nostro programma di conquista di
tutte le anime, e di salvezza dei peccatori, di tutti i peccatori, perché la
volontà di Dio è appunto questa: che tutti credano in Lui e nel Figlio che ha
mandato, Gesù Cristo.
Il Signore ama e sostiene tutto quello che cresce e si sviluppa sulla pietra
angolare da lui posta a sostegno di tutto l’edificio della redenzione
Invano il nemico delle anime nostre cerca di impedire l’azione vivificatrice del
Figlio di Dio, nulla egli può contro di Lui e contro quelli che con Lui formano
una cosa sola. Anche l’impotenza dell’inferno contro i figli di Dio deve
aumentare la nostra gioia e la nostra tranquillità. Che cosa temiamo da un cane
legato a catena, oppure da un leone che ruggisce e cerca di divorare, ma che non
può toccare se non soltanto quelli che si lasciano divorare. Abbiamo quindi una
profonda e serena fiducia nelle nostre azioni. Ciascuno di noi non sia “ chiuso
in se stesso “. Abbiamo tanto da fare: settori nuovi da conquistare ed
affermare, possibilità di allargare gli orizzonti per cui, per non essere dei
delusi o per non deludere, dobbiamo andare Incontro ai disegni di Dio con la
perenne gioia del “ Magnificat “, consapevoli che se dopo l’Annunciazione viene
il calvario, si resta sul calvario con l’animo straziato sì, ma tranquilli,
perché perennemente immersi nel pensiero dell’attuazione del la divina volontà
Poniamo, quindi, mano alla pianta con forza e dinamicità d’azione. Soltanto
mediante una calda e fresca ondata di vita potremo compiere nuovi passi, tanto
necessari alle anime ed alla cristiana società. Scuotiamoci, facciamo un serio
esame di coscienza e lavoriamo. Il Signore e la Madonna sono con noi e questo
sia il motivo basilare della nostra grande fiducia e della nostra profonda ed
inalterabile serenità.
L.N.
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