Home page
Venerabile Mons. Luigi Novarese - Scritti editi:
L’Ancora: n. 12 - dicembre 1962 - pag. n. 2-3

A FINE ANNO

Al termine dell’anno si rivedono i propositi e le speranze che brillarono in noi nel suo inizio. Quanto volevamo fare per la e nostra a idea, quanti programmi che si sarebbero voluti attuare, proprio per dire alla Vergine santa il nostro amore, per farLe, per così dire, toccare con mano che Ella a Lourdes ed a Fatima non ha parlato invano.
Al giorno di preghiera e fervore del Capo d’Anno si susseguirono gli altri con le loro croci, i piccoli o grandi ostacoli posti dagli uomini o dagli eventi, tutte cause seconde che ci manifestavano la volontà di Dio in quel particolare momento. Ed allora i nostri progetti si modificavano, prendevano le loro giuste proporzioni e l’aspetto del reale, di quello che potevamo fare nel giorno che stava trascorrendo.
Volta per volta eravamo contenti. Avremmo voluto fare di più, ma non ci siamo riusciti ed eravamo contenti lo stesso.
Ci guardavamo attorno ed offrivamo i nostri desideri, le nostre speranze, caldamente pregando la Vergine buona di volerli tradurre in realtà, di voler dissipare gli ostacoli, colmare con la sua grazia le nostre deficienze.
E così, giorno per giorno, siamo giunti alla chiusura dell’anno; uno di più nella serie della nostra vita, che resta non soltanto con le opere compiute, ma anche con i desideri di quello che avremmo voluto e non abbiamo potuto fare.
Incontri di Assistenti, ammalati, sacerdoti a Lourdes ed a Re, impegni a cui si è potuto tenere fede, visite di zone, ammalati carissimi che ci hanno lasciati su questa terra, tutte pagine di quest’anno che restano nel nostro Album, sul cui frontespizio sta scritto “ A servizio di Maria Santissima “.
La Madonna ci ha visto, ha sorriso alle nostre buone intenzioni, ai nostri propositi e, se non siamo riusciti a fare di più, con materna accondiscendenza ci ha perdonato. Ella conosce la nostra debolezza, fragilità ed incostanza; Ella sa che siamo più inclini magari ad abbatterci anziché essere sempre, con fermezza, all’altezza del nostro grande impegno sociale nel Corpo Mistico di Nostro Signor Gesù Cristo.
In questo nostro consapevole riconoscimento abbiamo trovato l’umiltà; ci siamo lasciati condurre là, ove proprio il Signore voleva: comprendere che da soli siamo nulla e che tutto ciò che abbiamo e possiamo, tutto l’abbiamo da Lui.
 Alla fine dell’anno ci ridimensioniamo ed invochiamo dal Signore una grazia maggiore per poter fare nel nuovo nostro periodo di attività, che Lui crederà opportuno di concederci, quello che avremmo potuto fare nell’anno passato e che Lui e la Vergine Immacolata avrebbero voluto vedere attuato e che noi non siamo riusciti o, per grettezza di visuali, non abbiamo voluto attuare. Ci benedica tutti la Vergine Santa e con la Sua materna universale mediazione di grazia ci ottenga dal Suo Divin Figlio per il 1963 tutti quei doni necessari per meglio approfondire ed estendere quanto Si è degnata di chiedere alla piccola Bernardetta Soubirous ed ai tre bambini di Fatima e che forma la nostra vocazione, la ragione di tutta la nostra personale attività.

L.N.