Venerabile Mons. Luigi Novarese - Scritti editi:
L’Ancora: n. 9/10 - settembre/ottobre 1952 - pag. n. 1-4
CONSAPEVOLEZZA
Le folle a Lourdes e in tutti i Santuari Mariani affluiscono senza fine anzi,
sono in continuo aumento.
E' vero che possiamo invocare la Madonna ovunque; Ella infatti ci è sempre
vicino, ci vede e veglia su di noi. Nei suoi Santuari però noi ce la sentiamo
più vicino. A Lourdes poi, quasi direi, parliamo con Essa proprio come potremmo
parlare con la nostra mamma. E questo non per sentimentalismo o per montature
soggettive, ma perché la Madonna in conseguenza dell'invito rivolto ai fedeli di
andare nel Santuario da Essa prescelto, aggiunge in grazia ed in attrattiva ciò
che non c'è in altri suoi Santuari quantunque bellissimi.
Gli ammalati a Lourdes non solo sono a proprio agio, ma si sentono strumenti
operanti in mano della Madonna. E' infatti la Madonna che si è diretta agli
infermi, domandando la loro cooperazione per salvare molte anime che non si
salvano se non viene perpetuata attraverso i secoli la passione di Gesù.
Non è sufficiente essere ammalati per essere strumenti adatti in mano della
Madonna. E' assolutamente necessario essere in grazia di Dio, ossia avere il
cuore distaccato da ogni affetto peccaminoso, sia per quanto riguarda i costumi,
sia per quello che riguarda l'osservanza dei precetti della Chiesa, sia ancora
per quanto si riferisce all'integrità della fede.
La parola della Vergine santa rivolta a Lourdes, « Pregate per i peccatori »
viene ribadita a Fatima con più intensità: « Sacrificatevi per peccatori ». La
nota della penitenza così solennemente richiamata, a Lourdes viene ripetuta con
accorati accenti a Fatima.
E' necessario che ogni ammalato senta la propria funzione sociale per la quale è
chiamato a vivere.
Ogni ammalato applichi a sé le parole di Gesù: « Quando sarò esaltato da terra
tutto trarrò a me ».
È con diritto che l'infermo può applicare a se stesso le suddette parole perché
egli con Gesù Crocifisso continua la passione, e la completa.
Gesù non può più né soffrire né morire. Può invece Gesù misticamente soffrire
mediante le membra del sofferente, il quale nel vincolo della grazia, dà a Gesù,
glorioso ed impassibile in Paradiso, la possibilità di continuare la sua offerta
al Padre cele, conformemente ai fini della Croce. Ed allora, elevato l'ammalato
tra cielo e terra sulla croce del proprio letto egli deve trarre i fratelli alla
luce della fede. Solo così la sofferenza ha uno scopo.
L’ammalato che non viva consapevolmente e non senta questa sua funzionalità
sociale sottrae alla società ciò di cui da lui ha diritto di avere: il suo
apporto quotidiano di grazia.
Di nessun problema la Madonna ha voluto indicare la soluzione e la finalità;
della sofferenza invece sì. La sofferenza infatti è un problema che ammette una
soluzione sola, totalitaria quanto mai, quella della fede.
Per troppo tempo le parole della Vergine sono state inascoltate, esse vanno
attuate in un piano internazionale. E' tempo che tutti gli ammalati del mondo si
riuniscano nel vincolo dell'invito della Vergine Santa per costituire, mediante
la propria passione, un argine al male, che sta dilagando.
Ogni ammalato senta la propria grande e grave responsabilità di apporto
sociale. Faccia egli come se fosse lui solo a soffrire e tutto dipendesse da
lui.
Come si può dire di amare i fratelli quando con animo gretto pensiamo solo a noi
e ai nostri dolori, incapaci di vedere un palmo più in là, ossia per quale
motivo Dio, che è il nostro Padre amorosissimo, permetta che noi soffriamo.
Le anime che vanno all'inferno per mancanza di preghiera e di penitenza saranno
le nostre accusatrici nel giorno del giudizio per non avere fatto noi per primi
il nostro dovere.
Cerchiamo pure la salute. Il corpo è un talento che il Signore ci ha dato. Il
corpo è uno strumento per meritare e va quindi custodito. Ma non facciamo il
nostro corpo fine della nostra vita. La sofferenza che il Signore permette che
venga sopra di noi per un dato periodo della nostra vita, sia esso lungo o
corto, va utilizzata al massimo.
Come possiamo dire di interessarci ai problemi sociali quando non vive in grazia
di Dio la propria giornata di sofferenza, sottraendo così al nostro prossimo ciò
di cui ha diritto d'avere da noi?
Non è il tempo dei lamenti e delle recriminazioni su quello che non si è e si
vorrebbe essere mentre si lasciano inutilizzate la grandi e reali possibilità
che abbiamo a portata di mano.
Le stesse finalità della passione di Gesù, che sono le medesime del Santo
Sacrificio della Messa, devono essere le finalità della nostra giornata di
dolore.
Dite spesso, ci suggerisce la Madonna a Fatima, ma specialmente nel fare
qualche sacrificio: « O Gesù è per vostro amore, per la conversione dei
peccatori e in riparazione delle ingiurie commesse contro l'immacolato Cuore di
Maria ».
E la vostra solitudine si diraderà. La vostra stanzetta sarà popolata di anime,
salvate perché voi avete sofferto proprio nel modo insegnato e voluto dalla
Vergine benedetta. La vostra giornata diventerà bella e luminosa.
Come saremo felici alla sera della nostra vita se potremo ripetere come Gesù: «
Tutto è consumato », ossia, ho fatto tutto quello che Tu, o Signore hai voluto
di me.
Molti di voi siete stati in questi mesi estivi a Lourdes, a Loreto, ad Oropa
ed in altri santuari mariani. Tenete però a mente che, se non siete apostoli dei
desideri della Madonna, voi non entrerete nell’ordine di idee della Madonna, il
vostro cuore non batte all'unisono con il suo.
Il proposito di attuare solo nell'anima propria i desideri della Madonna non
è sufficiente. Dobbiamo essere infaticabili portavoce della Madonna. Se per
questo motivo ci derideranno e subiremo incomprensioni, noi beati!
Il giudizio degli altri non ci riguarda. Tutti passano con la velocità con cui
passa il tempo. La grande realtà è che tutti vivano in grazia di Dio l'ora di
dolore che in ciascuno si abbatte.
La Vergine di Lourdes, che con tanto amore parla alle anime che devotamente
passano dinanzi alla sua Grotta, parli al cuore di tutti gli ammalati rendendoli
instancabili propagatori del suo augusto messaggio.
L. N.
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