Venerabile Mons. Luigi Novarese - Scritti editi:
L’Ancora: n. 7/8 - luglio/agosto 1952 - pag. n. 1-10
18-24 GIUGNO 1952
I giorni di Lourdes sono passati.
Ai partecipanti sono rimaste le bellissime impressioni del pellegrinaggio. Tra i
più bei ricordi del pellegrinaggio è questo: quanto i Sacerdoti amano la
Madonna!
Sappiamo dalla teologia l'importanza che la Madonna ha nella vita di ogni
cristiano, ma quando si videro tutti quei sacerdoti - oltre 500 col personale -,
chi cieco, chi sorretto da bastoni, chi in carrozzella, andare tutti incontro
alla loro Mamma celeste con tanti fiori tra le braccia - e ne avevano tutti -
non si poté fare a meno di esclamare dal più profondo del cuore: quanto amano la
Madonna i Sacerdoti!
Camminavano in fila serrata di quattro per quattro, recitando lentamente il
Santo Rosario.
Non poteva non sorridere di compiacenza la Madonna al vedere tanti suoi figli
prediletti - continuatori del Suo Gesù - che erano là per renderLe testimonianza
del proprio amore; che erano andati a Lei, sormontando ogni difficoltà,
unicamente perché Essa li aveva chiamati in un Pellegrinaggio di preghiera e di
penitenza.
Piangevano i barellieri dell'Asile quando videro quella lunga fila di sacerdoti
incamminarsi verso la Grotta, in quella sera piovosa del nostro arrivo a
Lourdes.
« Questo è bello, tanto bello - diceva il capo barelliere di servizio all'Asile
- anch'io ho due nipoti sacerdoti ». Ed anch'egli si univa alla processione dei
Sacerdoti.
Piangevano di commozione i sacerdoti anziani, piangevano ugualmente di
commozione i sacerdoti giovani.
I fiori, consegnati dai fedeli al nostro passaggio, e deposti dinanzi alla
Madonna arrivavano dalla base della Grotta fino all'altezza della bandiera del
Santo Padre, posta vicino alla Statua della Vergine.
Quante cose si dovettero dire in quella prima sera di incontro la Madre e i
figli; dovevano essi presentarLe il loro apostolato, dovevano parlarLe delle
loro difficoltà, delle anime a loro affidate, delle proprie sofferenze, dovevano
farLe un resoconto di tutto.
La presentazione alla Madonna era già stata fatta. Si era cantata la « Salve
Regina » ed il « Credo », eppure i Sacerdoti, nonostante la pioggia, non si
staccavano ancora dalla Grotta santa.
Il canto di « Andrò a vederla un dì… » è stato il saluto di commiato in quella
prima sera di Lourdes.
Quanto inoltre si sono voluti bene i Confratelli tra di loro a Lourdes! Non
credo che i discepoli nel Cenacolo, con Maria, si siano potuti voler più bene di
quello che si sono amati i Sacerdoti tra di loro a Lourdes. Ogni diversità era
scomparsa. Sembrava che fossero stati assieme da sempre. Si comprendevano. Si
rendevano quei piccoli servizi, tutti segni della grande carità, che ardeva nei
loro cuori.
Che dire de nostri sette Eccellentissimi Vescovi che, con tanto amore, ci
hanno accompagnati? Che dire della loro carità? Ogni parola guasterebbe. Non si
possono fare nomi perché tutti animati dallo stesso spirito di fede operoso e
travolgente.
Erano sempre con noi. Portavano le barelle. Erano alle piscine a pregare e a
sostenere i nostri Sacerdoti che volevano lavarsi nell'acqua miracolosa della
Madonna.
Alla Grotta essi predicavano. Alla Via Crucis ancora predicavano ad ogni «
stazione ». Alla sera si vedevano girare per i saloni, pregando ancora con i
loro sacerdoti ed intrattenendosi con ciascuno di essi.
In una parola, essi erano espressione vivente dell’insegnamento del Maestro: «
sono venuto a servire e non per essere servito ». E per ciò, donavano, con
amore, donavano largamente, senza misura, dimentichi della propria stanchezza,
dolenti di una cosa sola, di non poter fare di più. L'incapacità di non poter
fare di più era il reale tormento di tutto il personale.
Come meglio ricordare l'ospitalità caritatevole e signorile del Vescovo di
Lourdes, del Canonico Laribère e delle buone Suore dell'Asile?
Che belle parole disse l'Eccellentissimo Vescovo di Lourdes ai nostri
Sacerdoti: « Il sorriso della Madonna che ha formato la gioia di Santa
Bernardetta vi accompagni sempre e sia il vostro ricordo di Lourdes. L'Italia e
la Francia sono come due mani giunte dinanzi alla Madonna in continua preghiera
perché l'Italia con i suoi continui pellegrinaggi è sempre qui rappresentata
dinanzi alla Vergine benedetta ».
Poco prima il medesimo Eccellentissimo Presule aveva detto: « A 94 anni, da
quando la Madonna è apparsa alla Bernardetta, qui a Lourdes, questo è il primo
pellegrinaggio di soli Sacerdoti ammalati. E ci tengo ad affermare che siamo
edificati della vostra carità, del vostro ordine e della vostra disciplina ».
Quando sull'Esplanade, dopo il discorso del Vescovo di Lourdes, Sua Eccellenza
Mons. Santa. Vescovo di Rimini e Presidente del Pellegrinaggio, invitò
l'Arcivescovo di Parigi a voler benedire il pellegrinaggio, questi con prontezza
rispose: « No, no. Tutti confratelli nell'Episcopato, benediciamo assieme ». E
nove Vescovi intonarono assieme il « Sit nomen Domini benedictum... » e nove
mani si alzarono contemporaneamente a benedire gli ammalati.
Il Canonico Laribère, che vive all'ombra della Madonna, consumando la sua
vita nel tenere compatte nell'ordine le folle che arrivano a Lourdes da tutte le
parti del mondo, ha fatto di tutto per venire incontro ai nostri desideri con
una cortese e pronta carità, che non si limitava a concedere ma preveniva.
Quante cure ebbero per noi le buone Suore di Nevers. Furono come tante mamme
vicino a noi.
Nel desiderio esse di dare ai sacerdoti quanto avevano di meglio, scelsero la
data del pellegrinaggio sacerdotale per cambiare tutte le stoviglie del
refettorio. La Superiora, Suor Bernardetta, ha facilitato in tutto la vita del
singolare pellegrinaggio all'Asile.
Ma chi può mai attribuirsi il merito di aver fuso tanti cuori in un cuor solo
se non la Madonna? Essa veramente ha fatto tutto; ha voluto il pellegrinaggio,
l'ha protetto e l'ha attuato.
In questo pellegrinaggio la Vergine benedetta ha fatto vivere in pieno il
programma della Lega Sacerdotale Mariana « cum Maria » « in caritate Christi ».
Miracoli, propriamente detti, nell'ordine fisico, non ce ne sono stati. I
miracoli nell'ordine fisico non li hanno chiesti i Sacerdoti. Erano essi troppo
consapevoli della loro missione di vittima col Cristo per andare proprio a
Lourdes a rimangiarsi l'offerta che avevano fatto di se stessi nel giorno del
loro suddiaconato.
Miracoli spirituali invece ce ne sono stati, e tanti.
Da questo Centro, prima del pellegrinaggio, veniva scritto a tutti i
Sacerdoti partecipanti e a tutti gli ammalati: « pregate perché il
pellegrinaggio sia un miracolo di fede e di carità », e così fù.
Non la più piccola indisciplina, non la più piccola stonatura venne però a
turbare la dolce intimità di quei giorni.
Questo noi lo possiamo affermare senza il minimo pericolo di insuperbirci,
perché tutto va a gloria della nostra Madre celeste, che ha predisposto ogni
cosa e che ha voluto bello il « Suo » pellegrinaggio, che l'ha voluto degno di
Essa.
La carità non può essere frutto di nessuna organizzazione, la carità è solo il
frutto di grazia ed è proprio la grazia, di cui la Madonna è ripiena, che Essa
abbondantemente ha donato a tutti; nessuno ha potuto sottrarsi alle dolcezze del
Suo cuore materno, tutti hanno sperimentato la forza della Sua potenza.
Il pellegrinaggio però non è fine a se stesso. Questo pellegrinaggio è il
primo della serie, che intende attuare la Lega Sacerdotale Mariana nella sua
finalità di assistenza spirituale e materiale ai Confratelli bisognosi e
sofferenti.
Il pellegrinaggio inoltre è stato il punto di partenza per la conquista in massa
di tutti gli ammalati d'Italia alla valorizzazione della sofferenza, secondo le
richieste formulate dalla Madonna a Lourdes e a Fatima.
Come infatti ricambiare tanto amore della Madonna verso di noi se non attuando
il Suo messaggio rivolto all'umanità a Lourdes e a Fatima e sapientemente
ribadito dal Santo Padre il 10 febbraio u. s.?
Il proposito fatto ai piedi della Madonna durante la nostra permanenza a
Lourdes, va ora attuato: realizzare in estensione il desiderio della Madonna.
La penitenza tanto richiamata dalla Vergine va praticata. Non è più forse la
penitenza nella forma cruda e dura dei secoli scorsi. I nostri fisici che hanno
sopportato diverse guerre, forse non sarebbero nemmeno capaci di praticarla. Ma
il dolore, che è la prima penitenza voluta da Dio per ristabilire l'ordine
distrutto con il peccato, va valorizzato. Tutte le classi sociali soffrono,
dunque che non soffrano, invano. Propagare questa valorizzazione della
sofferenza per mezzo della grazia è il compito che noi proponiamo a tutti i
Sacerdoti, regolari e secolari, che hanno partecipato al pellegrinaggio.
Non deludiamo le speranze che la Madonna ha riposto in noi.
Propaghiamo i « Volontari della sofferenza » che si propongono appunto
l'attuazione dei desideri della Vergine benedetta; propaghiamoli tra i
conoscenti, nel proprio ambiente sanatoriale, nella propria parrocchia. Ovunque
esiste un ammalato, facciamo in modo che quell'ammalato viva secondo i desideri
della Mamma celeste.
Se tutti sono chiamati a vivere questa vocazione di apostoli della Madonna, in
modo particolare lo siamo noi, Sacerdoti di Cristo, conduttori di anime, guide,
luce e sale delle genti.
Seguano i Sacerdoti, che hanno aderito alla Lega Sacerdotale Mariana, i loro
ammalati, che man mano segnaleranno al centro. Richiedano con tutta libertà
moduli e riviste. La Madonna penserà al Centro. Essa è la base delle nostre
attività, sostegno e guida di tutto quello che intraprendiamo. Non temiamo di
ipotecare la Madonna. Essa è nostra, ci appartiene più che a qualsiasi altro
fedele, perché ci è stata donata da Gesù sul Calvario. Tanto donata che S.
Giovanni « accepit eam in sua », ossia tra le cose sue, in sua proprietà.
La Madonna provvederà a tutti i nostri bisogni. Noi sosteniamo ciò che Essa
vuole. La Vergine susciterà anime generose, consapevoli del benessere sociale
della sofferenza, che aiuteranno l'apostolato a favore degli ammalati. Ogni
Sacerdote che è stato a Lourdes veda, sotto lo sguardo della Madonna, quello che
può fare. Si impegni con Essa e mantenga la sua parola.
La società ha bisogno di anime generose. La società ha bisogno di sofferenza che
lava, distrugge, edifica. Che nessuno di noi sia responsabile dell'anima dei
fratelli, che non si salvano perché non c'è chi preghi e si sacrifichi per essi.
Santa Bernardetta, dopo le visioni della Madonna, lasciò Lourdes e si ritirò a
Nevers ad attuare, per prima, il messaggio di penitenza, ricevuto dalla Madonna.
Noi pure, sentita la Madonna, in maniera sia pure diversa dalla Bernardetta,
siamo ritornati ora nella nostra cerchia di lavoro, e dobbiamo attuare le parole
della Vergine: « penitenza, penitenza, penitenza ». Penitenza in noi. Penitenza
attorno a noi, valorizzando tutto il dolore morale e fisico. Pensiamo alla
Madonna affinché Essa pensi a noi. I nostri interessi siano i suoi e crediamo
all'amore di questa Madre che non viene mai meno.
Per un altro Pellegrinaggio di sacerdoti dobbiamo portare alla Madonna il frutto
della nostra attività, così il nostro incontro con Maria non sarà stato sterile.
Don L. NOVARESE
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